martedì 23 ottobre 2018

Glauco Benigni - Dietro il rating, i conflitti d’interessi. È l’ora di portarli in Tribunale

manipolazione del rating


Redazione   -   23 ottobre 2018


Glauco Benigni



Arrivare sull'orlo del baratro, annusare il default e immaginare poveri i propri figli per rendersi conto della colossale truffa internazionale perpetrata da 30 anni dal capitalismo finanziario globale.

Gli italiani dovevano arrivare sull'orlo del baratro, annusare l'aspro odore di tragico default e immaginare poveri i propri figli per rendersi conto della colossale truffa internazionale che è stata - e continua - ad essere perpetrata da 30 anni ai danni dell'Italia dal capitalismo finanziario globale? Evidentemente sì!

Venerdì 19 ottobre l'agenzia di rating Moody's (vedi di seguito di chi si tratta) rilascia una "valutazione" (Rating Action), controfirmata dalla signora Kathrin Muehlbronner (dal 2010 Senior Vice President di Moody's , Londra). La "valutazione" declassa il Governo Italiano - da Baa2 a Baa3 - nel suo ruolo di emettitore ("issuer") di moneta e titoli di Stato perché nel suo programma il deficit ipotizzato per il 2019 è troppo alto e le riforme fiscali non sono adeguate a garantire la crescita nel medio termine. In sostanza: attenti italiani, perché l'eventuale prossimo declassamento vi identifica come nazione non affidabile, impedirà la compravendita dei vostri Titoli di Stato e aprirà la porta al commissariamento. La Grecia docet, ecc....


Nel testo si precisa (meno male) che chi scrive non è Dio, ma quanto espresso è «in Moody's view» cioè solo ed esclusivamente "a parere di Moody's". Cosa importante: nel testo si definisce "not available " cioè "non disponibile", la parte di debito pubblico italiano dovuto agli strozzini stranieri (external debt /GDP). Strano, perché tutti conoscono questo dato, che nel 1988 era il 4% e che a maggio 2018 è pari (fonte : Banca d'Italia) al 32% dell’attuale debito totale da 2,3 trilioni di Euro. Moody's si arroga dunque (tra le tante) anche la facoltà di "valutare", per conto solamente di un terzo dei creditori, ma esprime un’opinione ("in Moody's view) per conto di tutti i creditori .


«...perché mai il destino dell’Italia deve essere determinato da valutatori che in passato non hanno sempre azzeccato le previsioni?» Sembrerebbe un'apertura al contenzioso, un'ipotesi di dialogo tra umani in cui si devono considerare - non dico i diritti - ma gli interessi, i voleri, le aspettative delle parti chiamate in causa. Si tratta pur sempre della settima potenza mondiale, nella quale i risparmi dei suoi cittadini ammontano ad una cifra compresa tra 4 e 8 trilioni di euro. E invece no! Perché l'articolista aggiunge ossequiosa: «La risposta è semplice e triste allo stesso tempo: perché l’intero mercato obbligazionario usa il rating come parametro per stabilire chi può comprare certe obbligazioni e chi no. Piaccia o non piaccia, questa è la realtà: il motivo per cui tutti gli occhi sono puntati su Moody’s e Standard & Poor’s è perché l’Italia rischia prima o poi di essere declassata a “junk”. Cioè a livello “spazzatura”. O, più correttamente, “speculativo”...»

Come sarebbe a dire: "Piaccia o non piaccia ?"

Ma scusate, questo "dilemma" - che poi è il nodo centrale della vicenda - è osceno, riduttivo e malposto. Chi, Come, Dove, Quando, Perché ha conferito alle agenzie di rating questa facoltà di esprimere valutazioni che poi "piaccia o non piaccia" diventano parametro per stabilire l'affidabilità nei confronti del mercato obbligazionario? Qui sì che la risposta è «semplice e triste». Le agenzie di rating sono possedute dagli stessi soggetti (e poi vedremo meglio chi sono) che compongono, rappresentano e gestiscono di fatto il mercato azionario e obbligazionario (corporation finanziarie pubbliche e private, istituti di credito strategico, banche, assicurazioni, fondi, ecc...) , tutte Istituzioni quotate nelle maggiori borse del pianeta .

Sono dunque loro i padroni dei "valutatori". Sono dunque sempre loro i "compratori" dei titoli di Stato, sono loro ed esclusivamente loro che "fanno il prezzo" (in questo caso di intere nazioni) in deroga a qualsiasi legge sul confronto tra domanda e offerta, che - sempre secondo loro - regolerebbe i mercati.

Siamo dentro un labirinto le cui chiavi sono detenute da strozzini privi di alcuna etica e Il Sole 24 ore ci dice "piaccia o non piaccia". Il Mercato è la nuova Chiesa e le agenzie di rating sono la sua Inquisizione che manda al rogo gli eretici. Domani il Mercato valuterà come adeguato e indispensabile il ripristino dello jus primae noctis e poi qualcuno ci dirà: "piaccia o non piaccia".

Palazzo Chigi fa sapere "tutto previsto". Bene! Però stavolta l'Italia s'è desta. Era ora!

A indossare per primo l'Elmo di Scipio - ci auguriamo sia solo il primo - è stato il Codacons (presieduto da Carlo Rienzi) che lunedì 22 presenta un esposto alla Procura di Roma in cui si può leggere: «il declassamento si configura come un atto privato volto ad influenzare il mercato e la Commissione UE» . È vero ! È proprio così . Si può dire che è ANCHE così, ma resta la puzza di bruciato. Eccome.

«A destare sospetto - continua il Codacons - è proprio la tempistica seguita da Moody's, che ha proceduto al declassamento pochi giorni prima della decisione Ue, valutando quindi una manovra non formalmente definitiva. Il declassamento ... interferisce in un procedimento amministrativo che ha fasi ben precise, le quali non appaiono ancora concluse».

Ma c'è di più, prosegue il Codacons. «In caso di apertura di un procedimento da parte della Procura, l'associazione potrà avviare un’azione collettiva a tutela dei risparmiatori e dei cittadini italiani palesemente danneggiati da un atto arbitrario assunto con una tempistica del tutto sbagliata e lesiva degli interessi del Paese».

E allora? Questa è l'occasione buona per aprire per lo meno un tavolo di trattative con le agenzie di rating ma ... bisogna essere in tanti. Quindi si invitano: Adiconsum, Adoc, Adusbef, Altroconsumo, Assoutenti, Cittadinanzattiva, Federazione Confconsumatori – Acp, Federconsumatori, Movimento Consumatori, Unione Nazionale Consumatori e ogni altra rappresentanza della società civile a sostenere e aderire alla presentazione dell'esposto e ci si augura che a queste sigle si aggiungano anche individui, parrocchie, partiti e comitati di quartiere. Stavolta deve muoversi l'Italia intera altrimenti gli italiani annegheranno nell'ignavia, nella pigrizia, nell'indolenza, nella viltà.

Siamo al Tumulto dei Ciompi, siamo chiamati ad una manifestazione imponente in difesa di ogni brandello di sovranità che ancora non abbiamo già ceduto: in primis quella politica ed economica-finanziaria e a cascata quella culturale, ecc...

Vediamo però con chi abbiamo a che fare e scopriremo immediatamente che si tratta di quel famigerato 1% che affama il rimanente 99% della popolazione.

Moody's Corporation è una società privata con sede a New York che esegue ricerche finanziarie e analisi sulle attività di imprese commerciali e statali. È stata più volteindagata da diverse autorità finanziarie (soprattutto USA e di Hong Kong) per reati quali aggiotaggio, insider trading, circolazione di report non chiari, inadeguato controllo interno. Insomma azioni o omissioni fondate sul crescere o diminuire del costo dei pubblici valori o sul prezzo di certe merci, operate valendosi di informazioni riservate o divulgando notizie inconsistenti, allo scopo di avvantaggiare o far avvantaggiare altri a danno dei risparmiatori o dei consumatori.



MULTE INFLITTE

Hong Kong, 2016: -  la SFAT multa Moody's per 11 milioni di dollari.


USA, agosto 2018: - la SEC multa Moody's per 16 + 1,25 milioni di dollari.



Indagini giudiziarie e amministrative

Insieme a Standard & Poor's, Moody's finì sotto inchiesta per l'accusa di aver manipolato il mercato con dati falsi sui titoli tossici.

Il magistrato indagava, per aggiotaggio e market abuse Ross Abercromby, l'analista di Moody's che firmò il report diffuso il 6 maggio del 2010 a mercati aperti in cui si affermava che il sistema bancario italiano, in seguito al tracollo della Grecia, era tra quelli a rischio. La diffusione del report, che la Procura riteneva basato su «giudizi infondati e imprudenti» provocò il crollo del mercato dei titoli italiani.

Il PM e la Guardia di finanza contestavano alle agenzie di rating anche l'aggravante di «aver cagionato alla Repubblica Italiana un danno patrimoniale di rilevantissima gravità».

La European Securities and Markets Authority (Esma), l'autorità paneuropea di vigilanza sui mercati, il 2 luglio 2012, ha avviato un'indagine sulle procedure seguite dalle tre principali agenzie di rating nella loro valutazione della solidità patrimoniale delle banche. Il presidente dell'Esma, Steven Maijoor, dopo i recenti "downgrade di massa", ha sollevato il dubbio "se vi siano sufficienti risorse analitiche" presso le tre agenzie.

All’agenzia Moody's si rimprovera anche di aver attribuito un rating di massima affidabilità (la cosiddetta tripla A) alla Banca Lehman Brothers, fino a alla vigilia della bancarotta, sebbene l'amministratore della banca, Richard Fuld, avesse esibito da tempo dei bilanci falsi e quantunque si sapesse che negli ultimi dieci anni aveva versato 300 mila dollari a deputati e senatori del Congresso statunitense al fine di corromperli.

Per non parlare di tutti gli altri procedimenti che pendono o si sono conclusi a volte con condanne pesanti.

E l'Italia "piaccia o non piaccia" dovrebbe essere valutata da costoro? .

Per le attività che analizza, Moody's realizza il rating che porta il suo nome: si tratta di un indice che misura la capacità di restituire i crediti ricevuti in base a una scala standardizzata e suddivisa tra debiti contratti a medio termine e a lungo termine. Moody's, insieme a Standard & Poor's, è una delle due maggiori agenzie di rating al mondo. Dal 19 giugno 1998 Moody's è quotata al New York Stock Exchange.

Il primo azionista di Moody's, con una quota maggioritaria del capitale, risulta Warren Buffett, con la holding Berkshire Hathaway (24 milioni di azioni). Successivamente, compaiono in ordine (dal sito del New York Stock Exchange): Vanguard (16,8 mln di azioni); Blackrock (11 mln di azioni) ; StateStreet (7 mln di azioni) ; Baillie Gifford ( 6 mln di azioni) .



Critiche

(da Wikipedia, 20 ott 2018) Alcuni critici hanno evidenziato come Moody's, alla pari di altre agenzie, sia remunerata dalle stesse società su cui è chiamata a esprimere giudizi di redimibilità. Inoltre, i suoi stessi azionisti principali (banche, gruppi finanziari, fondi privati), si servono dei suoi rating per acquistare prodotti finanziari sul mercato finanziario, evidenziando una situazione di conflitto di interesse.

A causa dei ripetuti e clamorosi errori di valutazione, evidenti dagli anni novanta, le Borse in vari casi, hanno mostrato di ignorare il downgrade di Moody's.

Mario Draghi, presidente della Banca centrale europea, il 24 gennaio 2011, ha detto al Pubblico Ministero della procura di Trani: «Bisogna fare a meno delle agenzie di rating: sono altamente carenti e discreditate."



BlackRock

Si sarà notato che 11 milioni di azioni della Moody's sono gestite dalla BlackRock, cioè dalla più grande società di investimento nel mondo (con sede a New York): patrimonio totale di oltre 6.000 miliardi di dollari – quasi quattro volte il PIL italiano - di cui un terzo in Europa.

C'è da dire anche che nel capitale azionario di BlackRock sono presenti altri due grandi azionisti della Moody's ovvero Vanguard e State Street . Quindi tra Moody's e Black Rock esiste un forte intreccio di interessi.

Ma cosa gestisce Black Rock in Italia?

Ebbene Black Rock gestisce pacchetti di azioni tra il 5 e il 6% in: Banco Popolare, Unicredit, RaiWay, Banca Popolare Milano, Azimut, Intesa San Paolo, Atlantia e Telecom Italia, più pacchetti di circa il 3% di Fiat e Generali. Qualche analista la considera la maggiore potenza finanziaria straniera in Italia.

La giornalista Heike Buchter, autrice di un libro su BlackRock pubblicato nel 2015, conclude così una sua ricerca su Handelsblatt: «Nessun governo, nessuna autorità ha una visione così completa e profonda del mondo finanziario e aziendale globale come BlackRock». Che farà BlackRock a Piazza Affari dopo il declassamento?

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