sabato 27 ottobre 2018

Maurizio Blondet - SU FICO-M5S Pres.te Camera, LE MAFIE DI SAN LORENZO E LA POVERA DESIRèE

SU FICO, LE MAFIE DI SAN LORENZO E LA POVERA DESIRèE



Ritorno sullo stupro di Desirée, cominciando sul  complesso immobiliare –  in   rovina da anni  –   dove gli africani l’hanno violentata fino alla morte.  Nel precedente articolo ho espresso il sospetto che  “qualcuno”  VOGLIA   il degrado criminale di quel quartiere. Ho postato la lettera della immobiliare che ne è proprietaria e   dice di non potervi accedere perché  il complesso in abbandono è sotto sequestro, e  il curatore che ne ha la responsabilità non fa nulla per risanarlo.
La società si chiama Tunda  Orange Immobiliare. Perché  ha sotto sequestro giudiziario  l’immobile? Trovo solo un articolo del 2009, firmato da Franco Bechis  –  il miglior giornalista italiano per sbrogliare certe matasse  – che ha per titolo:

“Il fratello di Walter non paga le  tasse”.

Valerio Veltroni, fratello maggiore di Walter Veltroni che è  stato sindaco di Roma (2001-2008) e la sua società ha “omesso” imposte, in modo “reiterato”, per 500mila euro....


Valerio Veltroni, presenza costante nei Cafonal di Dagospia  –   nelle feste in cui si raduna “tutta la Roma potentona da Mattarella in giù” http://www.dagospia.com/mediagallery/Dago_fotogallery-135078/657607.htm

In realtà, era un’altra società quella che non ha pagato le tasse: Tundra II,sempre di Veltroni brother.  Orbene, questa società “ presta alla società che diventa sua unica azionista (la San Crispino Holding) 3 milioni di euro, cifra che la San Crispino in parte utilizza per acquistare la Tunda II (197.140 euro) e un’altra finanziaria del gruppo, la Tundafin (3,56 milioni di euro), anche questa manco a dirlo a guida Valerio Veltroni. La incredibile partita di giro si chiude con un’altra operazione infragruppo: la Tundafin appena acquistata dalla San Crispino grazie ai soldi prestati dalla Tunda II (che per fare questo per l’ennesima volta manda in bianco il fisco italiano), restituisce il favore, e compra per 3,8 milioni di euro la quarta società del gruppo, la Tunda orange immobiliare (e chi la guida? Sorpresa: Valerio Veltroni). Grazie a questa operazione la Tunda II (che era azionista di maggioranza della Tunda orange immobiliare) incassa 2,076 milioni di euro che le consentono di sistemare i guai chiudendo perfino il bilancio 2008 con un utile di 2,047 milioni di euro”.
Capito? No, probabilmente.  Bechis ci viene in soccorso: “In fondo è semplice. Veltroni compra con la mano destra da Veltroni che con la mano sinistra ripaga Veltroni che così presta alla destra di Veltroni i soldi per ricomprare dalla mano sinistra di Veltroni”.
E non basta: il collegio sindacale ha rimarcato  “l’incongruenza della gestione finanziaria dei crediti infragruppo, non procedendo la società energicamente nei confronti dei debitori aziendali, ma addirittura, anche nel 2009, erogando prestiti ed anticipazioni ad altre aziende del gruppo già debitrici nei suoi confronti”.   Veltroni senior regalava denaro  ai suoi   debitori che non lo pagavano?  Perché? E perché dispone di 3,56 milioni di euro, se non paga le tasse perché accusa “difficoltà finanziarie”? E infine la domanda:
Non c’è qui l’ombra di un piccolissimo conflitto d’interessi fra la posizione di sindaco 2001-2008 del fratello, e le  acrobazie finanziarie oculatamente in  perdita di Valerio Veltroni?
Incapaci di rispondere, ci limitiamo a  postare il pezzo di Bechis. Un pezzo di antologia sul modus operandi del mondo degli   “imprenditori”  palazzinari romani ammanicati.  E impuniti .
Una lettrice mi ha girato un pezzo che  m’era sfuggito, sul Quotidiano Net:

Desirée Mariottini, il magistrato: “Sgomberi? La politica ha paura”

Qui parla un magistrato, Alfonso Sabella, oggi al Tribunale di Napoli, ma che  nel 2015 è stato  assessore alla Legalità di Roma,  “ha davvero mandato le ruspe a demolire gli stabilimenti abusivi, scatenando l’inferno. “Ho toccato interessi molto forti, così a volte giravo armato”.
Addirittura?  Dunque eccoci pronti a scoprire le altissime complicità e i protettori, gli Al Capone, i Sam Giancana de San Lorenzo, pericolosissimi, coperti da immunità inconfessabili.

Politici al  servizio di lobby pecorecce

Alla domanda:
Quali poteri si scatenano contro chi usa il pugno di ferro?
il giudice risponde:  “Movimenti per la casa, associazioni più o meno riconosciute con vertici potenti. Sono lobby pecorecce, non certo l’alta finanza o poteri forti. Ma fanno perdere consensi elettorali. È un racket quello delle occupazioni – si paga per stare abusivamente in un edificio e si creano nuovi schiavi – gli occupanti sono minacciati da chi gestisce servizi di accoglienza”.
Perché è così difficile intervenire nelle ‘zone franche’ delle città?
“Dietro il degrado ci sono interessi che fanno capo a questa o a quella parte politica. Se sgomberi un edificio occupato dall’estrema sinistra, ti applaude l’estrema destra. Se, per esempio, fai uscire Casapound, ti applaude la sinistra ma ti contrasta la destra”.
Dunque i partiti romani si piegano non di fronte a  degli Al Capone, ma a “Lobby Pecorecce” – come in fondo è tutto a Roma: delinquenti pecorecci, alla pastora, alla pajjata.  Ci sono centinaia, letteralmente, di “mafie capitali” impunite e occupanti zone franche:   Centri sociali, i Casamonica,  i  dipendenti dell’ATAC che falsificavano  i biglietti, assenteismo del 12% al giorno, “movimenti per la casa”,  ma anche al  liceo  Virgilio dove vanno i figli di papà della nomenklatura, impuniti e impunibili.  Se ci pensate anche la RAI con le sue cosche giornalistiche incistate e milionarie è una mafie pecoreccia – e persino  il Parlamento, con la sua autodichia – la possibilità di spendere e spandere quanto vuole, senza concorsi e senza controllo – è una delle mafie pecorecce e grasse  come  spaghettoni alla carrettiera.
Naturalmente il magistarto nomina Casapound…  si dimentica di dire che qui in San Lorenzo, ha  messo radici per un decennio il Collettivo di Via dei Volsci, un gruppo rosso criminale, violentissimi  picchiatori  per uccidere, specie di Brigate Rosse intoccabili – tutta gente che era vicina al Manifesto: è abbastanza come lobby pecoreccia? In teoria il Collettivo è  stato chiuso,  ma i vecchi militanti  non si sono allontanati, se i media parlano dell’”assessore all’Ambiente di zona, Rino Fabiano, cresciuto al collettivo autonomo dei Volsci, oggi indipendente Pd” (ti pareva?).  Naturalmente anche lui  –  proprio come il fratello di Veltroni – dichiara ai giornali che  ha fatto “otto segnalazioni in sette mesi”  all’ufficio per la  sicurezza dei municipi, ma senza risposta.
Tutti a garantire che, se solo dipendesse da loro, San Lorenzo sarebbe un modello  urbano  profumato e lindo.  Un paradiso dove, beninteso, gli spacciatori e gli stupratori vengono accolti, perché loro sono per “L’integrazione”, mica come quel fascista di Salvini.
La prova è che nel maggio 2017, attivisti del centro sociale poi diventato di accoglienza  “Baobab”, hanno  cercato di impedire l’arresto di un rapinatore e stupratore seriale, della Guinea Bissau, che avevano rifugiato tra il centinaio di immigrati che Baobab ha accolto nella sua tendopoli  presso la stazione Tiburtina: stazione  che i furti, i vandalismi, le violenze rendono  una specie di terra di nessuno.  Baobab è finanziata da Soros.
E’ un tutt’uno di “accoglienza” rossa e “integrazione”    che unisce   quelli di San Lorenzo con quelli di Baobab –  una integrazione che ha permesso ai quattro negri stupratori e omicidi di Desirée di stare lì anche se mille volte fermati e rilasciati,  espulsi e mai partiti, col permesso di soggiorno “umanitario” rilasciato da magistrati rossi e accoglienti.

Due degli stupratori. Avevano il permesso (scaduto) di protezione umanitaria, istituito da ROMANO PRODI – un’invenzione giuridica  esistente solo in Italia.

A  spacciare  droga  per rendere più spumeggiante la movida studentesca che fa di San Lorenzo,  più piccanti i localini dei vecchi compagni picchiatori divenuti “accoglienti e  umanitari” attorno all’immane complesso in rovina di Veltroni brother. E’ una convergenza di businesses che  si potenziano l’un l’altro, e ciò costituisce “l’integrazione”  secondo  questi.  Lo stupro, l’occasionale stuprettino (mica tanto raro: il 6 ottobre è toccato a una turista inglese di 30 anni, violentata a San Lorenzo da un nordafricano), e guai se invocate le ruspe – è fascista.
Quindi al massimo, la  sindaca Raggi  – dopo il massacro di Desirée  –  vieta gli alcolici dopo le 21, misura davvero draconiana, che scoraggerà di sicuro i criminali.
E’  il pecoreccio delle lobby Cafonal,  della cui eleganza morale è incaranzione una donna dello spettacolo op avanspettacolo romanesco, tale Selvaggia Lucarelli,  che ieri a proposito di  Desirée Mariottini :
pontifica: «Quindi Cucchi che spacciava e si drogava vittima delle forze dell’ordine italiane era un tossico di merda, Desiree che era stata denunciata per spaccio e si drogava vittima di stranieri era un angelo volato in cielo. La doppia morale di tanti italiani».  Per la verità, è il contrario: i media parlano del “geometra Cucchi”…
E’ il clima morale della Roma potentona che con le mafie pecorecce convive e fa gli affari.  In un clima di bontà appiccicosa. Falsa e insultante come le proposte del segretario PD Maurizio Martina su Repubblica:


E’ perfettamente calato nell’atmosfera pecoreccio-romanesca il  presidente della Camera di nome  Roberto Fico, a cadavere ancor caldo,  si è affrettato a proclamare che “non servono le ruspe” ma  “la coesione sociale è il mezzo fondamentale per costruire il resto della comunità solidale. Anche nei momenti difficili non ci vogliono ruspe ma più amore e partecipazione. Bisogna essere costantemente nei quartieri difficili senza lasciare mai nessuno solo”.
Cosa volete farci: il degrado di San Lorenzo è niente in confronto al degrado sociale, morale e politico di  un presidente  Fico, omogeneo in fondo all’atmosfera mentale e ideologica che chiama quel buco nero senza ordine né legge “il quartiere della movida”, che tollera i Casamonica e le buche, la spazzatura mai raccolta e  le cento occupazioni abusive – e le feste cafonissime sulle terrazze de sinistra.  Sordità, insensibilità  e cecità morale ripassata  in “bontà” e “amore” – come nella Roma pecoreccia si ripassano i broccoli nell’aglio .
Ma lui mica può cavarsela così. Poiché è un politico esponente di un partito di governo, il Fico  ha il dovere di  concretizzare quelle sue frasi, elaborarne un progetto politico.
Stabilito che “non ci vogliono  le ruspe” e ancor meno i poliziotti e le pene carcerarie, ma”più amore e partecipazione”   per “costruite la comunità solidale”, che cosa propone  allo scopo?  Per esempio:  tutti questi africani clandestini e illegali, tutti giovani, tutti maschi aitanti, gonfi di testosterone –  come   può un governo accogliente disinteressarsi dei loro diritti sessuali? E’ inaccettabile. Ci comportiamo con loro come se ci aspettassimo che vivano da angeli:  inaccettabile.  Sono venuti qui  in una società liberata,  che ormai accoglie i gay e lgbt  con vera coesione sociale, e vorremmo  che  i negri  vivessero in castità?
Lo stupro occasionale della turista o dell’italiana non è certo  la soluzione soddisfacente per questi giovanotti che rischiano, col permesso di soggiorno umanitario scaduto, di subire dei traumi  oltre quelli  inenarrabili che hanno sofferto in Senegal e Nigeria.  Dunque il presidente  Fico lanci un appello a  tutte  le militanti del 5 Stelle, a madri , sorelle e mogli, perché si prodighino come Scopatrici di Sostegno  ai poveri clandestini, nei locali del fratelli di Veltroni o nella tendopoli di Baobab.  Dovrebbe cominciare  a offrire la sua compagna,  che certo aderirà a una causa tanto umanitaria – praticamente  un atto di giustizia distributiva di pari valore morale del reddito di cittadinanza.  Altrimenti sono parole al vento, “bontà e coesione”.  Fatti, non parole.

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