Dopo due giorni e nove ore di camera di consiglio, fa ancora discutere la pronuncia della Corte Costituzionale, che ha bocciato i ricorsi dei lavoratori sospesi contro l’obbligo vaccinale. I giudici hanno definito “non irragionevoli, né sproporzionate le scelte del legislatore in periodo pandemico”, ricalcando il parere dell’Avvocatura di Stato.
Il lavoro è un diritto costituzionale
Per comprendere meglio la decisione bisognerà attendere le motivazioni ma è già chiaro come, secondo i giudici, le misure stabilite dal governo Draghi nel 2021 tramite decreto siano ritenute proporzionate rispetto al periodo emergenziale in tema Covid-19. È stata dunque una scelta corretta, secondo la Consulta, aver privato i non vaccinati di stipendio e lavoro, cioè un diritto sancito proprio dalla Costituzione.
Questa è la prima stortura relativa alla Carta. L’altra, invece, riguarda l’imposizione del vaccino. Privare i lavoratori di un diritto viene motivato con una gerarchia, ovvero: quello alla salute è più importante. Questo potrebbe essere però giustificato con un’efficacia al cento per cento dei vaccini, quindi relativa a sintomi, malattia e contagi.
Vaccino obbligatorio ma non impedisce il contagio
Lasciando perdere il “non ti vaccini? Ti ammali. Muori” di Mario Draghi, secondo quanto dichiarato dall’avvocato Chiara Tomiola, in udienza alla Consulta, “l’efficacia dei vaccini si evince dai dati dell’Istituto superiore di sanità, che comprovano che due terzi delle persone non si ammalano”. Una conferma di come non ci sia una copertura totale in questo senso.
Questo si unisce alle dichiarazioni dei vertici di Pfizer al Parlamento europeo sui mancati test di trasmissibilità. Pur essendo vaccinati, dunque, è possibile prendere il Sars-Cov2 (come molti hanno potuto constatare in prima persona) e non è escluso che il virus si possa trasmettere agli altri. In nome di cosa è stato quindi imposto l’obbligo vaccinale?
Arrivano anche le multe
Non contento di aver privato i lavoratori di un diritto fondamentale, il governo Draghi decise anche di bastonare i non vaccinati over 50, considerati “cittadini ribelli” e sanzionandoli con multe da 100 euro qualora non si fossero messi in regola entro 180 giorni sottoponendosi all’iniezione. Una persecuzione che sembra estranea a una democrazia ma tant’è.
Il risultato è che sarebbero già partite circa 2 milioni di contestazioni inviate dall’Agenzia delle Entrate ai multati che, se non dovessero pagare entro 60 giorni, dovrebbero sborsare una cifra maggiorata come ulteriore penitenza. Praticamente, questa gente ha commesso un reato: non iniettarsi un vaccino la cui efficacia risulta parziale. La palla passa ora a quelle forze politiche che, soprattutto in campagna elettorale, avevano cercato il sostegno di quella parte di elettori. La Lega ha firmato un emendamento che verrà discusso in Parlamento.
Buoni e cattivi
Nel frattempo, la discriminazione in democrazia è stata ampiamente accettata e prosegue ancora adesso. La decisione della Consulta ha fatto esultare quei sostenitori del vaccino che hanno sempre visto i non vaccinati come ignoranti e appestati. Qualche giornale parla, infatti, di “sconfitta dei no vax”, rispettando la distinzione tra buoni e cattivi, presente anche in altre narrazioni come la guerra.
Tuttora, l’ex ministro della Salute, Roberto Speranza, tra i principali protagonisti delle misure messe in campo durante l’emergenza, commenta la decisione della Corte costituzionale dicendo che l’obbligo vaccinale è stata una “scelta forte del governo in una fase difficile, in cui i contagi erano alti”.
Con la maggior parte della popolazione vaccinata, però, i contagi continuano ancora, quindi la motivazione non sembra così valida. Un conto è infatti la malattia grave e un altro la trasmissibilità, a maggior ragione vista la sospensione dal lavoro, tema su cui la Sinistra rappresentata da Speranza latita da diversi anni.
La decisione della Corte Costituzionale (un organismo composto anche da membri votati dal Parlamento, quindi inevitabilmente politico, compreso il presidente Sciarra vicina al Pd) risulta dubbia dopo che, quattro giorni fa, l’Alta corte greca, in controtendenza, ha annullato l’obbligo vaccinale imposto agli operatori sanitari, perché ritenuto incostituzionale. E apre anche un precedente per futuri obblighi di qualsiasi altro genere. Le motivazioni renderanno più chiari i dettagli della pronuncia, così come se sono stati esaminati tutti gli aspetti legati ai ricorsi.---
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