L’Articolo 13 della Costituzione italiana parla chiaro:
“La libertà personale è inviolabile. Non è ammessa forma alcuna di detenzione, di ispezione o perquisizione personale, né qualsiasi altra restrizione della libertà personale, se non per atto motivato dell’autorità giudiziaria”.
Già i Decreti della Presidenza del Consiglio dei Ministri (DPCM) degli ultimi mesi avevano sollevato obiezioni da parte di numerosi giuristi, ma ora, con il Decreto del 26 aprile di Giuseppe Conte – secondo il noto avvocato esperto di diritto costituzionale Giuseppe Palma – si è superato ogni limite. Addirittura Conte, per illustrarne il significato, si avventura nel tentativo di definire i termini “affetto stabile”, quando cerca di spiegare chi si può andare a trovare e chi no. Le forze dell’ordine dovrebbero dunque trovarsi a decidere sulla natura dei nostri affetti più intimi, quando si trovassero a valutare le giustificazioni che diamo, sorpresi sulla strada per raggiungere un nostro caro. Una follia, secondo Palma! Nessuno dei 450 illustri signori che compongono le Task Force del Governo ha il diritto di privare neppure un singolo cittadino della Repubblica italiana della sua libertà. Ecco le ragioni dell’avvocato, nelle dichiarazioni rilasciate a #Byoblu24
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