domenica 28 ottobre 2018

Maurizio Blondet - Molti dicono alla Commissione UE: “Siete pazzi a sfidare l’Italia?”


Ashoka Modi: «l’insistenza della Commissione che il governo italiano onori gli impegni del governo precedente e riduca il deficit è totalmente irragionevole. L’austerità peggiorerebbe la congiuntura negativa aumentando il peso del debito pubblico»
Paul De Grauwe: “I tentativi della Commissione europea di allineare l’Italia oggi sono anche tentativi di imporre eccezioni a questo principio democratico. Non funziona, per fortuna.
[…] Si spera che la Commissione europea comprenda questo dilemma e che abbia una posizione flessibile, consentendo al governo italiano di avere un deficit di bilancio del 2,6%. Sarebbe un omaggio della Commissione all’esito di un cambiamento democratico in Italia. Ciò toglierebbe anche un’importante fonte di sconvolgimento nel mercato dei titoli di stato italiani e il rischio che ciò comporti per l’Eurozona nel suo complesso”.
Wall Street Journal, Financial Times, Bloomberg ormai lo dicono apertamente: le indicazioni di politica economica della Commissione europea sono totalmente irragionevoli. Il mainstream liberista anglosassone è pragmatico e non può che prendere le distanze dal fanatismo ordoliberista che alberga a Bruxelles (Massimo D’Antoni)
Patto di Stupidità, non Patto di Stabilità non si possono risolvere i problemi del debito imponendo norme fisse sul deficit per il futuro. La UE vuol governare l’economia col pilota automatico. E’ assurdo”  (Thomas Piketty).

“Macron ha sbagliato a schierarsi”

Aggiungo la valutazione di Bruno Bertez: “Contro l’Italia, Bruxelles applica la politica del ’tanto peggio’ –  e la Francia si spara sul piede”....

La Germania  ha applicato il tanto peggio anche con la Grecia, dice Bertez, perché   “la Germania non ha che un principio: storcere il braccio ai recalcitranti  alla sua Legge e alle sue Regole. La Germania è incapace di unirsi ad  una politica ragionevole di ricerca dell’optimum europeo. E’ un fatto viscerale, culturale, chiamatelo come volete, ma che non si può scalfire.
Lo si sa da lunga data e si sa che ci sono sempre stati nei paesi dominati dalla Germania dei collaborazionisti  per trasmettere gli  ordini tedeschi e fare in modo che siano eseguiti (da “esecuzione”) a qualunque prezzo.  Ma l’Italia non è la Grecia. Il popolo italiano s’è abituato all’idea  del braccio di ferro con la Germania.  La coalizione al potere è legittima col sostegno degli strati popolari e anche di una parte della borghesia. […]
A ingannarsi totalmente sono questi al potere in Francia. Col sinistro Moscovici. Per tre  ragioni:
  • La Francia sarebbe la prima vittima in caso di crisi italiana, perché come al solito è la più esposta al rischio finanziario e bancario verso l’Italia  – Vedi tabella:
  • L’esposizione della finanza francese in Italia. Non le conviene combatterci.



















  • La Francia è nella stessa situazione dell’Italia: non riesce a ridurre il suo debito, non risale la china come testimoniano la sua disoccupazione e i suoi deficit esteri.  Insomma la  Francia è parzialmente un paese del Sud, e geopoliticamente dovrebbe sostenere con discrezione le posizioni italiane  di fronte alle esigenze germaniche, invece di rincarare come fa [Macron].
  • Infine, la Francia come l’Italia è in quasi dislocazione politica – e se Macron non riesce a dare soddisfazione ai tedeschi è precisamente a causa di ciò: non può rischiare la frattura sociale e  la crescita populista” .
Macron ha commesso un errore fatale – dice Bertez –  quando ha puntato la sua campagna sulla convergenza con Merkel e le riforme,  che dovrebbero rendere alla fine l’euro meno austeritario e  più vivibile. Persevera, ed è diabolico.
“La Germania non è sicura di vincere il suo braccio di ferro;  l’Italia nemmeno, ovvio:  ma una cosa è sicura – lo scontro   farà dei danni notevoli.  Perderanno tutti, è suicida.
“Vale la  pena, per uno scarto dello 0,4% sul deficit italiano,  di ostinarsi a  difendere dei principi che rovinano la fiducia, minano il consenso e rallenteranno le economie non di decimi di punto, ma di punti interi?”.  Così l’economista francese.
Aggiungiamo noi:  con il crollo  già in atto delle borse mondiali?

“Bagno di Sangue” nelle Borse mondiali: “bruciati” (come dicono loro) 9 trilioni di dollari in cinque settimane filate di cali.

Le Figaro: “La  Commissione gioca un gioco  pericoloso”.
I passi salienti  dell’articolo:
“La fronda italiana è una minaccia esistenziale per la UE”.
“La coalizione italiana è costituita da leader molto più euroscettici e meglio armati, a livello intellettuale, del  governo Tsipras.
“…non è escluso che il fine  ultimo della manovra  del  governo italiano sia trascinare la Commissione in una trappola, consistente nel provocare una situazione di crisi per poi innescare l’esecuzione di un pano di uscita dall’euro, di cui la coalizione addosserà l’intera responsabilità  alla  Commissione. In questo contesto, il gioco della Commissione appare estremamente avventurista .  La sua scommessa potrebbe avere conseguenze incalcolabili per i popoli che si trovano presi in ostaggio  in questo scontro”.

Come si vede, i liberisti anglofoni criticano energicamente  la Commissione, Moscovici, Juncker per la posizione ideologica e di potere, non pragmatica,  che hanno assunto contro Roma. In Francia, si comincia ad aver paura   che lo scontro Commissione-Italia, del tutto sproporzionato alle misure (il 2,4% di sforamento non  mette in pericolo nulla, né l’euro né la UE)   possa schiacciare l’economia francese.
E i germanofoni?  Sul piano comico,  l’appello del cancelliere austriaco Sebastian Kurz: esorta l’Italia a non diventare una “seconda Grecia”: “Abbiamo tutti bisogno di lottare contro il debito nell’UE per diventare più competitivi”.
Frasario insensato, che dimostra totale ignoranza della questione italiana – commenta l’economista  tedeesco Heiner Flassbeck. Breve e cattivo.

“Ricattatori”,  “Buttateli fuori” – i  media tedeschi

Poi  c’è la copertina di Spiegel: “Ricatto”, che tradisce  rabbia e paura insieme
Perché certo, con l’economia  finanziaria mondiale che crolla, e con la Deutsche Bank che sta arrivando agli abissi  in cui implose  Lehmann,  non è proprio il caso di lanciare uno scontro distruttivo sulle banche italiane, che si ripercuoterebbe sulle tedesche. Una rabbiosa paralisi.

Il precipitare della Deutsche Bank ricalca sinistramente il crollo che si concluse col fallimento di Lehman Brothers nel 2008. In questa situazione, Berlino non può permettersi un attacco frontale contro le banche italiane, senza coinvolgeere la DB.

Ma  finalmente da una proposta tedesca  di Karsten Wendorff, economista  della Bundesbank,  quindi semi-ufficiale:
Siccome gli italiani “sono più ricchi dei tedeschi”, hanno più risparmio privato, “Roma deve obbligare gli italiani alla solidarietà”: prelevare il 20 per cento dei loro risparmi (non è una tassa patrimoniale, dice, ma  un prestito forzoso fruttifero)  con cui garantire metà del vecchio debito pubblico pari a 130%  del Pil.
Coincidenza singolare, un giorno prima di questo articolo apparso sulla Frankfurter Allgemeine Zeiung, la stampa italiana di regime già ventilava che il governo giallo-verde, per combattere lo spread,  avrebbe messo “una patrimoniale”,  un prelievo forzoso sui risparmi privati.  Anzi persino Marco Travaglio, in un  inedito, violentissimo e stranissimo attacco a Di Maio  “infantile e inadeguato” per aver osato criticare Mario Draghi, ne ha parlato. Conviene riportarne per intero il passo:
“…I 5 Stelle dovrebbero cambiare linguaggio e uscire dall’infantilismo che ieri ha portato Di Maio a mandare a quel paese Draghi, cioè l’unica autorità europea che non fa campagna elettorale contro l’Italia e tenta, per quel che può, di aiutarla. Dargliene atto e comportarsi di conseguenza, magari iniziando a pensare a una patrimoniale”.
Un fenomeno di telepatia?
Vediamo però la proposta tedesca  (qui 24 Ore che l’ha immediatamente ripresa e abbracciata):
Gli italiani dovrebbero subire un prelievo del 20%   sui loro patrimoni   –  ma per avere in cambio cosa?  L’onore e il privilegio di restare  nell’euro. Ossia  nella situazione di dipendenza e freno alla crescita di oggi. Schiacciati  ancora da una moneta sopravvalutata  del 20%  che ci penalizza nell’export, e sotto il tallone della Commissione  Gauleiter germanica  e di una BCE che non ci garantisce in nulla, non ci serve in nulla,  ma ci obbliga a seguire  le “riforme”tedesche di austerità perpetua – per altri venti o trent’anni di mancata crescita, degrado industriale e disoccupazione.
Dall’altra parte l’economista della Bundesbank, credendo di farci una provocazione,  sta ammettendo che non abbiamo bisogno della UE né della BCE.  Potete fare tutto da soli, ci spiega, ridurvi da soli il debito pubblico – ma  ciò significa che non abbiamo alcun motivo di restare nell’euro.  Ci dice – come già Draghi – che la Banca Centrrale Europea per noi non esiste – dunque dobbiamo farcene una nazionale.   Possiamo uscirne – non solo: ci conviene uscirne.---

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