lunedì 29 ottobre 2018

Tommaso Merlo - TAP, Trappola Architettata Politicamente...de La Repubblica-Pd



(Tommaso Merlo) –

 Disinnescata la trappola dell’Ilva, è scatta quella della TAP. Dietro ci sono i soliti rosiconi falliti de La Repubblica del Pd. Ormai è il giornale a comandare e dettare la linea politica, i resti malconci del Partito democratico ubbidiscono a testa bassa. Che brutta fine poveracci. L’obiettivo de La Repubblica del Pd è sempre lo stesso, colpire il Movimento 5 Stelle colpevole di averli ridotti a superflui soprammobili della politica italiana. Il gasdotto non c’entra nulla, la comunità di Melendugno ancora meno. Come sempre è la sete di vendetta e la fame di potere che muove gli apostoli de La Repubblica del Pd. È l’incapacità di accettare il proprio fallimento politico ma anche culturale la loro leva. Uno spessore morale davvero misero, il loro, ma che non è certo una novità. La Repubblica del Pd è quella che pur di trivellare il mare ridicolizzò perfino un referendum e si abbandonò a bollenti orge con le lobby del petrolio pur di soddisfarle. Un rispetto delle comunità locali, dell’ambiente e della democrazia davvero agghiacciante. Quasi come l’ipocrisia che sfoderano oggi facendo la morale al Movimento 5 Stelle che rispetto alla TAP è sempre stato contro, l’ha sempre combattuta dai banchi dell’opposizione fin dalle sue origini. È stata La Repubblica del Pd a volere la TAP e a firmare tutte le carte blindandola in un verminaio di trattati e contratti anche internazionali. È stata La Repubblica del Pd a fregarsene per anni della comunità locale di Melendugno che non voleva quell’opera. Sono stati loro. Ma oggi La Repubblica del Pd sbatte in prima pagina i due scalmanati che bruciano una bandiera del Movimento paventando fratture e rivolte interne e chissà quale disfatta. Davvero ipocriti.  Davvero una brutta fine poveracci. Menomale che i cittadini sono molto – ma molto – meno idioti di quanto pensa la Repubblica del Pd e non saranno certo mezzucci del genere a farli rinascere da superflui soprammobili della politica italiana che son diventati....
Anzi. Come ha spiegato bene il premier Conte, il governo ha fatto tutto il possibile. Ha riesaminato  tutti i passaggi burocratici alla ricerca di possibili appigli legali con cui fermare l’opera. Purtroppo non ne sono emersi. Il premier ha anche ascoltato e dialogato con le autorità e le comunità locali come mai nessuno prima. Alla fine è purtroppo venuto fuori che i costi per bloccare l’opera sarebbero pari ad una manovra economica e quindi del tutto insostenibili soprattutto oggi...
Con tutto il rispetto, far fallire l’Italia intera per Melendugno sarebbe davvero troppo da chiedere a qualunque governo. Grazie al Movimento, però, le istanze dei cittadini pugliesi sono arrivate fino ai vertici dello Stato. Il problema é che sono arrivate troppo tardi. La rabbia della comunità locale è umanamente comprensibile ma non devono farsi ingannare e nemmeno farsi usare politicamente. Se proprio vogliono bruciare delle bandiere dovrebbero bruciare quelle della Repubblica del Pd che se n’è fregata di loro e gli ha rifilato il gasdotto. E non di chi ha fatto il possibile per fermarlo. La TAP – come l’Ilva – erano eredità lasciate ai cittadini dal vecchio regime forzapidiota che a seguito del 4 marzo ha trasformato in trappole architettate politicamente per colpire il Movimento 5 Stelle e per crepare l’alleanza gialloverde. E di trappole ve ne sono altre all’orizzonte. La più pericolosa è la TAV e speriamo che il governo sia in tempo per fermarla questa volta. Sarebbe una vittoria storica che cancellerebbe la miriade di sconfitte che le comunità locali hanno subito negli ultimi decenni su tutto il territorio nazionale. Il punto politico è questo. I cittadini, le comunità locali non possono essere più trattati come fastidiosi effetti collaterali come ha fatto La Repubblica del Pd e compagnia bella in passato. I cittadini devono avere voce in capitolo e pure vincolante sulle opere che impattano il loro territorio. La brutta vicenda della TAP deve diventare una opportunità per rivedere le leggi e fare in modo che certe violenze non si ripetano mai più.---

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