Olanda: Gli psichiatri lanciano l’allarme sulle fondazioni che promuovono l’eutanasia per i giovani
Fondazione Thanet: “Chiunque soffra di disturbi psichici ha diritto a un colloquio approfondito sulla morte”
Secondo i detrattori, l’eutanasia per i giovani viene attivamente promossa da due fondazioni attraverso campagne sui social media e attività di lobbying dietro le quinte. Si tratta della fondazione KEA, che sensibilizza l’opinione pubblica sull’eutanasia in caso di sofferenza psichica attraverso testimonianze dirette, e ThaNet, una rete di professionisti sanitari, ricercatori ed esperti. Gli psichiatri sono preoccupati: “Abbassare la soglia per l’eutanasia nell’assistenza ai giovani significa risolvere il fallimento delle politiche governative semplicemente uccidendo i giovani”.
“Lonneke aveva tutto. Un uomo simpatico, una casa, i cani. Ma non era quello il problema. Non sempre le cose sono come sembrano. Il 7 febbraio, dopo 12 anni e mezzo di convivenza con suo marito Mike, ha scelto l’eutanasia”. KEA ha condiviso questo messaggio su Lonneke, tratto dal quotidiano regionale De Stentor, su Linkedin nel mese di agosto. È solo uno dei tanti post che la fondazione pubblica regolarmente sull’eutanasia. Basta che appaia qualcosa sui media su questo argomento delicato e KEA è subito pronta a renderlo pubblico e a diffonderlo, con hashtag come #euthanasietraject, #jarenlanglijden e #ervaringsverhaal
Sul loro sito web si legge: Kea è un’isoletta nel Mar Mediterraneo dove nell’antichità greca le persone si recavano per morire in pace. Bevevano una bevanda velenosa a base di un fiore che cresceva sull’isola. KEA sta anche per Centro di conoscenza sull’eutanasia in caso di disturbi psichici. Il testo caratterizza il velo di romanticismo che la fondazione crea intorno all’eutanasia. Un recente post sulla “donazione di organi dopo l’eutanasia in caso di sofferenza psichica” era accompagnato dall’immagine di una farfalla, “simbolo di libertà e trasformazione”.
KEA non si limita ai social media. La fondazione organizza i KEA-cafés, gestisce gruppi Whatsapp in cui psichiatri discutono i casi di eutanasia “più interessanti”, mette in contatto persone in un percorso di eutanasia con un “buddy” e promuove libri di familiari di persone che hanno scelto l’eutanasia, con la narrativa che la scelta di morire è la scelta migliore e porta pace.
KEA è una delle due fondazioni attivamente coinvolte nelle discussioni sull’eutanasia per le persone con problemi psichiatrici. L’altra è la fondazione ThaNet, un’organizzazione che, secondo il proprio sito web, ritiene che chiunque abbia disturbi psichici abbia diritto a una “buona conversazione sulla morte”. “La nostra missione è garantire che ciò sia possibile in tutto il settore della salute mentale”.
Mentre KEA, secondo il proprio sito web, dipende da donazioni e sovvenzioni, Thanet è stata fondata con una sovvenzione del Ministero della Salute, del Welfare e dello Sport (VWS). Dai dati del VWS emerge che ThaNet riceverà oltre 296.000 euro di sovvenzioni nel periodo 2023-2026, ripartiti su tre anni. A seguito di una mozione presentata alla Camera dei deputati, si intende inoltre prorogare tale sovvenzione di un anno, con un massimo di 100.000 euro. Secondo il Ministero della Salute, l’obiettivo della sovvenzione è quello di rafforzare la diffusione delle conoscenze all’interno dei servizi di salute mentale, in modo che gli operatori sanitari possano dialogare meglio con i pazienti che desiderano morire e che le richieste siano valutate più spesso dal proprio medico curante.
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