"Ho declinato l'invito". Il figlio del cofondatore gioca di sponda con Di Battista e con coloro che chiedono il limite dei due mandati e la trasparenza sui voti ottenuti dai 30 relatori di domenica.
L’invito è arrivato ma in extremis. Solo ieri i vertici del Movimento 5 Stelle hanno invitato Davide Casaleggio alla due giorni in streaming degli Stati generali. Ma niente da fare. Il figlio dei cofondatore affida a Facebook un post che trasuda rabbia e rancore. Quindi, alla vigilia della kermesse, colui che tiene le password di tutti i sistemi informatici su cui si basa M5s inizia a scagliare sassi sulla sua creatura: “Ho deciso di declinare perché ritengo che se ci sono delle regole di ingaggio, queste debbano essere rispettate”.
È qui che si delinea l’asse tra Casaleggio e Alessandro Di Battista. Quest’ultimo è tra i trenta relatori, votati sulla piattaforma Rousseau, che parleranno domenica mattina. Tuttavia non si conoscono le preferenze che ogni singolo relatore ha ottenuto. Si vocifera che questi dati siano stati tenuti nascosti perché il ribelle Dibba abbia stracciato gli altri concorrenti tra cui Luigi Di Maio. Ma sono solo voci di corridoio dal momento che, come si è detto, i risultati non sono stati pubblicati ma solo un elenco in ordine alfabetico.
“Penso sia doveroso pubblicare i voti sia dei delegati del sabato sia dei relatori della domenica prima dell’evento – scrive Casaleggio facendo da sponda a Di Battista - come anche i verbali delle riunioni provinciali e regionali, nella versione originale, che riportino i risultati degli incontri ufficiali nei quali tutti hanno potuto partecipare e che oggi non sono pubblici. Inoltre, le persone che dibatteranno dei nostri valori dovrebbero in primis aver rispettato le regole che abbiamo oggi. Non vorrei che si arrivi al paradosso che a scrivere le regole siano anche coloro che per primi non le rispettano. Probabilmente tutto ciò potrebbe dare l’integrità e la trasparenza che merita questo percorso”.
Casaleggio, con questo colpo di coda, prova a mettere in chiaro anche la regola cardine del limite dei due mandati. Altro tema su cui si sta spendendo Di Battista che ha un secondo mandato da consumare a differenza di tanti altri. “Leggendo il documento di guida della discussione del primo giorno, registro che molte decisioni sono già state date per acquisite e si chiedono solo i dettagli. Su altre, come la questione sul vincolo dei due mandati l’indicazione dai territori è stata chiara, ossia che rimanga intoccabile, ma al primo punto del documento guida si indica esplicitamente di dibattere su eventuali deroghe da adottare”. Tra queste la possibilità di far votare la rete a favore di una persona che si è particolarmente distinta affinché gli venga data l’opportunità di candidarsi per la terza volta.
Ecco il masso che ha lanciato Casaleggio a supporto della corrente guidata da Di Battista che ha visto già Barbara Lezzi, per esempio, chiedere che venissero pubblicato i risultati della votazione sui trenta relatori. Ora il figlio del cofondatore apre la strada al tema principale, quello della deroga al limite dei due mandati. Passa da qui il futuro del Movimento 5 Stelle e dei suoi capi.
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