A partire dallo scorso 24 febbraio la figura di Vladimir Putin ha riempito quotidinamente le pagine di giornali e i salotti televisivi, diventando, nella maggior parte dei casi, oggetto di una banalizzazione propagandistica senza precedenti: “Putin il pazzo”, “Putin il guerrafondaio”, “Putin il nuovo Hitler”, questo è stato il tenore di molti articoli dedicati al capo del Cremlino. Un appiattimanento che ha impedito la reale comprensione di chi sia veramente il presidente della Federazione Russa e di cosa rappresenta per il suo popolo. Questo scollamento dalla realtà, operato da media e politica, ha conseguentemente allontanato la possibilità di lavorare ad un solido scenario di pace.
Tiziana Alterio ha dedicato il suo ultimo libro proprio al Vladimir Putin: ha scavato nella sua storia, ne ha analizzato la politica interna cercando di capire per quale motivo sia così amato nel suo Paese, al punto da aver mantenuto un alto consenso anche in un momento drammatico per la Russia, come lo è quello della guerra in Ucraina.
“Per capire Putin e comprendere qual è stato il suo ruolo nella Russia contemporanea, bisogna tornare agli anni ’90, e al periodo di Boris Eltsin”. Ha detto Tiziana Alterio nell’intervista. “In quel periodo, nella Federazione Russa iniziarono ad entrare le multinazionali, la finanza, lo stesso George Soros. In altre parole, Eltsin importò il modello neoliberista d’Oltreoceano e iniziando a vendere i beni essenziali che fino a quel momento era stati nelle mani dei cittadini russi. Le grandi aziende statali e il grande patrimonio pubblico eredità dell’Unione Sovietica, finirono nelle mani di coloro che più avanti verranno definiti ‘gli oligarchi’.
Tra l’altro, il vento del neoliberismo in quegli anni iniziò a soffiare anche in Italia: basti pensare allo smantellamento dell’Iri che avvenne negli anni ’90. In questo contesto entra in scena Putin”.----
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