Con uno studio pubblicato su Nature nei giorni scorsi, quello che era da considerarsi un sentimento percepito da una parte della popolazione diventa un elemento scientificamente documentato.
“Atteggiamenti discriminatori nei confronti dei non vaccinati durante una pandemia globale“, è il titolo dell’articolo pubblicato post revisione paritaria l’8 dicembre 2022. Si tratta di una revisione di tre studi, con un campione complessivo di più di 15mila persone, stilata da un gruppo di ricercatori di scienze politiche delle università di Aarus in Danimarca e Budapest, Ungheria. Un’analisi condotta su 21 Stati dei diversi continenti del mondo, tra cui l’italia, che dimostra che i vaccinati tendono a tenere atteggiamenti di discriminazione verso i non vaccinati, ma non viceversa.
“Attraverso tre studi sperimentali congiunti – scrivono gli autori -, dimostriamo che le persone vaccinate esprimono atteggiamenti discriminatori nei confronti dei non vaccinati, tanto quanto gli atteggiamenti discriminatori subiti da categorie simili come immigrati e minoranze”.
Al contrario – si legge ancora nella pubblicazione di Nature -, non vi è alcuna prova che gli individui non vaccinati mostrino atteggiamenti discriminatori nei confronti delle persone vaccinate, ad eccezione della presenza di influenze negative in Germania e negli Stati Uniti.
Secondo i risultati dello studio, solo in Ungheria e Romania non si assisterebbe ad alcuna forma di discriminazione dei non vaccinati. In questi paesi risulta vaccinata rispettivamente il 63,9% e il 42,3% della popolazione.
“Moralismo vaccinale”, la colpa delle élite
I ricercatori includono, tra i responsabili del fenomeno, le pressioni messe in campo da governi e autorità: “Le élite e il pubblico in generale vaccinato hanno fatto appello agli obblighi morali per aumentare l’adozione del vaccino COVID-19, ma i risultati attuali suggeriscono che sono emersi contemporaneamente atteggiamenti discriminatori, incluso il sostegno alla rimozione dei diritti fondamentali”.
In base allo studio, esiste una forte correlazione tra alti tassi di vaccinazione a livello nazionale e atteggiamenti più discriminatori. I ricercatori hanno comparato la situazione dei non vaccinati con quella di altre minoranze soggette a discriminazione, i risultati mostrano che i non vaccinati sono sfavoriti tanto quanto i tossicodipendenti, molto di più degli ex carcerati, degli atei e dei malati mentali.
Secondo le evidenze riscontrate dai ricercatori i non vaccinati vengono generalmente percepiti dai vaccinati come i cosiddetti “free riders”, cioè le persone che usufruiscono di beni pubblici senza contribuire al loro mantenimento. In particolare, negli Stati Uniti i vaccinati sostengono che ai non vaccinati dovrebbero essere negati i diritti fondamentali.
In sostanza, le dichiarazioni moralistiche profuse dalle autorità sulla presunta mancanza di solidarietà e spirito collettivo da parte di chi non vuole vaccinarsi, hanno fatto breccia nell’opinione pubblica e acuito una spaccatura nella società. Ora che questo assunto sembrerebbe dimostrato sul piano scientifico e statistico, governanti e istituzioni dovrebbero spendersi per ricucire la frattura.
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