(un lettore tedesco):
> Stimabile Signor Blondet,
> seguo con sconcerto la intricata vicenda della Acciaieria ILVA di Taranto e mi sconforta, come persona che è in parte italiana, di vedere sempre un inestricabile groviglio negli affari italiani che, mi perdoni, sembra confermare i tremendi pregiudizi che l’ ideologia nazionalsocialista aveva nei confronti dei popoli mediterranei, che venivano così definiti nei testi di propaganda sulla presunta superiorità germanica: ” i popoli mediterranei sono brachicefali, caotici, anarchici, ingovernabili, proni alla corruzione”. E’ un crudo, drastico e generalizzato pregiudizio, sono certo che la maggior parte degli Italiani non sono così ma vicende come quella di Taranto danno motivo di diffidenza qui nel mio Paese nei confronti degli Italiani anche se, certo, noi Tedeschi non abbiamo il diritto di giudicare altri popoli, non siamo certo immuni da difetti e lo stigma di quel che è accaduto nell’ ultimo Conflitto mondiale ci segna per sempre....
Non ho ancora capito di chi siano le responsabilità sul > disastro di Taranto e come si sia arrivati a tanto ma mi permetto di notificarLe un esempio che viene da Linz, in Austria, ove c’è un importante impianto produttivo del Gruppo VoestAlpine: senza clamori, senza confusione, senza arrestare la produzione, che è vitale per l’ economia austriaca, si sono progressivamene risanato gli impianti che, a ridosso della città, producono senza alterare l’aria e l’acqua.
> Viene spontaneo di chiedersi: perché non s’è fatto niente di analogo a Taranto ? Non so se mai troverà il tempo per rispondere a me e a tutti quelli che hanno a cuore la vicenda, di seguito Le allego comunque il collegamento alla Pagina di Rete di VoestAlpine, mi spiace che sia in tedesco, se ha difficoltà La prego mi faccia sapere, Le invierò la traduzione dei passaggi più importanti, dove si descrivono le misure adottate sin dal 1958 per la depolverazione dei fumi e la riduzione di composti nitrati e solforati.
> Cordialissimi saluti.
> Manfred R.
Collegamento:
Come non concordare con il giudizio “nazionalsocialista”? Purtroppo – lo ho anche riconosciuto in vari articoli – l’Italia non si sa dare una classe dirigente; e non da oggi, ma da secoli (se ne disperavano già Dante, Machiavelli…), e per questo è sempre stata occupata, sfruttata – governata dagli stranieri. Spesso chiamati da italiani perché li aiutassero ad eliminare altri italiani, i nemici interni. Situazione che vediam anche oggi, dove il “partito francese” lavora per Macron, e “gli europeisti” sono al servizio della Kommissione perché così sono più forti contro “populistie sovranisti”..
Su ILVA la vera assurda responsabilità risale la nostra magistratura che da anni persegue la chiusura dell’acciaieria, accusandola di inquinare: la magistrata è arrivata a sequestrare l’intera produzione a caldo, compreso il prodotto finito – l’acciaio – come “corpo del reato”.
Come ha scritto Vittorio Feltri:
“Il disastro cominciò anni fa quando la magistratura indagò la ditta accusata di inquinare l’ ambiente provocando il cancro a numerose persone, in particolare i dipendenti. In pratica, per semplificare, i proprietari – i signori Riva – furono arrestati e il capofamiglia, un grande industriale, ci lasciò per disperazione le penne. Mentre la fabbrica fu paralizzata con grave danno per tutta la comunità, incluse le maestranze. La magistratura fu implacabile, i padroni delle ferriere passarono per gente cinica che non esitava a sacrificare vite umane ai fini del business. In realtà risulta che a Lecce, dove non esistono opifici, la percentuale di vittime di tumore era uguale a quella di Taranto. Evidentemente il problema che causava i decessi era un altro, non l’acciaio e le sue scorie. Non importa, lo stabilimento entrò in una crisi micidiale di cui, con la rinuncia indiana, seguitiamo a patire le conseguenze”
O Nicola Porro:
Per questo la Mittal ha chiesto una immunità legale, davanti a un simile comportamento della procura di Taranto: perché l’impianto a caldo è ancora sotto sequestro legale, e quindi anche solo lavorarci rende passibile di arresti – preventivi, all’italiana.
Quanto all’esempio dell’acciaieria austriaca che mi porta, grazie, anche noi abbiamo acciaierie modello con proprietari e dirigenti capacissimi e all’altezza della migliore modernità tecnologica: esempio fra tutti, il gruppo Arvedi, recente vincitore di una gara in cui ha fornito agli USA un’acciaieria a ciclo completo chiavi in mano.
E’ che la “classe dirigente” sta al disotto della modernità, non solo ignorante, ma che vuole ignorare – credendo di sapere già tutto – e adesso governa la terza potenza industriale europea segueno l’ultima ideologia folle dettata da un comico, Beppe Grillo, la decrescita felice. La chiusura di ILVA è stato fin dall’inizio nel programma dei 5Stelle – e con l’aiuto attivo della magistratura, e senza la capacità di opporsi degli “alleati di governo”.. Nemmeno le voci delle migliaia di lavoratori presto disoccupati li convincono. Nemmeno le figure che fanno davcanti appunto agli stranieri come lei: uno dei misteri per me più impenetrabili, è che questo sedimento italiota, non prova vergogna della sua stupidità, ignoranza criminale – gli è estraneo quel sentimento onorevole che spesso è spinta delle persone a migliorarsi.
Questo è il mistero di cui non so darle ragione, per cui non abbiamo – da secoli – classe dirigente: mai chi temporaneamente “comanda” – o occupa il potere politico – nel cerca nella nazione coloro che sono i migliori , né ne cerca la collaborazione – ma li guarda con sospetto e li tiene lontani dal potere. C’è una falla non dell’intelligenza, ma del carattere: per cui devo constatare ogni volta che non solo comanda la plebaglia , ma comanda in modo imperioso: vuole essere obbedita, subito, sorda e cieca ad ogni ragionamento: vuole subito chiudere l’ILVA, così come “non vuole inceneritori” nella Roma che sta seppellendo sotto i suoi rifiuti – anche se inceneritori funzionano benissimo a Vienna come dovunque nei paesi del Nord, anche in Lombardia. Questa plebaglia imperiosa, mentalmente arretrata, è una specie di sedimento ineliminabile dell’essere italiano. Ed autorizza i giudizi come quello da lei riportato.
Non so che dirle, se non: ha ragione.
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