martedì 16 gennaio 2018

Elio Lannutti (Adusbef) chiede alla Procura di Perugia di verificare perché Renzi e De Benedetti non sono stati indagati per insider trading


“Ora indagine sui pm di Roma: insabbiarono”.

CARLO DI FOGGIA – Il Fatto Quotidiano –
 La Procura di Perugia indaghi sulle scelte effettuate dai colleghi di Roma nell’i nch ies ta sugli acquisti sospetti effettuati alla vigilia del Decreto Popolari da Carlo De Benedetti. A chiederlo è stata ieri l’associazione dei consumatori Adusbef, tramite il suo presidente onorario, Elio Lannutti, che ha presentato un esposto alla Procura del capoluogo umbro competente per territorio su eventuali reati commessi dai magistrati romani. La mossa a sorpresa potrebbe aprire un nuovo capitolo in una vicenda dai contorni ancora poco chiari.
Adusbef chiede di verificare se siano state seguite le giuste procedure nella gestione del fascicolo, conclusa con una richiesta di archiviazione del giugno 2016 nei confronti del broker di De Benedetti, Gianluca Bolengo, all’epoca Ad della Intermonte Sim, l’unico indagato di tutta la vicenda e per il solo reato di ostacolo alla vigilanza...

LA VICENDAè nota ed è riepilogata nell’esposto. Il 16 gennaio 2015, l’allora presidente del Gruppo Espresso, chiama Bolengo e gli chiede di comprare titoli di varie banche popolari. Sostiene di aver saputo che il governo farà un provvedimento “entro due-tre settima ne” dal premier Matteo Renzi in persona il giorno prima. Sembra sapere anche che avverrà per decreto legge. Chiede a Bolengo: “Quindi volevo capire una cosa… salgono le Popolari?”. Risposta: “Sì, su questo se passa un decreto fatto bene salgono”. “Passa, ho parlato con Renzi ieri, passa”, replica l’Ingegnere (solo con un decreto i titoli possono schizzare in Borsa).
La riforma verrà approvata per decreto quattro giorni dopo, il 20 gennaio. Il 16, Bolengo acquista 5 milioni di euro titoli di sei Popolari, alla fine l’editore guadagna 600 mila euro.
A segnalare possibili reati alla Procura di Roma, guidata da Giuseppe Pignatone, è la Consob su decisione dell’Ufficio abusi di mercato dell’authority, che il 16 luglio 2015 avvia un’indagine concludendo che De Benedetti, Bolengo e la Intermonte hanno senza dubbio commesso un insider trading (l’abuso compiuto da chi si arricchisce grazie a informazioni riservate) e andrebbero sanzionati. La Procura invece non ravvede il reato e proprio questa decisione spingerà Consob ad archiviare. Il 12 aprile 2017, infatti, il collegio dei commissari decide all’unanimità (il presidente Giuseppe Vegas si astiene) di chiudere la pratica senza sanzioni perché nel frattempo i pm avevano escluso il contesto in cui si erano svolti i fatti che avrebbero permesso di sanzionare l’insider trading.
E QUI VIENIAMOal nodo su cui l’Adusbef chiede di verificare l’operato dei pm. Secondo l’associazione dei consumatori, la Procura di Roma, ricevuti gli atti dalla Consob, ha aperto un fascicolo “modello 45”, cioè quello degli “atti non costituenti notizia di reato”, dove le Procure spesso infilano le denunce infondate. Adusbef ricorda che secondo una circolare esplicativa emanata dal ministero della Giustizia nell’aprile 2011 e recepita da tutti i procuratori generali, nel modello 45 vanno inserite le denunce “che non siano riconducibili in astratto ad al- cun illecito penale”, se invece sono circostanziate, con “notizie che descrivono condotte sussumibili sotto fattispecie c ri mi no se ” vanno trattate “nel registro delle notizie di reato”(modello 21), a maggior ragione se il pm decide di effettuare delle indagini, come è accaduto a Roma e se a segnalare possibili reati non è un passante ma l’autorità nazionale che vigila sui mercati finanziari.
LA CIRCOLAREdel 2011 serve a evitare l’eccessiva discrezionalità dei pm nella gestione delle iscrizioni nel registro degli indagati. Secondo l’Adusbef, la Procura di Roma ha indagato (con il modello 21) solo Bolengo per ostacolo alla vigilanza ma ci sarebbero stati gli estremi – secondo la circolare – per indagare anche Renzi e De Benedetti per insider tradingviste le segnalazioni della Consob. Roma invece li ha sentiti solo come persone informate sui fatti. Per questo l’associazione – che già il 26 gennaio 2015 aveva presentato un esposto sugli strani rialzi in Borsa delle Popolari alla vigilia del decreto, senza ottenere risposta – chiede di indagare sull’operato dei magistrati romani titolari dell’inchiesta e in particolare “sulla legittimità di aver iscritto le informative Consob nel modello 45”.
Dalla Procura di Perugia potrebbe aprirsi così un secondo fronte sulla vicenda. Il primo è quello nelle mani del Gip di Roma, Gaspare Sturzo, che da quasi due anni deve decidere se le conclusioni della Procura di Roma guidata da Giuseppe Pignatone sono corrette.---

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