venerdì 3 aprile 2020

Pietro Salvadori x Huffington Post - A Palazzo Chigi-Conte e al ministero della Sanità-Speranza hanno spalancato gli occhi in segno di stupore:Corsa a correggere il tiro sulla fase 2

Conte al Comitato Operativo della Protezione Civile con il Ministro


Conte al Comitato Operativo della Protezione Civile con il Ministro Speranza

Le parole di Borrelli sul 16 maggio spiazzano il governo, che per non aprire un fronte con la Protezione civile fa rispondere il Consiglio superiore di sanità. Critiche in maggioranza sul Commissario, il Pd: "Per la riapertura serve cabina di regia".



Pietro Salvatori

Giornalista politico

“Bisogna subito correggere il tiro”. A Palazzo Chigi e al ministero della Sanità hanno spalancato gli occhi in segno di stupore sentendo Angelo Borrelli. Il capo della Protezione civile ai microfoni di Circo Massimo ha spiegato seraficamente che “la fase due potrebbe iniziare il 16 Maggio” e che, a prescindere, “non credo che passerà questa situazione per il 1 maggio, dovremo stare in casa per molte settimane”. Un messaggio dirompente. Per le modalità in cui è stato dato. Ma anche e soprattutto per un’orizzonte infinito, un mese e mezzo di clausura, che contrasta con la politica degli annunci step-by-step adottata finora dal governo per non seminare panico e frustrazione tra I cittadini.
Parte una girandola frenetica di telefonate. Si decide subito che la componente politica non deve rispondere....

 Smentire Borrelli, aprire un fronte polemico con uno dei commissari all’emergenza, aprirebbe un fronte difficilmente controllabile e potenzialmente dirompente. Di lì a poco Franco Locatelli, presidente del Consiglio superiore di sanità, è atteso in conferenza stampa. A lui viene conferito il mandato di smorzare l’effetto annuncio del capo della Protezione civile: “Le date per la proroga piuttosto che l’allentamento delle misure di distanziamento sociale spettano solo e unicamente al decisore politico. Quindi saranno loro a dare queste indicazioni, sicuramente anche dopo un confronto con noi, all’intero paese”.

Parole che servono anche per rispondere indirettamente alle critiche mosse all’esecutivo di essere stato di fatto commissariato dagli esperti. Locatelli specifica due cose, dunque: concede al governo oneri e onori delle scelte, e riporta esplicitamente il comitato tecnico-scientifico nell’alveo della consulenza cui formalmente è incaricato. Rispondendo a una domanda, Locatelli, sia pur con il savoir faire cui ha abituato nel consueto appuntamento con la stampa delle 18, ha fatto fatica a nascondere il suo pensiero sul carattere improvvido delle parole di Borrelli: “Più di una volta abbiamo sottolineato la responsabilità che abbiamo a vari livelli anche in termini di comunicazione scientifica, che deve sempre guidarci. Stimo tantissimo il dottor Borrelli, è un collega con cui si ha il piacere e il privilegio di lavorare e certamente dovremo fare insieme una riflessione per essergli vicino anche a livello comunicativo”.
Nicola Zingaretti prova a buttare acqua sul fuoco: “Ripartire prima? La principale misura economica è sconfiggere il virus”. Ma il nel Partito democratico si inizia a mettere in discussione la filiera decisionale che vede in Conte e nel comitato tecnico scientifico i decisori unici della fase di emergenza. E’ lo stesso segretario a chiedere una “cabina di regia” che si faccia carico della fase 2, del come ripartire e del cosa e quando riaprire. Il capogruppo alla Camera Graziano Delrio specifica che al tavolo dovrebbero partecipare “enti locali, regioni, esperti sanitari, economici e statistici”, per valutare insieme “i dati, studiare forme e tempi, adottare misure sanitarie e sociali per la ripartenza”.
In alcuni settori di maggioranza si registra una marcata insofferenza per la predisposizione agli scivoloni comunicativi del commissario, già inciampato sulle stime dei contagi non monitorati dai tamponi. Quella sulla data di riapertura rischia di lasciare tracce profonde. Per i modi e per i tempi della comunicazione. “Dobbiamo vedere la curva epidemiologica – spiega una fonte vicina al dossier – che risultati ci daranno le sperimentazioni sierologiche e quelle tecnologiche che stiamo mettendo in campo, dire date a caso alimenta solo la confusione”. Il punto è che dal 13 aprile in poi l’esecutivo si prepara solo a piccole e mirate riaperture delle filiere produttive. E che l’irritazione per le parole di Borrelli sono in parte dovute alla previsione che, per un allentamento – se non un’eliminazione – delle restrizioni sociali la data indicata potrebbe non essere campata in aria.


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