7 Ottobre 2025Michele Crudelini
Due anni di distanza dai fatti del 7 ottobre 2023, ma ancora zero risposte. Nessuno è infatti ad oggi in grado di spiegare come 5000 combattenti di Hamas abbiano potuto oltrepassare indisturbati la barriera che separa Gaza da Israele, uccidere 1200 civili, prenderne in ostaggi altri 250 e tornare tranquillamente aldilà della barriera. Proviamo ad elencare gli aspetti più controversi di questa vicenda.
La barriera impenetrabile, messa fuori uso con troppa facilità
Partiamo proprio dalla barriera. Si tratta di uno dei sistemi di sorveglianza più tecnologicamente avanzati nel mondo. Completata nel 2021, si estende per 65 chilometri e comprende centinaia di telecamere, radar e altri sensori in grado di catturare in tempo reale qualsiasi movimento anomalo vicino al confine, ma anche sottoterra.
“La barriera, che è un progetto innovativo e tecnologicamente avanzato, priva Hamas di una delle capacità che ha cercato di sviluppare”, aveva affermato il ministro della Difesa israeliano Benny Gantz nel 2021. Bene, secondo la versione ufficiale la mattina del 7 ottobre 2023 i miliziani di Hamas sarebbero riusciti a neutralizzare con estrema facilità questo muro invalicabile e passare oltre. Dobbiamo davvero crederci?
Ordini di non pattugliare e che lasciano le difese sguarnite
Oltre a questa strana vulnerabilità di un muro definito impenetrabile, dobbiamo aggiungere strani ordini arrivati dall’alto che hanno contribuito a lasciare le difese sguarnite quella mattina.
Qualche giorno prima del 7 ottobre ben 100 soldati del Commando Brigade delle IDF, schierate al confine di Gaza, sono stati spostati nella località di Huwara, in Cisgiordania, per un presunto aumento delle tensioni. Morale della favola: a Huwara non è successo nulla e il confine di Gaza ha perso 100 uomini.
E poi nelle scorse settimane un soldato della brigata Golani ha riferito di fronte alla Knesset di aver ricevuto l’ordine di interrompere qualsiasi pattuglia alla recinzione. Questo alle 5 del mattino del 7 ottobre. Poco prima dell’inizio dell’attacco.
Netanyahu non vuole una commissione di inchiesta indipendente
A questo va poi aggiunto che il festival di musica, dove è avvenuta una delle incursioni di Hamas, non doveva tenersi inizialmente al confine con la Striscia di Gaza. Il luogo del festival è stato cambiato due giorni prima e finora nessuno ha saputo spiegare il motivo.
Come ultimo elemento aggiungiamo che ancora a maggio 2025, nonostante le pressioni anche delle famiglie degli ostaggi, il Governo Netanyahu ha posto il veto sull’organizzazione di una commissione di inchiesta indipendente su quanto successo quel giorno. Bisogna quindi accontentarsi dei rapporti interni stilati dallo Shin Bet e dalle forze armate e che parlano in modo generico di sviste, sottovalutazioni e omissioni. L’impressione finale è che il Governo Netanyahu non potesse non sapere quello che stava per succedere.---
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