lunedì 22 ottobre 2018

ExGoverno PD: "Il condono penale agli evasori c’è già... è stato un regalo di Renzi".

Dal 2015, con le nuove soglie, non sono più reati l’omessa dichiarazione fino a 50 mila euro, gli omessi versamenti fino a 150mila (250 mila per l’Iva) e la dichiarazione infedele fino a 150 mila. Processi in fumo e denunce crollate dell’80%.


Stefano Feltri -  
(themeticulous.it) – 

In attesa del testo definitivo, il condono fiscale annunciato dal Consiglio dei ministri si annuncia sempre più “mini” col rischio che, avverte Lavoce.info, ottenga il “risultato paradossale di non aumentare le entrate”. Dopo il Consiglio dei ministri bis di sabato, è rimasta un’ambiguià sulle soglie di imponibile non dichiarato da far emergere grazie a una dichiarazione integrativa che permette di mettersi in regola e al riparo da accertamenti con un’aliquota agevolata al 20 per cento: 100 mila euro per imposta e per anno (come ha detto Salvini) o 100 mila euro di imponibile annuo complessivo (come ha detto Di Maio)?
FONTI DI PALAZZO Chigi spiegano al Fatto che il condono può riguardare più imposte che insistono sullo stesso imponibile, ma questo “non può superare i 100 mila euro annui né il 30 per cento del reddito dichiarato per quell’anno, è comunque consentito a tutti di regolarizzare almeno 30 mila euro di imponibile, salvo per chi ha omesso di presentare la dichiarazione dei redditi”...

Secondo l’Ansa, nell’ultima bozza del decreto il limite del 30 per cento sotto i 100 mila euro è già saltato. Poi ci sono altri provvedimenti: una nuova rottamazione delle cartelle esattoriali e la cancellazione automatica di quelle sotto i 1.000 euro. Ed è annunciata, per il passaggio in Parlamento del decreto-fisco, una modifica che permetterà a chi dimostra situazioni di difficoltà economica (Isee sotto i 30mila euro, figli o disabili a carico) di saldare il dovuto con tre aliquote (6, 10 e 25%) in 10 rate mensili.
Che cos’è il condono? É come dire: se hai pagato le tasse, sei uno scemo”, dice Matteo Renzi chiudendo la sua Leopolda. E Repubblica titola che il decreto fisco, anche dopo la cancellazione delle contestate immunità penali, resta “una super sanatoria dove nessuno ha paura di essere punito”. Replica Luigi Di Maio: “Nel decreto non c’è un condono, perché la dichiarazione integrativa già esiste. Eliminando gli scudi penali chi è stato furbo teme di finire a processo”. I punti fermi sono due.
1) Il decreto prevede un condono, perché lo sconto è concesso sulle somme dovute, e non soltanto su sanzioni e interessi.
2) L’immunità penale per gli evasori è garantita, ma da una riforma del governo Renzi, non dal decreto fiscale del governo Conte.
Nel 2015 l’esecutivo renziano inasprisce alcune pene per reati fiscali, ma rende quasi impossibile che si apra un’indagine e dunque si arrivi al processo (alzando i tetti già enormi previsti dalla precedente riforma del centrosinistra): la soglia che fa scattare il reato di omessa dichiarazione di un reddito passa da 30 mila a 50 mila euro; quella per gli omessi versamenti da 50 a 150mila euro; se l’imposta non versata è l’Iva, la soglia è addirittura 250 mila euro; e per la dichiarazione infedele si passa da 50 mila euro di imposta evasa a 150 mila. Cioè: chi fa ogni anno 300 mila euro di fondi neri (pari a 150mila di mancate imposte) non commette alcun reato, mentre chi ruba mille euro da un portafoglio rischia fino a 6 anni di carcere. Poiché le modifiche del codice penale più favorevoli all’imputato sono retroattive, dal 2015 a oggi sono andati in fumo un numero imprecisato di processi in corso.
Da premier Renzi aveva provato a introdurre anche una norma che avrebbe reso non punibile la frode fiscale sotto il 3% del fatturato d’impresa: se quella modifica fosse passata, Silvio Berlusconi, all’epoca suo alleato di riforme istituzionali post-Nazareno, avrebbe visto svanire la sua condanna definitiva. Dopo il clamore e le proteste per il comma inserito di soppiatto la vigilia di Natale, la norma fu ritirata. Ma gli effetti dell’aumento delle altre soglie restarono: in due anni crollarono del 62% le denunce di reati tributari alle Procure, secondo una rilevazione del Sole 24 Ore a fine 2016. Quelle relative alle frodi Iva sono scese addirittura dell’83%.
TORNIAMO AL 2018. Perché la Lega voleva inserire nel decreto fiscale lo scudo penale per chi aderisce al condono, visto che le soglie di Renzi già superano di parecchio le somme coinvolte da un condono fino a 100mila euro di imponibile evaso? Due ipotesi. 1) I leghisti volevano evitare la punibilità per l’unico reato senza soglia, quello delle false fatturazioni. 2) L’impianto – incluso lo scudo per riciclaggio e autoriciclaggio – era costruito in vista del passaggio parlamentare. Quando basta un emendamento notturno per modificare la soglia, magari aggiungere uno zero a 100 mila e portare l’imponibile scudabile a 1 milione, come più volte promesso da Salvini. E con importi del genere, superiori persino alle soglie di Renzi, lo scudo sarebbe servito eccome. Ma per ora il pericolo pare scampato: dal decreto dovrebbe essere cancellata ogni forma di tutela penale.
Stefano Feltri – il Fatto Quotidiano 22/10/2018

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