C’è tensione a Bruxelles dopo l’arresto della ormai ex vice-presidente dell’Europarlamento Eva Kaili e di Antonio Panzeri, ex parlamentare europeo del PD e fondatore della ONG “Fight impunity”. Nelle ultime ore sarebbe salito ad un milione e mezzo di euro (in contanti) il bottino che gli investigatori dell'”Ufficio per la repressione della corruzione” di Bruxelles hanno trovato in possesso degli indagati e della loro rete di parenti e collaboratori. Soldi che, secondo gli inquirenti, sarbbero stati ricevuti ricevuti dallo stato del Qatar per favorire l’immagine del Paese e indirizzare favorevolmente le pronunce delle istituzioni di Bruxelles
. Lo scandalo, che ha coinvolto un preciso gruppo politico, quello che ruota intorno al PSE, rivela un perverso modus operandi: dietro a un’immagine di difesa dei diritti umani e di lotta all’impunità, dietro al lessico politically correct, si sarebbe nascosto una enorme meccanismo di corruzione. Ma oltre a colpire una precisa area politica, l‘inchiesta mina profondamente le fondamenta della istituzioni europee e della loro credibilità.Byoblu ne ha parlato con l’europarlamentare Francesca Donato, che ha partecipato oggi al voto per la destituzione di Eva Kilili.
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