umberto marabese
Il ministro della Salute Orazio Schillaci ha criticato, in sede europea, il meccanismo di acquisto dei vaccini anti-covid.
“Un’allocazione non efficiente della spesa pubblica con un eccesso di acquisti di vaccini anti-Covid in un contesto di domanda calante, oltre a rappresentare uno spreco in sé, sarebbe difficilmente compreso dai cittadini e rischierebbe di generare paradossalmente un senso di disaffezione verso future campagne vaccinali“, ha dichiarato il successore di Roberto Speranza, sottolineando l’urgenza, per la Commissione europea, di “porre in essere tutte le azioni contrattuali per tutelare i diritti degli Stati membri“.
“Reputo necessaria la rinegoziazione dei contratti con le case farmaceutiche” ha dichiarato ancora il ministro intervenuto al Consiglio europeo dei ministri della Salute di Bruxelles.
Schillaci ha anche parlato dei risarcimenti per i danneggiati:
“Credo sia indispensabile che la Commissione Europea in sede di rinegoziazione riveda la clausola degli Advanced Purchase Agreement, (contratti di acquisto anticipato, ndr) che pone a carico degli Stati membri il risarcimento e/o l’indennizzo dovuto per i danni cagionati dai vaccini, nonché le spese legali sostenute dalle case farmaceutiche produttrici nei singoli procedimenti, non essendo ragionevole che esse gravino sugli Stati membri, specialmente dopo l’autorizzazione all’immissione in commercio ordinaria dei singoli vaccini come anche rilevato dalla Corte dei Conti europea.”
L’Europa ha acquistato dalle case farmaceutiche 4,2 miliardi di dosi per 477mila cittadini, circa otto dosi a testa, se si considerano anche i neonati. l’Italia non è da meno e si è aggiudicata 330 milioni di dosi, per una popolazione che sfiora i 60 milioni.
Fiale che per la gran parte sono stoccate da mesi a Pratica di mare e negli hub vaccinali delle varie regioni, inutilizzati e addirittura scaduti per una buona parte. Secondo le stime di inizio novembre scorso erano 15 milioni le dosi in eccesso, ma in forza dei contratti le forniture continuano e proprio a causa della domanda sempre più scarsa le case farmaceutiche produttrici hanno aumentato il prezzo dei sieri.
La società Airfinity, che fa analisi statistiche in campo sanitario, ha stimato che il prezzo medio per dose raddoppierà da 18 dollari nel 2021 a 37 nel 2023. Sempre secondo Airfinity, è rimasto inutilizzato il 10% del totale delle fiale prodotte.
I numeri delle eccedenze vaccinali danno la misura di quanto denaro pubblico sia stato sprecato a causa delle politiche di acquisto dei sieri, ora che il messaggio è stato recapitato dal ministro Schillaci direttamente in Europa, dove si stilano i contratti con le Big Pharma produttrici, il problema non potrà più passare sottotraccia sui tavoli dei decisori di Bruxelles.
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