Nella foto in evidenza la firma del testo della Costituzione da parte di Enrico De Nicola, capo provvisorio dello Stato eletto dall’Assemblea Costituente, del capo del governo Alcide De Gasperi e di Umberto Terracini, presidente dell’Assemblea Costituente, comunista, parlamentare del Pci per 9 legislature, dal 1948 al 1983.
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Ci sono modi diversi di presentarsi e dare un’impronta al proprio lavoro. Mattia Feltri, appena nominato direttore dell’Huffington Post incaricato di scrivere l’editoriale del 25 aprile, offre questa perla di ricostruzione storica:
“La nostra Costituzione, scritta da tutti i partiti antifascisti, compreso il Partito comunista, è una Costituzione antifascista e, nella prassi, diventa una Costituzione anticomunista (corsivo nostro) proprio perché conduce l’Italia nel mondo libero e democratico”.
Le avevamo sentite tutte: la Costituzione respira troppo di socialismo e quindi va cambiata, il 25 aprile è divisivo e quindi va cambiato, l’Italia ha bisogno di recuperare le ragioni dei vinti della Seconda guerra mondiale (cioè i fascisti e i nazisti) e quindi le festività vanno cambiate.
Poi, all’improvviso, arriva un angelo pacificatore che per convincere la parte a cui in fondo è più affine, cioè il centrodestra, che il 25 aprile va rispettato e in parte anche amato – del resto, come si fa a fare il primo editoriale politico su un giornale che fu del gruppo l’Espresso attaccando il 25 aprile? – cerca di convincere che, “dai, in fondo li abbiamo fregati quei tonti di comunisti”. Abbiamo fatto credere, a quegli allocchi di Togliatti, Terracini, Longo, Pajetta, Jotti, che la Costituzione l’hanno sì scritta loro ma poi ce la siamo fatta consegnare e l’abbiamo trasformata nella bibbia dell’anticomunismo. E per non destare sospetti, lo abbiamo fatto “nella prassi”, senza dare nell’occhio, così, un po’ alla volta. Furbi....!-----
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