Marco Tosatti ...
...Si legge come un romanzo poliziesco, e appassionante, in cui l'autore - consapevole della lezione di quell'impareggiabile insegnante che fu Agatha Christie Mallowan - offre, prima di giungere all'esito finale del mistero, un'accurata analisi di tutti i personaggi.
Si legge come un romanzo poliziesco, e appassionante, in cui l'autore - consapevole della lezione di quell'impareggiabile insegnante che fu Agatha Christie Mallowan - offre, prima di giungere all'esito finale del mistero, un'accurata analisi di tutti i personaggi.
Stiamo parlando, cari amici e nemici della Stilum Curiae, de La Mafia di san Gallo. Un gruppo riformista secreto all'interno della Chiesa. Un gruppo riformista segreto dentro la Chiesa, di Julia Meloni, pubblicato in Italia da Fede e Cultura: https://www.ibs.it/mafia-di-san-gallo-libro-julia-meloni/e/9791254780220
Il termine “mafia” per quel gruppo di vescovi e cardinali che si riunì alla caduta del pontificato di san Giovanni Paolo II nella cittadina di San Gallo, in Svizzera, non è stato inventato da un nemico; È la definizione che uno dei suoi massimi esponenti, il tanto discusso -per ragioni di insabbiamento della pedofilia, registrato da una vittima- il cardinale Gottfried Danneels ha dato con grande serietà in un'intervista televisiva.
Julia Meloni, con un impressionante corredo di appunti, che da soli testimoniano la profondità e l'acutezza con cui ha svolto il suo lavoro, descrive in un viaggio parallelo le questioni fondamentali che la mafia considerava importanti, nonché la vita e lo sviluppo dei suoi personaggi . In particolare il cardinale Carlo Maria Martini, che era in un certo senso l'ideologo del gruppo, e poi tutti gli altri: il cardinale Walter Kasper, il cardinale Achille Silvestrini, il cardinale Murphy O'Connor, e così via.
Il tema centrale, la tesi dell'opera sono chiari fin dall'inizio: dimostrare come questo gruppo, ostile prima a Giovanni Paolo II, e poi a Benedetto XVI, sostenne apertamente nel conclave del 2005, e più efficacemente, ma con mezzi occulti , dal momento in cui il gruppo avrebbe ufficialmente cessato di operare (o almeno così volevano farci credere) intorno al 2006, la candidatura al soglio pontificio dell'arcivescovo di Buenos Aires, Jorge Mario Bergoglio. Raggiungendo infine di essere stato eletto ad occupare il soglio di Pietro nel 2013, e che il pontefice abbia portato avanti la strategia del “rinnovamento” (o, secondo alcuni, dell'autodistruzione) della Chiesa cattolica. Giulia Meloni individua con estrema precisione la genesi ideologica e/o teologica della maggior parte dei movimenti compiuti da Francesco, attribuendoli ora all'uno o all'altro dei suoi cospiratori e cospiratori. In particolare, come abbiamo accennato, Martini e Kasper.
Il libro non è lungo, 172 pagine di testo; ma offre un affresco drammatico e inquietante del periodo che va dalla morte di san Giovanni Paolo II alla rinuncia di Benedetto XVI. Che rimane, ancora una volta, un grande punto interrogativo. Per tutti, e in modo personalissimo, per chi scrive. In questo senso il libro della Meloni offre alcuni spunti: il ruolo del cardinale Martini, il rapporto un po' misterioso che lo legava a Ratzinger, un indizio delle difficoltà forse più psicologiche che fisiche di Ratzinger/Benedetto quando si rese conto che la Chiesa non governava più. E in questo senso ci sarebbe piaciuto - ma potrebbe forse essere oggetto di un'altra opera? - che l'autore avesse preso di mira alcune delle persone più vicine a Benedetto: in particolare il suo segretario privato, monsignor Georg Gaenswein, e soprattutto al suo Segretario di Stato, il cardinale Tarcisio Bertone, che Benedetto si è prodigato - ahimè - a difendere in più di un'occasione, anche quando persone che gli volevano bene gli consigliavano giustamente di liberarsene, e che lui lo ha ripagato in conclave facendo fare propaganda ai suoi uomini per Bergoglio. Sì, perché dal libro si intuisce che Benedetto si aspettava che al suo posto venisse eletto il cardinale Angelo Scola, per compiere un'opera di riforma della Curia e della Chiesa. Se ciò fosse vero, sarebbe segno di grande ingegno, e poca intuizione da parte del Papa emerito; Scola era apprezzato, ma soprattutto temuto dai suoi fratelli. di sbarazzarsi di lui, e che lo ha ripagato in conclave facendo fare propaganda ai suoi uomini per Bergoglio. Sì, perché dal libro si intuisce che Benedetto si aspettava che al suo posto venisse eletto il cardinale Angelo Scola, per compiere un'opera di riforma della Curia e della Chiesa. Se ciò fosse vero, sarebbe segno di grande ingegno, e poca intuizione da parte del Papa emerito; Scola era apprezzato, ma soprattutto temuto dai suoi fratelli. di sbarazzarsi di lui, e che lo ha ripagato in conclave facendo fare propaganda ai suoi uomini per Bergoglio. Sì, perché dal libro si intuisce che Benedetto si aspettava che al suo posto venisse eletto il cardinale Angelo Scola, per compiere un'opera di riforma della Curia e della Chiesa. Se ciò fosse vero, sarebbe segno di grande ingegno, e poca intuizione da parte del Papa emerito; Scola era apprezzato, ma soprattutto temuto dai suoi fratelli.
Ma il grande enigma della rassegnazione dovuta alla stanchezza e all'età di un uomo che -grazie a Dio- nove anni dopo è ancora con noi, e con una testa di invidiabile lucidità, resta irrisolto. Detto questo, non possiamo che consigliare la lettura di un libro che senza dubbio rimarrà un punto di riferimento per chi vorrà approfondire in futuro la storia di questi anni burrascosi.----
Nessun commento:
Posta un commento