mercoledì 27 agosto 2025

Marco Tosatti - Mieli Stupito dalla Simpatia Popolare verso i Palestinesi. Esserci o Farci? Gaza Altro Giornalista Ucciso

 


 ...Esserci o Farci? Gaza Altro Giornalista Ucciso!

27 Agosto 2025 Pubblicato da  


Marco Tosatti

Cari amici e nemici di Stilum Curiae, offriamo alla vostra attenzione qualche elemento di valutazione sullo sterminio in corso a Gaza e in Cisgiordania ad opera di Israele, con la complicità e il sostegno fattivo dell’Occidente. Buona visione e condivisione.

§§§

Il primo è questo commento relativo a una incredibile dichiarazione di Paolo Mieli, che peraltro fa parte della tribù pro-Israele della nostra servostampa, come Molinari, Parenzo e compagnia cantante.

Mieli si stupisce per la diversa considerazione degli italiani su Gaza e Ucraina? A me stupisce lui

C’è un genocidio in atto compiuto en plan air non dagli Hutu ma da quella che diciamo sia una democrazia.
Mieli si stupisce per la diversa considerazione degli italiani su Gaza e Ucraina? A me stupisce lui

di Pietro Francesco Maria De Sarlo

A In Onda del 25 agosto, Paolo Mieli si è stupito del fatto che in Italia non c’è lo stesso afflato di popolo per gli ucraini che c’è verso i palestinesi. Devo dire che la cosa mi ha stupito non poco per il semplice fatto che a me, uomo della strada e senza il pedigree blasonato dell’ex direttore del Corriere, la motivazione pare chiara, limpida, cristallina.

Però essendo Mieli uomo di cultura, storico e opinionista a 360 gradi moltiplicato due, e ascoltato con riverenza dai soci Aprile e Telese, mi sorge il dubbio che la mia cultura da povero ingegnere mi faccia vedere chiaro dove invece c’è incertezza e dubbio.

Ma, Eccellentissimo Mieli, il popolo bue insorge in genere quando i potenti e le istituzioni commettono palesi ingiustizie di fronte alle quali non c’è altra possibilità che protestare sia in forma collettiva sia in forma individuale. Inoltre scatta l’empatia verso i poveri e gli indifesi oggetto di soprusi e violenze.

Il differente atteggiamento dell’opinione pubblica è semplicemente speculare al differente atteggiamento di governanti e istituzioni europee. Per difendere l’Ucraina ci stiamo impoverendo, non abbiamo più il gas russo a pochi spiccioli, stiamo spendendo miliardi e miliardi per armarla e altrettanti e forse di più per aumentare la deterrenza contro improbabili e fantomatici attacchi russi e queste armi le compriamo dagli Stati Uniti.

 I governi europei hanno l’obiettivo chiaro di punire la Russia e Putin e vogliono vincere e possibilmente abbattere anche Putin e il suo regime. Diciotto piani di sanzioni più uno in arrivo, gruppi di volenterosi, Macron che vuole mandare i soldati in Ucraina, accettare che gli ucraini sabotino i gasdotti, riunioni transoceaniche con Zelensky che detta la linea e via dicendo: che altro dovrebbe chiedere la pubblica opinione ai governanti visto che ci stiamo già suicidando economicamente e politicamente per sostenere, dicono, il principio della inviolabilità dei confini?

In sintesi mi pare che i governi europei facciano più del proprio dovere.

La resistenza del popolo ucraino è possibile grazie al contributo in armi e soldi dell’Europa, e noi popolo bue siamo soddisfatti e non abbiamo nulla di più da chiedere. Pronti infine anche a rinunciare a welfare e diritti e non vediamo l’ora di andare al fronte per combattere contro i Cosacchi, prima che arrivino a bivaccare al Colosseo.

Ovviamente anche il mondo della cultura e dello sport fa il proprio dovere, escludendo artisti e sportivi russi da ogni competizione o rappresentazione, gli israeliani invece no.

Come direbbe uno dei più grandi poeti e cantautori del ‘900, De André, “Lo Stato che fa?; Si costerna, s’indigna, s’impegna; Poi getta la spugna con gran dignità”.

Ecco: nel caso del genocidio a Gaza se va bene di giorno c’è qualche imbarazzata dichiarazione di Mattarella o Meloni o Tajani, ma i guai iniziano la notte, quando al buio e con il favore delle tenebre gli stessi governanti che inviano aiuti conditi da pubblici cicchetti contro il birichino Netanyahu a favore di telecamere, inviano armi e forniscono copertura aerea ai piloti israeliani che possono sganciare bombe su civili, ospedali e scuole.

C’è un genocidio in atto compiuto en plan air non dagli Hutu ma da quella che diciamo sia una democrazia e non uno stato teocratico come l’Iran. La verità è che siamo complici di genocidio e non ci piace.

In Ucraina abbiamo combattenti armati fino ai denti che possono rispondere colpo su colpo, a Gaza l’unica parte in commedia che hanno i gazawi è fare da bersaglio per assassini in divisa. Ecco perché ci vergogniamo delle nostre istituzioni e protestiamo perché facciano il proprio dovere su Gaza. Non siamo noi popolo ad avere un doppio standard, ma i governi. A me pare tutto cristallino, a Mieli no. Me ne farò una ragione.

***

Poi ci sono un paio di elementi relativi alla strage del Nasser Hospital, che ha visto fra le vittime cinque giornalisti in quella che una mattanza senza precedenti  (secondo alcuni siamo oltre 270 colleghi ammazzati, più che in tutte le guerre degli ultimi due secoli). Forse vi ricorderete che a fronte dello sdegno suscitato, persino in Occidente, Netanyahu ha parlato di tragico errore. Una delle usuali menzogne con cui Israele cerca di coprire la sua attività criminale. (Fra l’altro, proprio in queste ore un altro giornalista Hassan Douhna, è stato ucciso nella sua tenda nella zona sicura di “Mawasi”). Ma le scuse del criminale di guerra Netanyahu sono smentite dai canali israeliani, come testimonia questo post:

Sul bombardamento dell’ospedale Nasser, che lunedì 25 agosto ha ucciso 20 persone tra cui 5 giornalisti, emergono due narrazioni parallele e opposte.

In inglese, per il pubblico internazionale, Benjamin Netanyahu parla di un “tragico errore”, dice che Israele esprime “profondo rammarico”. In un post X il premier israeliano scrive: “Israele apprezza il lavoro dei giornalisti, del personale medico e di tutti i civili. Le autorità militari stanno conducendo un’indagine approfondita”.

In ebraico, invece, la verità viene data candidamente: il canale ebraico 14 riporta le testimonianze dei soldati della Brigata Golani coinvolti nell’attacco all’ospedale. I soldati ammettono apertamente che l’operazione era stata discussa, approvata e coordinata con i vertici prima di essere eseguita. Non un incidente come dichiarato in inglese da Netanyahu, bensì un’azione deliberata contro quello che viene definito un “quartier generale di Hamas” all’interno dell’ospedale.

Mentre i portavoce ufficiali cercano di attenuare l’impatto internazionale parlando di indagini e possibili errori, i media israeliani smascherano le contraddizioni e confermano che il colpo era stato autorizzato.

Israele mente deliberatamente in inglese per contenere la pressione diplomatica e dice la verità in ebraico per rafforzare la narrativa interna.

I media ebraici, incluso il canale stesso di Netanyahu, smascherano le sue bugie e manipolazioni.

#netanyahu #israel #idf #media

***

Poi c’è questo post di Giuseppe Salamone su Instagram: 

Alberto Negri oggi: “Uccidono come assassini non come soldati, mentono come i peggiori mafiosi perché sanno di restare impuniti. L’ordine è: spara, spara subito alla telecamera della Reuters. Cadono i primi morti. Poi un silenzio sospeso, sembra irreale. Arrivano i soccorsi correndo sulle scale dell’ospedale Nasser di Khan Younis. Ecco di nuovo il momento di colpire. Il tank israeliano spara ancora: il bilancio sarà di 20 morti tra cui 5 giornalisti. È la tecnica del «doppio colpo», illegale per le norme internazionali, ma non per Israele. Che adesso si giustifica come un criminale di strada. L’esercito ieri ha affermato che a Gaza la brigata Golani ha colpito la telecamera «ritenendo che fosse stata piazzata lì da Hamas per monitorare i movimenti dei combattenti». L’ennesima sanguinosa menzogna di una propaganda senza freni inibitori. Il bersaglio è la camera dell’agenzia britannica Reuters che invia in tutto il mondo in diretta le battaglie e i bombardamenti nella Striscia.”----

Nessun commento:

Posta un commento