martedì 16 ottobre 2018

Alessia de Antoniis intervista Andrea Scanzi: “Una politica che fa ridere ma che potrebbe far piangere…”

Alessia de Antoniis
“Onestamente oggi non vedo nessuna speranza per la  sinistra. Te lo dico da persona che viene da sinistra. Di sicuro non per il Pd, che peraltro di sinistra ha poco. Non la vedo perché il centrosinistra è ancora ostaggio di Renzi e tutti coloro che dicono di essere contro Renzi, in realtà sono al massimo vagamente “anti” Renzi. Penso a Zingaretti, a Minniti, a Richetti. L’unico veramente contro Renzi è Boccia, che non ha possibilità di vittoria. Quindi a oggi il PD, anche se dice di non essere renziano, lo è comunque. Chi rimane? In Germania hanno i Verdi, che in Baviera hanno preso il 18%. Noi chi abbiamo? Potere al Popolo, che ha dentro belle persone, ma che raggiunge a fatica il 2%. Da chi è rappresentato Potere al Popolo? Per esempio da uno come Raimo. Tu ne conosci uno al mondo che voterebbe Raimo? Non dico mille: uno. Io no. Non solo, spesso li trovo anche profondamente respingenti, perché c’è questa spocchia della sinistra che ti insegna come vivere, che dice che i Cinque Stelle sono razzisti, che la Lega è fascista: tutti fenomeni che non si capisce da quale pulpito parlino. A questo devi aggiungere che c’è un vento fatalmente di destra e sovranista: per questo io non vedo al momento una grande possibilità di riscatto per la sinistra. Ci vorranno anni prima che si riveda una sinistra anche solo minimamente accettabile e decente....

Su Renzi la questione è molto semplice: c’è stata una sbornia allucinante collettiva, la sbornia di un elettorato di sinistra che non so perché nel 2013/2014 ha creduto che questo ragazzotto di Rignano, sopravvalutato e inconcepibile da prendere come uomo della provvidenza, potesse salvare il partito e cambiare tutto. Figurarsi. È sempre stato quello che è: un Gattopardo, un fanfarone. Il bomba, come lo chiamavano. Hai ragione però quando dici che, quando lui ripeteva “rottamerò il partito”, era molto sincero. Lo ha rottamato, in effetti, anzi lo ha distrutto proprio dalle fondamenta: non c’è rimasto più niente. È andato oltre le sue stesse speranze”.
Di seguito l’intervista.
(unfoldingroma.com) – E’ appena uscito il nuovo libro di Andrea Scanzi, Salvimaio, che da il titolo anche al suo nuovo spettacolo e che debutterà a Roma lunedì 22 ottobre al teatro Vittoria.
La nuova fatica di Scanzi è un libro divertente, ironico, scritto utilizzando aggettivi sconosciuti ai più, bilanciati da colorite frasi gergali di uso comune, che lo rendono, pertanto, un testo assolutamente trasversale.
Tutti i soggetti presi in considerazione vengono s-valutati, ma non definitivamente condannati: è ancora presto.Domande: varie; risposte nessuna; opinioni critiche: tutte. Un libro perfettamente in linea con i tempi, intelligentemente proposto da un validissimo “giornalista, scrittore, autore ed interprete teatrale”, come riportato nella terza di copertina.
Ho intervistato Andrea Scanzi per UnfoldingRoma, non senza una buona dose di apprensione, proprio in considerazione delle sue molteplici qualità, e si è rivelato gentile, divertente, accogliente e intelligente.
Giornalista, scrittore, autore ed interprete teatrale. Quale di questi Andrea ha scritto Salvimaio?
Il giornalista. Anche se, quando l’ho scritto, avevo già in mente come trasformarlo in spettacolo teatrale. In realtà, non è che in me queste qualità siano così scisse. Io faccio sempre lo scrittore; anche quando sono sul palco, non sono un attore. Però, se mi chiedi una risposta secca, è un libro di saggistica, un libro politico, anche se l’argomento non è molto esaltante. Non è che uno si sveglia la mattina e dice: “voglio scrivere quattro pagine su Salvini”. Però mi sono divertito a scriverlo.
Nel libro leggo: “di Salvini non me ne frega nulla: la vita è troppo breve per spenderla così male”. Poi, però, gli dedichi mezzo libro e mezzo titolo…
(…Ride) Ma questo perché io sono contraddittorio. Non me ne frega nulla, significa: basta dipingerlo come il demonio, come fanno miei colleghi ed amici che stanno dalla mattina alla sera su Internet, su Facebook, a commentare ogni suo singolo reflusso esofageo, ogni suo orrore che scrive. Non ce n’è bisogno.La vita è troppo bella per stare tutti giorni a seguirlo. Salvini è così, e non credo che la controffensiva sia dipingerlo come un Goebbels o un Menghele, perché non è niente di tutto questo. È un’espressione di una destra sovranista e populista e va attaccato sui contenuti. Non sul fatto che è maleducato e populista. Se lo apostrofi così, lui si gasa, non è dispiaciuto.
C’è un capitolo intitolato “Un paese spaccato”. In realtà il Paese è davvero spaccato, come lo sono, al loro interno, M5S, Lega, per non parlare degli altri partiti. E se, in realtà, fosse in atto sul suolo italiano una battaglia che rientra in una guerra più grande che mira a spaccare l’Europa?
Può darsi, come può darsi che qualcuno ci speri, che qualcuno dentro al governo ci speri e magari utilizzi questo governo per uscire dall’euro, o per forzare molto la mano nei confronti dell’Unione Europea. Tenendo conto che a fine maggio ci sarà un terremoto clamoroso con le prossime elezioni, tenendo conto di quello che è successo ieri in Baviera, è probabile che tutto questo capiterà. Però penso a dei cambiamenti democratici, strutturati, non penso a colpi di stato. Nel mio caso, quando nel libro ho insistito più volte sul concetto di Paese spaccato – ci sono tre capitoli con questo titolo – mi riferivo ad una situazione che mi ha dato molto fastidio e che mi rattrista, che ho riscontrato sui social come nella vita reale: il fatto che, secondo me, siamo un popolo di tifosi. E quando il tifo lo applichi non al calcio, ma alla politica, che dovrebbe essere il regno delle idee, mi dispiace.Purtroppo non c’è quasi nessuno che cerchi di esprimere opinioni costruttive sulla manovra, sulla Legge di Bilancio, sul decreto Bonafede, sul Decreto Dignità: si dice che Di Maio è bravo o che è un cretino. Stesso discorso per Salvini. Non mi piace. L’idea del Paese spaccato è maturata durante il caso del ponte Morandi. Quando un Paese non riesce ad unirsi neanche di fronte ad un lutto così devastante, ed utilizza quella tragedia per rinfocolare la lotta politica, per attribuire colpe facendo propaganda sui cadaveri ancora caldi, significa che siamo un Paese profondamente diviso. E, in questi mesi, non è cambiato nulla! Credo che si dovrebbe cercare di approcciare tutto con senso critico, non essere tifosi.
L’articolo 1 della Costituzione dice che la sovranità appartiene al popolo che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione. Noi siamo propensi sempre a dare colpe agli altri. In realtà questi che tu hai definito dilettanti allo sbaraglio, sono espressione di un popolo che è sicuramente allo sbaraglio, ma che è rappresentato da parlamentari eletti, perché Salvini, Di Maio e Berlusconi sono, o sono stati, esponenti di governi liberamente eletti. L’unico che non è stato eletto è Renzi…
Assolutamente. La tua domanda da un sacco di spunti. Innanzitutto “dilettanti allo sbaraglio” fa parte del sottotitolo, ma c’è il punto di domanda. Quindi: che ne dite? Salvini e Di Maio sono la Terza Repubblica o sono dilettanti allo sbaraglio? E io stesso ancora ancora non l’ho capito.
Infatti nel libro non dai risposta …
Esatto, non c’è risposta perché il libro è uscito dopo quattro mesi di governo e quindi racconto prevalentemente la genesi. Anche io sto attendendo la risposta. A volte la bilancia pende dalla parte dei dilettanti, per esempio quando ascolto Toninelli, a volte va verso altre cose, quando vedo riforme che mi piacciono.
Però il tuo spunto riguarda qualcosa che mi ha colpito molto, di cui parlo nel libro e ne parlerò ancora di più dello spettacolo. Riguarda l’approccio tipicamente snob di una certa sinistra e di una certa informazione, secondo cui la democrazia funziona, e le lezioni vanno bene, quando il popolo vota come vogliono loro.Quando, ad esempio, c’era il governo di centro sinistra, io non ho mai sentito dire dagli Augias e agli Zucconi “il popolo è un po’ bue”, “il popolo è un po’ stupido”. Adesso, improvvisamente, in seguito a questo cambio di governo, si comincia a dire che sono ignoranti, che bisognerebbe rifare certe leggi, forse il suffragio. Mi fa sorridere.La democrazia è questa: non è che le elezioni vanno bene solo quando piacciono a Repubblica o a L’Espresso.
Peraltro, questo atteggiamento snobistico, questa spocchia smisurata di sinistra, e te lo dice uno che viene da sinistra, è esattamente il propellente per il governo attuale. Più li trattano da cretini e da dilettanti, più Salvini e Di Maio crescono, mentre il cosiddetto establishment crolla.
Nel tuo libro scrivi: non potrà che andare sempre peggio. Hai così poca stima del popolo italiano?
Se mi guardo indietro, qualche figura politica mi manca. Non sono un demonizzatore di questo governo, però non sognavo Salvini come ministro degli Interni. È un modo per esorcizzare ed anche un dire, implicitamente, “diamoci una mossa e cerchiamo uno scatto in avanti”. Proprio perché avverto un elettorato che sta diventando tifo. La mia frase va interpretata in questo modo.
Prima parlavi dello scossone che potrebbe esserci a maggio a seguito delle elezioni europee. A Roma stiamo per votare il referendum Atac? Pensi che provocherà conseguenze qui a Roma?
Non so cosa dirti perché non abito a Roma e non so nulla di Roma.
Uno dei temi cari a M5S è la disonestà. Ammesso che siano veramente onesti come dicono, il problema è che spesso sono incompetenti. Meglio investire su onesti chiudendo tutti e due gli occhi sull’incompetenza?
No, meglio persone oneste e competenti, che è una risposta assolutamente banale. Però mi rattrista anche dover scegliere tra l’onesto stupido e il disonesto intelligente. Anche perché questa è una semplificazione cara alla vecchia politica, che ti dice “sì ogni tanto rubavamo, però eravamo molto più bravi”. La Seconda non la rimpiango, e la Prima la rimpiango poco.La speranza che ho, legata soprattutto ai Cinque Stelle, è che oltre all’onestà, e mi sembra che al momento lo siano tutti, cresca anche un po’ di competenza. Io non arrivo a farti la “celebratio a prescindere” dell’onestà. Ad esempio,Toninelli è una bravissima persona, ma anche il mio tabaccaio sotto casa è una brava persona. Non per questo lo vorrei Ministro delle Infrastrutture. Sibilla è sicuramente una brava persona, ma io non lo voglio come sottosegretario agli Interni, secondo me non ne è capace. E ti potrei fare tanti altri esempi. Ci sono altri ministri che sicuramente mi sembrano più preparati. il Presidente del Consiglio che mi sembra una persona seria. Ecco vorrei unire queste due cose. Bonafede mi sembra che le abbia entrambe. Io, all’inizio, l’ho duramente attaccato: le prime volte che andava in televisione, mi sembrava inaccettabile. Adesso mi sembra un buon Ministro della Giustizia. Le cose si possono unire. Ti faccio anche il nome di un esponente della Lega, che sicuramente è distante da me, Giorgetti. È una persona immagino onesta, ma è anche un bravissimo politico. Non lo condivido, però è una persona strutturata. Mi piacerebbe che le due cose andassero di pari passo. Non sempre in questo governo capitano, come non capitava nei precedenti. Penso alle Madia e alle Boschi.
Questo governo ha posizioni fortemente critiche nei confonti dell’Europa. Pensi che sia importante avere, in questo particolare momento storico, un’Europa unita, che abbia una Costituzione, che sia forte rispetto a Paesi come Cina, Russia e Stati Uniti, potenze che avrebbero invece interesse ad un nostro indebolimento?
Sì, penso che sia auspicabile che ci sia un’Europa, che abbia una Costituzione, che ci sia un’Unione. Quello che spero è che sia molto diversa da quella attuale. Perché, ad oggi, l’Europa è stata una Germania e una Francia con gli altri Paesi a rimorchio. E questo va ridiscusso.La paura che ho, e che invece è una speranza sia di Salvini che di Di Maio, è che a fine maggio ci sarà uno scossone tale per cui andremo verso quel sovranismo alla russa, modello Putin, che è estremamente pericoloso.A me va bene ridiscutere tutto, non avere più la Merkel e Junker che decidono per noi. Se, però, la Merkel la sostituisci con Orban, mi sembra che si vada dalla padella alla brace.E questo mi preoccuperebbe.
Mi permetto di sintetizzare un pensiero costante del libro: Salvini fa schifo, ma non ho di meglio. Ripeterlo in continuazione, non è come un po’ come ripetere senza sosta “Vota Antonio, vota Antonio”?
Dipende chi lo dice e in che senso. Nel momento storico attuale, usciti dal 4 marzo, non c’era governo, non dico migliore, ma diverso da questo. E questa è la cosa che dico nel libro. Perché bisogna sempre ricordare la genesi. Io posso anche essere d’accordo con chi dice: “Salvini mi fa schifo, non volevo che i pentastellati andassero con la Lega”. Queste persone, però, mi dovrebbero dire, dopo il 4 marzo qual’era l’exit strategy. Se tu ti chiami Renzi e ti chiami fuori e io sono i Cinque Stelle, o vado a bussare alla porta della Lega oppure si torna a votare.
Ma se torni a votare con la stessa legge elettorale, ti ritrovi nella stessa situazione, oppure, nella peggiore delle ipotesi, rischi di avere un governo totalmente di centro destra dove, al posto di Di Maio hai la Meloni, al posto di Toninelli hai Gasparri, al posto di Fraccaro hai La Russa e al posto della Lezzi hai Sgarbi. Un simile governo a me personalmente farebbe schifo.Se l’alternativa fosse un governo veramente di destra e tendenzialmente fascista, allora si, il Salvimaio è il meno peggio. Ci sarebbe stata, al limite, l’ipotesi del PD senza Renzi con i Cinque Stelle, ma finché il PD preferirà essere inutile ostaggio del fenomeno di Rignano, vorrà dire che ci terremo il Salvimaio.
A sinistra vedo gente che assiste sconsolata alla débacle e altri che continuano ad inveire contro fantomatici nemici esterni. Pensi che la sinistra abbia una speranza?
No, onestamente oggi non vedo nessuna speranza. Te lo dico da persona che viene da sinistra.Non la vedo perché il centro sinistra è ancora ostaggio di Renzi e tutti coloro che dicono di essere contro Renzi, in realtà sono vagamente anti Renzi. Penso a Zingaretti, a Minniti, a Richetti. L’unico che veramente è anti Renzi è Boccia, che non ha possibilità di vittoria. Quindi ad oggi il PD anche se non è Renziano, lo è comunque. E sarà così anche fra otto mesi. Chi rimane? In Germania hanno i Verdi, che in Baviera hanno preso il18%. Noi chi abbiamo? Potere al Popolo, che raggiunge il 2%. Chi rappresenta Potere al Popolo?Raimo. Tu ne conosci uno al mondo che voterebbe Raimo? Io no. Non solo, li trovo anche profondamente respingenti, perché c’è questa spocchia della sinistra che ti insegna come vivere, che dice che i Cinque Stelle sono razzisti, che la Lega è fascista: tutti fenomeni che non si capisce da quale pulpito parlino.A questo devi aggiungere che c’è un vento fatalmente di destra e sovranista: per questo io non vedo al momento una grande possibilità di riscatto. Ci vorranno anni prima che si riviva una sinistra anche solo minimamente accettabile e decente. Temo.
A proposito di Renzi, scrivi: siamo davanti ad uno dei più grandi incapaci politici della storia dell’umanità. In realtà Renzi non è un incapace. Perché se, come hai scritto in più punti, il suo obiettivo era quello di distruggere la sinistra, c’è riuscito, quindi è stato bravo.
È stato un grande!
E l’intento di chi era? Suo o di qualcun altro che ce l’ha messo, visto che Renzi non è stato eletto?
No, la conosco la storia un po’ complottista, secondo cui lui doveva essere messo lì per distruggere il PD. Può anche darsi. Io credo che la questione sia stata molto più sciagurata, lì c’è stata una sbornia collettiva, la sbornia di un elettorato di sinistra che non so perché nel 2013 – 2014 ha creduto che questo ragazzotto di Rignano, sopravvalutato, inconcepibile da prendere come uomo della provvidenza, potesse salvare il partito e potesse cambiare tutto. È sempre stato quello che è: un Gattopardo, un fanfarone, il bomba, come lo chiamavano.
Hai ragione però quando dici che quando lui diceva “rottamerò il partito” era molto sincero. Lo ha rottamato, anzi lo ha distrutto, perché non c’è rimasto più niente. E questo non l’avevo capito: è andato oltre le sue stesse speranze. Ride…
Alessia de Antoniis

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