Maurizio Blondet 23 Dicembre 2022
Questo scandalo, ha scritto Orvan su Twitter, “è rivelatore. Le salvaguardie anticorruzione del Parlamento europeo hanno fallito miseramente. Se vogliamo ripristinare la fiducia del pubblico, è ora di abolire il Parlamento europeo”. Orban avanza poi “la nostra soluzione: creazione di un nuovo Parlamento europeo, composto da delegati nazionali. Ciò garantisce maggiore controllo, responsabilità e credibilità. Ridiamo il controllo agli Stati membri!”. Già lo scorso luglio, il Parlamento ungherese aveva approvato una risoluzione del partito al governo, Fidesz, che chiedeva proprio l’abolizione dell’Eurocamera come istituzione comunitaria democraticamente eletta e la sua sostituzione con una Camera di rappresentanti dei 27 Paesi membri nominati dai rispettivi capi di Stato e di governo.
Orban esercita il buon senso, per il quale oggi ci vuole coraggio; è una sfida la irrazionalità aberrante della ideologia europeista:
La corruzione dell’Europarlamento è anche diretta conseguenza del fatto che è “lontano” dagli elettori, che non sanno cosa vi viene deciso, e su proposta di quale europarlamentare lettone o polacco o tedesco – i media, ossessivamente assillanti sulle azioni del governicchio Meloni, non ci informano praticamente mai delle azioni e mozioni che avvengono là, e se anche lo facessero dandoci notizia delle mozioni di un lettone e polacco, pochi di noi si interesserebbero. Il poco che ci comunicano i media, del resto, sono i comunicati ufficiali auto-celebrativi della parte interessata, l’Europarlamento o della Commissione, perché i media sono tutt’un pregiudizio dogmatico a favore della “Europa”, sacra e inviolabile, anche quando qualcuno (un lettone?) riesce inserire la dieta mediterranea fra lalimentazione “dannosa alla salute”che l’Europa “sconsiglia”, per rovinare una delle forze vincenti del la nostra economia.
Così, “lontano dagli occhi”, ma vicininissimo anzi infestato da 12 mila lobbies, e 27 entità senza storia né mentalità comune, l’Europarlamento è strutturalmente corrotto. Manca platealmente al suo compito istituzionale, quello che legittima un parlamento per definizione: esercitare il controllo sul esecutivo, sorvegliare fino ad antagonizzare il potere del governo – in questo caso della Commissione. Ora, di fronte all’impunito scandalo di Ursula Von der Leyen e del suo contratto stramiliardario contratto personalmente e senza pubblicità con Pfizer, si vede chiaramente come funziona il controllo parlamentare: L’euro-parlamamento copre la Commissione e questa copra loro nei loro affari con le lobbies loschissime ed anonime,di cui non sappiamo niente mascherate odiosamente da ONG dedite alla “bontà”, alla “pace e giustizia”, ai “diritti umani” per ricattare moralmente chi provi a guardarci dentro: cosa peraltro che i media non fanno, per il suddetto sacro pregiudizio sulla natura sovrumana, e sovrumanamente santa, della UE.
Quindi Orban ha ragione: meglio un parlamento costituito da delegati nazionali, controllati cioè dai governi eletti di ogni capitale.
E come ha reagito “l’Europa”? Dopo mesi di contenzioso, ha scelto proprio questo momento per decidere:
EU Freezes Nearly €22 Billion in Funds Earmarked for Hungary
La UE congela quasi 22 miliardi di fondi all’Ungheria
L’esecutivo dell’Unione Europea tratterrà quasi tutti i 22 miliardi di euro in fondi di coesione stanziati per l’Ungheria fino a quando il paese non risolverà le preoccupazioni sullo stato di diritto e la protezione dei diritti umani. In un colpo economico al governo del primo ministro nazionalista Viktor Orban, la Commissione europea ha valutato che l’Ungheria non aveva soddisfatto le condizioni per ricevere i fondi regionali. L’aiuto è utilizzato per rafforzare la coesione economica e sociale dei paesi meno ricchi del blocco delle 27 nazioni.
“Finché le condizioni abilitanti non sono soddisfatte, la commissione non può rimborsare le relative spese incluse nelle richieste di pagamento introdotte dall’Ungheria”, ha dichiarato venerdì il portavoce della commissione Stefan De Keersmaecker in un messaggio.
EU Freezes Nearly €22 Billion in Funds Earmarked for Hungary
(Bloomberg) — The European Union’s executive will withhold almost all of the €22 billion in cohesion funds earmarked for Hungary until the country resolves concerns over the rule of law and the protection of human rights.Most Read from BloombergChina Is Likely Seeing 1 Million Covid Cases, 5,000 Deaths a DayDonald Trump’s Taxes Reveal Big Losses: What We Learned So Far, in ChartsBankman-Fried Released on $250 Million Bond in FTX CaseChina to Cut Quarantine for Overseas Travelers From Next Month.
Se questa non è dittatura, cosa è? Ch se poi aveste dubbi, leggetevi questo:
GIOVANI 2030: MONTAGNA DI SOLDI PER IL PROGRAMMA DI INDOTTRINAMENTO MONDIALISTA CHE PASSA DAL GOVERNO
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Di Gloria Callarelli, fahrenheit2022.it
Facendo delle ricerche per un articolo, mi sono imbattuta del tutto casualmente nel portale dal nome “Giovani 2030” promosso dal dipartimento per le Politiche Giovanili e il Servizio Civile Universale del governo italiano sotto la sapiente direzione dell’UE.
Da bravi complottisti, come amano definirci, ci è saltato subito all’occhio il nome del progetto: Giovani 2030. Immediato, naturalmente, il collegamento con l’agenda 2030, che guai a parlarne perchè è e resta roba da complottisti, ovviamente. Eppure è il sito stesso a venirci in soccorso e senza giri di parole smentire i cacciatori di fake news spiegandone la finalità: “Un progetto sfidante per il periodo 2022-2027 dedicato ai giovani, che diventano il centro dell’azione esterna per lo sviluppo sostenibile, l’uguaglianza e la pace. Si tratta di un piano politico che prevede una serie di partenariati e di iniziative che coinvolgeranno tutte le ragazze e i ragazzi d’Europa – anche nell’ambito dell’Anno Europeo dei Giovani – e che contribuiranno a rispettare impegni internazionali come l’Agenda ONU 2030 e l’accordo di Parigi sul clima“.
Si legge ancora: “Il piano prevede una stretta collaborazione tra i Paesi membri dell’UE sulla base di tre principali azioni. Partenariati per collaborare; partenariati per responsabilizzare – per combattere le disuguaglianze, sostenere la trasformazione verde, dell’istruzione, della salute e dei diritti in tutto il mondo, anche attraverso la strategia Global Gateway; partenariati per stabilire contatti – attraverso nuove opportunità di mobilità e scambi per creare reti e garantire diversità e inclusione rimuovendo gli ostacoli economici, sociali e digitali”.
Josep Borrell, Alto rappresentante dell’Unione europea per gli affari esteri e la politica di sicurezza, vicepresidente della Commissione europea, così ha commentato il progetto: “Negli ultimi anni ci siamo resi conto di quanto siano proprio i giovani a sostenere maggiormente il peso delle crisi e dell’instabilità causate dai conflitti armati, dalle disuguaglianze crescenti e da sfide globali come i cambiamenti climatici, il degrado ambientale o la pandemia di COVID-19. Sono loro gli adulti di domani, quindi dobbiamo investire sia nel loro presente che nel loro futuro”. In altre parole, i giovani vanno EDUCATI…come se non bastassero anni di cultura hippie e il rimbambimento della tecnologia massiva. Borrell, che per altro sappiamo trovarsi bene in mezzo ai filantropi: oltre ad essere annoverato nell’agenda WEF di Schwab soprattutto per quanto concerne il suo contributo rispetto al cambiamento climatico, è stato visto in riunione con l’altro deux ex machina del globalismo estremo, globalismo ora anche sotto inchiesta, George Soros (vedi foto in calce).
Che poi questi vedono transizioni ovunque, una vera ossessione. Sentite Dubravka Šuica, vicepresidente della Commissione europea per la Democrazia e la demografia (naturalmente annoverata nell’annuario WEF): “In un momento in cui il mondo sta attraversando una transizione demografica, il piano d’azione per i giovani rappresenta un contributo importante alla nostra ricerca di solidarietà ed equità intergenerazionali. Dobbiamo responsabilizzare i giovani e i ragazzi di tutto il mondo, fare in modo che dispongano di opportunità concrete di partecipazione e promuovere il loro impegno concreto, rendendolo un diritto, per fare in modo che nessuno venga lasciato indietro. Condividiamo la responsabilità collettiva di costruire società più democratiche, eque e pacifiche, anche per le prossime generazioni.”
Investire, responsabilizzare, cambiamenti climatici, diritti, salute, transizioni. Il tutto a portata di ragazzi con partnership, almeno per quanto riguarda i programmi di Giovani 2030, perfettamente in linea con l’associazionismo radical. Perdonateci se ci vengono in mente dei contenitori di puro indottrinamento e (ri)educazione.
Che poi, attenzione, non a costo zero anzi: l’Europa è disposta a pagare fior di milioni per tutto questo. Ad esempio: per l’iniziativa Youth and Women in Democracy Initiative (giovani e donne in democrazia) sono stati stanziati 40 milioni di euro che andranno a supporto della leadership, del rispetto dei diritti e della partecipazione civica di ragazze e ragazzi, di attivisti e di organizzazioni giovanili. Per lo Youth Empowerment Fund (fondo per la responsabilizzazione dei giovani) una dotazione di 10 milioni di euro fornirà sostegno finanziario alle iniziative giovanili incentrate sull’attuazione degli obiettivi di sviluppo sostenibile. Per l’Africa-Europe Youth Academy (accademia Africa-Europa per i giovani) 50 milioni di euro sono a disposizione di coloro che vogliono migliorare le proprie capacità di leadership e creare reti per il cambiamento in Africa. Una montagna di soldi destinata, ancora una volta, a destabilizzare la società così come la conosciamo nel disperato tentativo di favorire attività utili ai piani delle élite.
Questa è l’Europa che continuano a propinarci se continuiamo, così come questo governo italiano continua ancora a fare (perdonate le ripetizioni rafforzative), ad accettare questo sistema. Non un’Europa di popoli ma un’Europa mercantile, globalista, umanitarista, umanista, anticristiana, elitaria, transizionista, distopica.
Loro vogliono i nostri giovani perchè i giovani sono il futuro del nostro Paese. Spetta a noi salvarli dalle grinfie del Grande Fratello Europeista. Cominciamo con il fargli conoscere prospettive di vita, di educazione e di lavoro diverse. Ci ringrazieranno di non essere stati riprogrammati, a suon di milioni e neolingua, e condotti, con l’ennesima transizione, ne il mondo nuovo che vorrebbero.
Di Gloria Callarelli, fahrenheit2022.it
20.12.2022
Gloria Callarelli. Nata a Vittorio Veneto (TV), si è laureata in “Scienze della comunicazione e produzione multimediale” all’Università di Padova. Ha esordito come giornalista televisiva per poi dedicarsi per un periodo al cartaceo e infine all’online, dove scrive stabilmente dal 2011 per un quotidiano nazionale e per diverse realtà dell’informazione indipendente. Frizzante, forte e battagliera difende da sempre i valori della vita, della famiglia, della fede e delle libertà contro la piaga del mondialismo: temi che l’hanno convinta a più riprese anche a partecipare attivamente alla vita sociale e politica del proprio Paese. Appassionata di arte, storia, letteratura, politica, è costretta ad avere sempre a portata di mano un taccuino o un cellulare per appuntare le sue poesie. E’ moglie e mamma.
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