venerdì 26 ottobre 2018

Marco Travaglio - "Salvirenzi" : Affinità elettive!

 PS:  <<Voi direte: il solito Travaglio ossessionato dal figlio di babbo Geppetto...>>...parole sante-verissime, Signor Marco Travaglio, io credo di quello che Lei scrive!
umberto marabese
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pressreader.com) –
 Nostra culpa, nostra maxima culpa: a furia di parlare del Salvimaio (Andrea Scanzi gli ha dedicato un libro e uno spettacolo esilaranti), abbiamo trascurato il Salvirenzi. Cioè quell’orrenda creatura nata dall’unione dei due Matteo, i quali tra l’altro pare si sentano sovente per concordare le mosse contro il comune nemico pentastellato. Affinità elettive, anzi elettorali, con la piccola differenza che poi Salvini i voti li prende e Renzi no. Voi direte: il solito Travaglio ossessionato dal figlio di babbo Geppetto. Allora guardatevi il video sul sito di Fanpage, che domenica ha mandato un cronista alla Leopolda a intervistare i fan del Matteo minore. O meglio: a leggere loro alcune frasi e a domandare se le abbia pronunciate Di Maio oppure Salvini. Eccole. 1) “Gli immigrati vanno aiutati a casa loro. Noi non abbiamo il dovere dell’accoglienza. Sarebbe un disastro politico, economico e sociale”. I discepoli renziani non hanno dubbi: quasi tutti rispondono “Salvini”, “quello che gli piaceva la camicia verde e l’ampolla con l’acqua del Po”, “quello che è contro i migranti in modo più chiaro”, uno che dice cose che “Renzi non direbbe mai”....
Infatti la frase è di Renzi. 
2) “Dobbiamo andare oltre i criteri di Maastricht creando un deficit anche del 2,9%”. Il popolo dei leopoldi s’indigna: “assurdo!”, “pazzesco!”, “un cretino!”, “coloro che non hanno a cuore le sorti dell’Italia”, “questo è Salvini”, “no, Di Maio”, “tutti e due”, “quelli che vogliono mandarci in bancarotta”. Infatti anche questa è di Renzi....

3) “Alziamo i pagamenti in contanti a 3 mila euro”. I seguaci del rottamatore rottamato schiumano di rabbia: “È pur sempre evasione fiscale, quindi Salvini”, “certo che è Salvini, perché comunque viene dal centrodestra di Berlusconi dov’è prevista la possibilità di evadere il più possibile”. Sventuratamente anche questa è di Renzi. 4) “Diamo all’Europa 20 miliardi l’anno e ne riprendiamo solo 12: o l’Europa mantiene le promesse sui migranti, o toglieremo i soldi all’Europa”. Gli apostoli del messia di Rignano non ci pensano su un istante: “Un cretino, le cose non stanno così!”, “un attacco strumentale all’Europa per spostare i problemi”, “una frase tipica di Salvini”, “trattandosi di soldi tutti e due sparano a caso”, “quei due incompetenti con cui non abbiamo nulla da spartire”, anzi no, “questo è Di Maio, io conosco bene gli avversari”. Purtroppo è sempre Renzi. L’inviato di Fanpage non arriva a tanto, ma potrebbe citare anche questa: “Se l’Europa boccia la manovra, noi la ripresenteremo uguale. Bruxelles non è il maestro che fa l’esame, non ha i titoli per intervenire”.
Chi era: Salvini? Di Maio? Macché: ancora Renzi, il 16.10.2015. Lo stesso che ora dà dei “cialtroni che ci porteranno a sbattere” a chi dice quel che diceva lui e fa molto meno di quel che voleva fare lui (il 2,9% di deficit-Pil i cialtroni se lo scordano). Per questo l’opposizione del Pd non esiste: perché il Pd ha già fatto e detto tutto e, per quanti sforzi facciano, i gialloverdi non sono ancora riusciti a eguagliarlo. L’altroieri, per dire, il Senato esaminava la legge leghista sulla legittima difesa. Il Pd ha votato a favore di uno degli articoli principali, il 2 (e senza che nessuno glielo chiedesse, essendo del tutto ininfluente per l’approvazione). Poi, come i coccodrilli, ha iniziato a piagnucolare per non aver votato contro. Il guaio è che l’art. 2 è pressoché identico a quello della legge sulla legittima difesa del Pd approvata nel 2017 solo alla Camera e firmata da quel genio di David Ermini (ora vicepresidente del Csm), che dava licenza di sparare ai ladri in caso di “grave turbamento”, ma solo nelle “ore notturne”. La Lega, perfidamente, ha lasciato il “grave turbamento” ed eliminato le “ore notturne”, anche per l’oggettiva difficoltà di fissarne la decorrenza col mutare delle stagioni, dell’ora legale e dell’illuminazione delle abitazioni (se tengo giù le tapparelle, è buio anche di giorno). E il Pd, per coerenza, ha votato come un anno fa, salvo promettere di non farlo più la prossima volta. Tanto la norma passerà lo stesso anche senza questi peli superflui.
Noi pensiamo della legge Salvini la stessa cosa che pensavamo della legge Ermini: una boiata pazzesca. E non perché spalanchi le porte al Far West o al fascismo, come ripetono i presunti avversari di Salvini, suoi preziosissimi alleati a loro insaputa. Bensì perché non serve a nulla, se non a incoraggiare la gente ad armarsi e sparare nell’illusione di un’immunità da indagini, processi e condanne che non potrà mai esserci. Se in casa mia viene trovato il cadavere di un uomo ammazzato da un’arma che risulta mia, io verrò sempre indagato per appurare se la mia difesa fosse legittima, cioè se mi stessi difendendo da un pericolo mortale o se, puta caso, avessi invitato il tizio a cena per poi accopparlo e spacciarlo per un ladro o un assassino. Nessuna legge potrà mai impedire al magistrato di indagare sulle cause di una morte violenta. Nemmeno se ora si estende la legittima difesa a “chi ha agito per la salvaguardia della propria o altrui incolumità in condizioni di grave turbamento, derivante dalla situazione di pericolo in atto” allo scopo di “respingere un’intrusione nella sua proprietà”. Chi lo stabilisce, se non il pm e il giudice, che chi ha sparato respingeva l’intrusione, era in pericolo e in preda al grave turbamento? Di fatto, cambierà poco o nulla, perché già oggi le indagini si fanno su chiunque spari (a torto o a ragione), ma poi finisce imputato e condannato solo chi spara alla schiena al ladro già in fuga e dunque inoffensivo. E sono casi rarissimi: fra udienze preliminari e dibattimenti, 7 processi in tutta Italia nel 2013, zero nel 2014, 4 nel 2015 e 4 nel 2016. Quindi, al solito, Salvini vende fumo. Ma arriva sempre secondo.
“Salvirenzi”, di Marco Travaglio sul Fatto Quotidiano del 26 ottobre 2018

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