mercoledì 8 aprile 2020

ANSA - Le fabbriche del Nord vogliono riaprire...

VERANO BRIANZA, ITALY - MARCH 25: A man checks a chassis as he works inside the Cifra production plant...


EMANUELE CREMASCHI VIA GETTY IMAGES

VERANO BRIANZA, ITALY - MARCH 25: A man checks a chassis as he works inside the Cifra production plant on March 25, 2020 in Verano Brianza, near Milan, Italy. Cifra is a manufacturing company producing garments for leading global fashion brands. Following the novel Coronavirus outbreak in Italy, Cifra has converted its industrial activities to patent and produce a high-tech, double layered and water-repellent protective face mask for civil use, called WARP-MASK. (Photo by Emanuele Cremaschi/Getty Images)

Documento congiunto degli industriali di Lombardia, Piemonte, Veneto ed Emilia Romagna (il 45% del pil italiano). La richiesta a Conte: "Necessario concretizzare la Fase 2. A rischio gli stipendi"

La Confindustria di Lombardia, Emilia Romagna, Piemonte e Veneto hanno sottoscritto un agenda per la riapertura delle imprese e la difesa dei luoghi di lavoro e fronteggiare l’emergenza coronavirus. Se le quattro principali regioni del Nord che rappresentano il 45% del Pil italiano non riusciranno a ripartire nel “breve periodo il Paese rischia di spegnere definitivamente il proprio motore e ogni giorno che passa rappresenta un rischio in più di non riuscire più a rimetterlo in marcia”...
Gli industriali di Lombardia, Piemonte, Emilia Romagna e Veneto, sottolineano che “mai nella storia della Repubblica ci si è trovati ad affrontare una crisi sanitaria, sociale ed economica di queste proporzioni. In questo gravissimo contesto, la salute è certamente il bene primario, e ogni contributo affinché si possano alleviare e contrastare le conseguenze dell’epidemia è cruciale”. Bisogna tuttavia essere “consapevoli - prosegue il documento - che all’emergenza sanitaria seguirà una profonda crisi economica: dobbiamo quindi essere in grado di affrontarla affinché non si trasformi in depressione e per farlo abbiamo bisogno innanzitutto di riaprire in sicurezza le imprese”.
“Prolungare il lockdown significa continuare a non produrre, perdere clienti e relazioni internazionali, non fatturare con l’effetto che molte imprese finiranno per non essere in grado di pagare gli stipendi del prossimo mese”, si legge nel documento congiunto. “Chiediamo quindi di definire - prosegue - una roadmap per una riapertura ordinata e in piena sicurezza del cuore del sistema economico del Paese. È ora necessario concretizzare la Fase 2. Bisogna realizzare un percorso chiaro e decisioni condivise con una interlocuzione costante tra Pubblica Amministrazione, associazioni delle imprese e sindacati che indichi le tappe per arrivare alla piena operatività. La salute è il primo e imprescindibile obiettivo: le imprese devono poter riaprire, ma è indispensabile che lo possano fare in assoluta sicurezza, tutelando tutte le persone. Bisogna quindi definire un piano di aperture programmate di attività produttive mantenendo rigorose norme sanitarie e di distanziamento sociale”.
I sindacati Cgil Cisl e Uil hanno inviato una richiesta al premier Giuseppe Conte per chiedere un nuovoincontro riguardante “l’applicazione del Protocollo della sicurezza nei luoghi di lavoro” e le decisioni che “il Governo intende assumenre in relazione alle attività sospese per ora fino al 13 aprile prossimo perché considerate non essenziali”, si legge nella lettera firmata dai tre segretari generali: Maurizio Landini, Annamaria Furlan e Carmelo Barbagallo. 


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