Succube da giovane di Karl Rahner e quindi dell’Impostura e della Corruzione lasciata dilagare nella Chiesa, poi era cambiato ma non abbastanza. Da ultimo si era inventato la “ermeneutica della continuità” per tentare di conciliare il carattere radicalmente eversivo del Concilio – che dunque implicitamente riconosceva – con la Tradizione. Per questa patetica ed innocua acrobazia intellettuale, da Pontefice, la mafia modernista e frenetica-invertita vaticana gli fece passare le pene dell’inferno: tutto il vizioso personale talare gli disobbediva apertamente e con spregio. Quando disse “la mia autorità finisce a questa soglia”; diceva la semplice, dolorosa verità. Alla fine fu sloggiato dal Soglio dalla presidente USA con il semplice provvedimento delle sanzioni , dell’esclusione dello Stato Vaticano da Swift come un qualunque stato-canaglia; esso “Non poté né vendere né comprare” e fu invitato rudemente ad andarsene dai suoi stessi consiglieri; appena l’elicottero papale si levò in volo, la Casa Bianca reintegrò il Vaticano nel sistema di pagamenti occidentale .
Occorreva una “primavera colorata” nella Chiesa, aveva preconizzato John Podesta, il perverito consigliere della Clinton, altrimenti l’impostura pandemica e genocida del Gran Reset non avrebbe potuto essere imposta senza suscitare una condanna dalla più alta Voce del Cristianesimo, l a più alta Autorità Spoirituale. La mafia di San Gallo poi elesse in un conclave invalido un personaggio la cui affiliazione massonica, e la sua amicizia personale con Georges Soros e i Rotschild, era nota ai potenti da decenni e la sicurezza che non avrebbe smascherato l’impostura pandemica e l’Agenda 2030 , e alla quale infatti ha tenuto bordone, fino all’esortazione a vaccinarsi come atto d’amore.
Benedetto non fu esente dalla colpa modernista; come dice Sacchetti, “è stato pienamente in linea con il magistero della falsa chiesa massonica che si è instaurata con il Concilio Vaticano II”. Tuttavia con tutte le sofferenze e le umiliazioni che gli hanno fatto subire in Vaticano, un martirio misconosciuto su cui la storia dovrà indagare, credo che abbia espiato ad abundantiam.
Perciò prego che ci protegga da Cielo, perché noi restiamo qui nel massimo pericolo materiale spirituale, come credenti in mano a un amico in talare bianca di Soros e di Pfizer che ha il ministerium ma non il munus, e può quindi ordinare qualunque arbitrio, qualunque eresia senza i limiti che, Ratzinger vivo col munus, soprannaturalmente frenava, .
Più sapiente di me la valutazione di Luigi Copertino
Grazie per quello che hai tentato di fare!
Benedetto XVI è tornato alla Casa del Padre. Preghiamo per lui, che ha tentato di raddrizzare il timone della Barca di Pietro ormai allo sbando e che non è stato capito né, come ovvio, dai progressisti ecclesiali, i quali ora spadroneggiano nella Chiesa, né dai tradizionalisti, ingessati da una tendenza alla museificazione, i quali lo hanno sempre ritenuto un “conservatore” ossia un “modernista moderato”. Joseph Ratzinger resterà tra i nomi sommi della teologia di tutti i tempi. Come teologo egli ha tentato di evitare sia la Cariddi della reificazione, della cosificazione, del Mistero – superando la sclerotizzazione razionalista di un certo tradizionalismo che ha ridotto il tomismo ad un mero sillogismo dimenticando le fonti agostiniane e dionisiane (lo Pseudo-Areopagita) e quindi cristiano-platoniche dell’Aquinate – sia, al tempo stesso, di evitare la Scilla delle derive del modernismo e del neomodenismo. Fu un pungente avversario di Karl Rahner, il teologo heideggeriano che rappresentò la punta avanzata, fino al nichilismo teologico, del progressismo pre e post conciliare. Per aprire la via del Ritorno ad una Tradizione Viva, Ratzinger si mise alla sequela della grande patristica, sia occidentale che orientale, ed in particolare di sant’Agostino e di San Bonaventura. Una via mistica, e non razionalista, per la teologia che tuttavia non è anti-razionale. Infatti lo stesso Ratzinger ha sempre insistito, contro Lutero, sulla armonia tra Fides et Ratio (titolo di una bella enciclica di Giovanni Paolo II da lui elaborata). D’altro canto egli ha navigato in acque difficili anche nell’evitare gli scogli del marcionismo, con il suo rifiuto delle radici veterotestamentarie del Cristianesimo, senza cadere su quelli del giudaismo postbiblico. Emblematico in tal senso il confronto con il noto rabbino Jacob Neusner. Un confronto dialogico, da parte di Ratzinger cortese ma fermo, che tra i molti punti ha affrontato, in particolare, l’atteggiamento del Signore Gesù Cristo, durante la sua vita terrena, riguardo al “sabato”. Neusner rimprovera a Gesù di essersi comportato, in modo “blasfemo” per il giudaismo, come fosse lui il “padrone del sabato”, derogandone il rispetto cultuale. Da ebreo Neusner non accetta tale comportamento in quanto, dal suo punto di vista, è segno della inammissibile pretesa di Cristo di essere Dio. Posto che solo Dio è il “padrone del sabato”, Gesù, nonostante tutta l’ammirazione che un rabbino oggi può avere per Lui, violando la forma cultuale del sabato è andato oltre quanto è consentito ad ogni buon ebreo. Joseph Ratzinger ha risposto alle osservazioni di Neusner invitandolo a togliere il velame che copre i suoi occhi di pio ebreo ed a rendersi conto che Gesù Cristo ha rivelato il vero senso spirituale del sabato, contro quello meramente legalistico, e che questo ha potuto fare proprio perché Egli è Dio e, quindi, “padrone del sabato”. Ratzinger mentre è stato odiato dai modernisti (quando Vittorio Messori pubblicò il libro intervista con lui, “Rapporto sulla Fede”, agli inizi degli anni ’80, nel quale Ratzinger demoliva il progressismo ecclesiale, al noto giornalista arrivarono contumelie e persino minacce) ma non è stato compreso neanche dai tradizionalisti, perfino quando da Papa revocò la scomunica ai quattro vescovi ordinati, illegittimamente ma validamente, da mons. Marcel Lefebvre. Un gesto per ricucire una ferita ma anche una domanda di aiuto a chi meglio di altri avrebbe dovuto capire il senso della sua richiesta, appena eletto Pontefice, di sostegno nella preghiera affinché egli riuscisse ad affrontare i lupi nascosti nella Chiesa. I tradizionalisti, avvezzi a troppo cosificare il Mistero di per sé accessibile alla ragione umana ma non in essa costringibile (come invece voleva, ad esempio, Kant), non accolsero quel gesto stringendo la sua mano aperta in senso di paterna amicizia. Hanno così perso una formidabile occasione, per essi e per tutta la Chiesa, di contribuire al progetto ratzingeriano di raddrizzamento della rotta della Barca petrina. Un progetto, dopo di lui, purtroppo abbandonato. Ora preghiamo affinché Nostro Signore Gesù Cristo accolga questo suo servo fedele nella Sua Luce e nel Suo Amore.
....dalla pagina Facebbook di Luigi Copertino
Nessun commento:
Posta un commento