Poiché ho vito che il TG5 (ormai Tg-Carfagna) ha dedicato un lungo servizio ai disordini di Hong Kong dei “giovani” che chiedono “la democrazia”, non ha avuto modo né tempo di mostrare come la democrazia sta funzionando a Parigi.
Soprattutto, le tv italiane non hanno dato la seguente notizia:
a Lione, uno studente di 22 anni s’è dato fuoco davanti alla residenza universitaria dove abitava, sulla pubblica strada, in pieno giorno. Ha lasciato sui social la sua motivazione: una denuncia in piena regola, lucida e atroce, del massacro sociale, la povertà, la mancanza di prospettive di cui è responsabile la svalutazione salariale imposta dalla UE e dall’euro-...
Lyon : un étudiant «brûlé à 90%» après s’être immolé par le feu en pleine rue
Traduco il suo disperato messaggio:
“Oggi commetto l’irreparabile. Scelgo l’edificio universitario non a caso: ho preso di mira un luogo politico, il ministero della ricerca e dell’università e per l’estensione il governo.
Racconta che, non avendo superato un esame, ha perso la borsa di studio. “Ma anche quando l’avevo, 450 euro al mese, bastano per vivere?
[…]
E dopo questi studi, quanto tempo dovremo lavorare e pagare i contributi per una pensione decente? E avremo la possibilità di pagare i contributi, con la disoccupazione di massa?”
E fa sua la richiesta del sindacato studentesco socialista: salario a vita e riduzione a 32 ore dell’ lavoro (una storica rivendicazione socialista francese: “lavorare meno per lavorare tutti”).
Prosegue: “Lottiamo contro l’ascesa del fascismo che non fa che dividerci, e del liberalismo che crea le ineguaglianze.
Io accuso Macron, Hollande, Sarkozy e la UE di avermi ucciso creando questa incertezza sul futuro di tutti noi, accuso anche Le Pen e gli editorialisti di aver creato paure secondarie.
Il mio ultimo desiderio è che i compagni continuino la lotta. Viva il socialismo, viva l’autogestione, viva la sicurezza sociale”.
Ora, provate solo a immaginare se uno studente si fosse dato fuoco in una piazza di Mosca o davanti all’università di Pechino o Hong Kong: riuscite solo a farvi un’idea dell’immenso clamore mediatico, del piagnisteo universale contro “le dittature”, della risonanza politica internazionale che questo tremendo evento avrebbe? Avete solo un’idea della glorificazione che i media farebbero dello studente auto-immolatosi “per la libertà”? Le tv ci racconterebbero tutto della sua vita, mostrerebbero tutte le sue foto, intervisterebbero la madre affranta, darebbero voce ai compagni e alle loro rivendicazioni ed atti d’accusa contro i governi; in breve, ne farebbero un eroe e un santo.
Ah, se solo fosse accaduto a Mosca! Quante lezioni morali ci avrebbero impartito gli editorialisti di grido sui mali dei regimi illiberali!. Quanti inviati sarebbero stati mandati sul posto! Invece è accaduto a Lione, e l’auto-immolato ha accusato Macron ela UE. Sicché, di questo Jan Palach europeo non sappiamo nemmeno il nome – né i media francesi, né ovviamente il regime di Parigi l’hanno comunicato. Sappiamo solo che l’anonimo, con ustioni sul 90% del corpo, fino all’altro ieri lottava tra la vita e la morte in un ospedale .
Lo sappiamo dal comunicato di solidarietà del sindacato studentesco di cui la vittima faceva parte, che ha come titolo: La precarietà distrugge le nostre vite.
E questa precarietà sta crescendo, e stroncando le speranze di interi settori della società. Per il complesso delle riforme austeritarie imposte in queste stesse settimane da Macron, “l’aumento del 12% per cento degli emolumenti nei primi in cordata viene compensato – fortunatamente – dal taglio del 15% delle indennità di disoccupazione; che per i “quadri” licenziati per delocalizzazione delle loro aziende, sale a -30%”, notifica sarcastico l’economista Philippe Béchade (fondatore del think tank alternativo Econoclastes).
L’idea di Macron è infatti che i sussidi di disoccupazione erano troppo grassi, e quindi non invogliavano disoccupati a cercare un lavoro qualunque, anche a 450 euro – come i minijob tedeschi.
“Insomma non aggredisce la disoccupazione, aggredisce i disoccupati”, sunteggia Thomas Portes, responsabile del collettivo ferrovieri “ex PCF”, ossia che votavano comunista. “E questo, mentre i padroni del CAC 40 (le prime multinazionali quotate a Parigi) intascano 277 il salario minimo.
Ogni settore sociale è ferito. Nel 2017, il 20% degli agricoltori francesi “non hanno avuto alcun reddito”, per la pressione dei prezzi al ribasso operato dalla grande distribuzione , la concorrenza mondiale, l’euro sopravvalutato per i prodotti agricoli europei.
Per di più, gli agricoltori senza reddito sono stra-indebitati con le banche. Ogni due giorni si uccide un agricoltore francese, un sinistro crescendo che si avvicina alla marea di suicidi dei poliziotti; e a cui hanno cominciato ad adeguarsi anche gli insegnanti, che si tolgono la vita perché i giganteschi figli degli immigrati, loro studenti, non riconoscono la loro autorità e spesso li malmenano fisicamente (girano video di questi fatti).
In questa il “filosofo e saggista” Pascal Bruckner invita Macron ad alzare l’età della pensione a 70 anni, onde anche i decrepiti possano godere della “state indiana della vita” di cui lui ci comunica di godere, grazie alla sua ricetta: “Amare, filosofare, e lavorare”. Quando si sa che Bruckner è j, si raggiunge la certezza: questa Europa che schiaccia i poveri, soddisfa completamente i signori del discorso – come in Italia.
Che di questa immane tragedia sociale a cui i francesi si rivoltano e che denunciano, la UE, l’euro e la sua logica sia la causa prima, lo ha spiegato Mario Draghi in questo video messo inonda da Byoblu
Nell’euro, “i paesi che hanno perso la possibilità di svalutare la moneta” non devono far altro che “la svalutazione interna”: ossia svalutare i salari, avvicinandosi a quello “giusto” per lorsignori, sui 450 al mese.
Quello che il rettiliano constata come un fatto oggettivo, e che la sua anima sopporta benissimo (lui i salari li ha avuti sempre più alti, adesso è milairdario) e senza sofferenza, che riferisce freddamente, mostra come non riesca nemmeno a cogliere l’effetto che ha su interi popoli popoli la prospettiva di impoverimento e precarietà: un effetto di arretramento della civiltà, della cultura anche scientifica , delle conoscenze, e insomma quell’arretramento epocale dell’Europa – un tempo faro dell’intelligenza creativa – nel mondo rispetto a Usa e Cina .
L’anonimo studente che si è dato fuoco a Lione ha capito meglio di questo genio tecnocratico e freddo mostro la gabbia in cui ci hanno rinchiuso,e che ci uccide. Non ne sappiamo nemmeno il nome.
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