mercoledì 8 aprile 2020

x Huffinton Post Angela mauro - Buio sull'Europa...dalla UE. Nulla di fatto all'Eurogruppo

Eurogruppo

Non bastano 16 ore di trattative: Nord e sud Ue contrapposti, si rinvia a giovedì. L'Italia chiede Mes senza condizioni e uno strumento di debito comune. No di Germania, Olanda, Austria...


Angela Mauro  per Huffington Post

La riunione inizia nel primo pomeriggio, in videoconferenza. Ma dopo una lunga notte l’Eurogruppo ancora non riesce a prendere una decisione sul ‘che fare’ di fronte ad una crisi economica inedita per l’Unione Europea. Nulla di fatto: il presidente dell’Eurogruppo Mario Centeno ha quindi deciso di sospendere la riunione che riprenderà giovedì. Annullata la conferenza stampa prevista per stamattina. 
“Dopo 16 ore di discussione - ha scritto il presidente dell’Eurogruppo Mario Centeno in un tweet - ci siamo avvicinati a un’intesa ma ancora non ci siamo. Ho sospeso l’Eurogruppo che riprenderà domani. Il mio obiettivo rimane quello di creare una forte rete di protezione contro le conseguenze del Covid-19”....
Il coronavirus lascia i ministri dell’Economia della zona euro a discutere per ore, a continuare a oltranza, spaccati, storditi e confusi sulla reazione, nord e sud blocchi contrapposti come mai era successo prima. Impegnati in qualche modo a tenere insieme una Ue che, ai tempi del Covid-19, davvero scricchiola. 

La spaccatura scorre tra i due fronti, da una parte Germania, Olanda, Austria, Finlandia e altri paesi rigoristi; dall’altra, Italia, Francia, Spagna, Portogallo, Grecia, Irlanda e i paesi meno in linea con le regole europee di bilancio. Però questa è solo una parte della storia. I blocchi restano pressoché uniti, ma al loro interno ci sono differenze. Anche sostanziali.
Il ministro italiano Roberto Gualtieri tenta di portare avanti fino alla fine la richiesta di Roma: se si devono usare i fondi del Meccanismo europeo di stabilità, sia senza alcuna condizione. Cioè senza piani di rientro a emergenza finita, senza prevedere un’ennesima epoca di austerità, seppure tra qualche anno. Ma non passa di fronte al muro di Berlino, per non parlare dell’Olanda, tra i più oltranzisti fin dall’inizio di questa storia, i più contrari agli eurobond, il pomo della discordia da cui nasce questa spaccatura. Eppure ormai in Germania il dibattito è avanzato su questo argomento, fino a ieri tabù. Stasera la rivista Der Spiegel pubblica un articolo, addirittura in francese, a firma del caporedattore Steffen Klusmann dal titolo: “Rifiutando gli eurobond, la Germania dimostra egoismo, ostinazione e codardia”. Forte. Ma non sortisce effetti di sostanza, per ora.

Nonostante i progressi nessun accordo ancora all’. Continuiamo a impegnarci per una risposta europea all'altezza della sfida del .
È il momento della responsabilità comune, della e delle scelte coraggiose e condivise.

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Oltre al Mes senza condizioni, Roma cerca di insistere anche sulla proposta avanzata con la Francia di un fondo europeo di rinascita creato con emissioni di debito comune. Questa è la proposta del ministro francese Bruno Le Maire, che, a differenza del governo italiano, accetterebbe un ricorso al Mes con bassa condizionalità, ma esige che il documento finale dell’Eurogruppo comprenda il fondo proposto con Roma e non solo con un vago accenno.
La prima bozza di conclusioni infatti si fermava lì: al vago accenno. Della serie: intanto approviamo il pacchetto elaborato dal nord, del fondo discuteremo. Nel pacchetto, oltre al Mes - con condizionalità meno rigide ma che prevedevano comunque la firma di un Memorandum, in grado di dare crediti per 240 miliardi di euro in totale, per ogni paese il 2 per cento del pil (per l’Italia 39 miliardi) - anche l’intervento della Banca europea per gli investimenti, 200 miliardi per le piccole e medie imprese, e il piano per la disoccupazione (Sure) della Commissione europea, un meccanismo da 100 miliardi per sostenere la cassa integrazione nei paesi membri.
In tutto, 500 miliardi di euro. Poco anche per le stesse stime dei Commissari europei Paolo Gentiloni e Thierry Breton, che hanno firmato insieme un testo sul ‘fondo europeo di rinascita’, con l’obiettivo di mobilitare il 10 per cento del pil europeo, 1500 mld di euro, che in proporzione è quanto ha mobilitato la Germania per le sue esigenze nazionali. Ma il loro piano non è stato nemmeno adottato da tutta la Commissione e dalla presidente Ursula von der Leyen. Arriva azzoppato all’Eurogruppo.
Niente da fare. Di fronte, c’è il muro nordico, ostile a qualsiasi ipotesi di condivisione del debito. Disponibile al massimo a parlarne dopo, a emergenza conclusa, quando si potrà fare una stima dei debiti dei vari paesi e si potranno pesare i danni.
La discussione si incarta qui. Ma i ministri decidono di continuare per non rinviare la palla ai capi di Stato e di governo che si riuniranno dopo Pasqua: è già successo due volte nell’ultimo mese, dopo l’Eurogruppo del 17 marzo e dopo quello del 24 marzo. Poi il 26 marzo i leader non hanno deciso, rimandando la palla ai ministri. Non era uno spettacolo che potesse continuare. Perciò avanti anche tutta la notte per uscire con una qualche conclusione.
L’unica possibile, mentre scriviamo, sembra a ‘quattro gambe’. Mes (ma Roma continua a chiedere che sia senza condizioni e questa richiesta per ora non passa), Bei, Sure e il fondo europeo di rinascita, la cosa che più assomiglia agli eurobond bocciati dal nord. I paesi indisposti ad accettare un pacchetto che escluda la ‘quarta gamba’ sono infatti tanti: Italia, Francia, Spagna e gli altri del sud che erano partiti dalla richiesta di eurobond. Invece solo l’Italia chiede un Mes senza condizioni. Se si arriva ad un pacchetto con quattro strumenti, pur con l’uso del fondo Salva Stati a bassa condizionalità, anche Roma accetterebbe. Per poi spiegare che questo non significa entrare in automatico nel ‘braccio’ del Mes: il suo intervento resta opzionale e sta allo Stato membro chiederlo.

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