lunedì 29 ottobre 2018

Carlo Renda Vice Direttt. HuffPosy - L'Apocalisse può attendere. Dai mercati un credito (non illimitato) all'Italia



Superato anche lo scoglio S&P, Piazza Affari vola, spread in calo sotto quota 300. Concesso tempo per negoziare, ma i rischi restano alti.

"Signo', come va lo spread oggi?". Quando cominciano a chiedertelo il fruttivendolo o il macellaio, la sensazione di incertezza che aleggia nell'aria diventa palpabile. Ed è certamente alimentata dalle dichiarazioni improvvide che arrivano tanto dal Governo italiano quanto da Bruxelles, ma forse anche dalla retorica apodittica degli osservatori. I mercati stanno però a guardare, in questa fase non affondano i loro colpi sull'Italia.
Superato lo scoglio del primo duro scambio di lettere con l'Europa, superato il taglio del rating di Moody's, superato anche il taglio dell'outlook di Standard & Poor's - lo scenario migliore possibile alla vigilia - lo spread segue oscillazioni non eccessive e Piazza Affari tiene. La settimana comincia anzi con Milano in forte rialzo, le banche sugli scudi, lo spread in netto calo appena sotto quota 300.
L'Apocalisse può attendere....
Per ora, diranno molti. È vero, il futuro non si prospetta roseo, soprattutto se si dovesse andare al muro contro muro in Europa, ma appare evidente che in questa fase i mercati stanno concedendo tempo all'Italia. Sanno di maneggiare un paese "too big to fail", come viene ritenuto da tutti in Europa. Un credito certamente non illimitato, perché Moody's ci tiene a un gradino dal livello "spazzatura"; S&P ci ha graziato rimandando di qualche mese il declassamento, che al momento ritiene probabile; lo spread resta comunque su livelli "insostenibili nel lungo" - prendiamo in prestito le parole del ministro del Tesoro Giovanni Tria.
È però nelle mani del Governo il destino di questo credito. "Ora anche i mercati cominciano a capire che l'Italia ha imboccato la strada giusta" commenta il sottosegretario alla Presidenza, Giancarlo Giorgetti, uno dei più cauti con le parole. La strada resta però in salita, perché venerdì 2 novembre arrivano gli stress test Eba sulle banche e quelle italiane sono considerate le più a rischio d'Europa, soprattutto a causa della montagna di titoli di Stato che hanno in pancia: una loro svalorizzazione potrebbe rendere necessaria una costosa ricapitalizzazione e favorire una stretta del credito per imprese e famiglie. Saranno certamente queste le raccomandazioni che arriveranno già mercoledì dalla Giornata mondiale del Risparmio, che vedrà sul palco alternarsi il presidente dell'Abi, il ministro dell'Economia e il governatore di Bankitalia.
Lunedì 5 novembre si riunisce poi l'Eurogruppo, che potrebbe essere preceduto da un vertice tra il premier Giuseppe Conte e il presidente della commissione Ue, Jean Claude Juncker. Il negoziato sul 2,4% di rapporto deficit-pil viene escluso pubblicamente dal Governo italiano, che però sta studiando e promette di introdurre un sistema di verifiche in grado di misurare la fattibilità delle misure promesse compatibilmente con l'andamento dei conti pubblici.
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Non è l'Europa a preoccupare il Governo, ma i mercati. E i mercati per ora stanno a guardare. L'Apocalisse è rimandata, ma non si può scherzare col fuoco quando per finanziarti deve rastrellare ogni anno almeno 400 miliardi di euro. Si ricomincia con l'asta del Tesoro di Bot semestrali da 6 miliardi: collocarli, nelle ultime occasioni, ci è costato sempre un po' di più. Non oggi, con il Tesoro che ha venduto tutto a un tasso dello 0,159%, in discesa dallo 0,206% del collocamento dello scorso 26 settembre. La domanda è stata di 9,6 miliardi, pari a 1,6 volte l'offerta e stabile rispetto all'asta di un mese fa.

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