mercoledì 20 agosto 2025

BYOBLU24 - “VOLENTEROSI” ALLA CASA BIANCA: MOLTO RUMORE PER NULLA...!


Due storici incontri in meno di una settimana: quello tra l’amministrazione USA e i vertici del Cremlino nella base aerea Elmendorf-Richardson, in Alaska, e poi la sfilata dei “Volenterosi” alla Casa Bianca. Due summit in cui i cerimoniali, le simbologie, i comportamenti e persino gli sguardi hanno “parlato” più delle dichiarazioni. Ad Anchorage Putin e di Trump sono scesi dai rispettivi aerei negli stessi istanti, il capo del Cremlino si è trovato di fronte un lungo tappeto rosso e il suo omologo americano lo ha accolto al centro della pista.

I due si sono salutati con ostentata cordialità, mentre sulle loro teste gli F35 compivano caroselli acrobatici, come a suggellare la solennità di quella stretta di mano. Ieri alla Casa Bianca, i leader di Germania, Italia, Francia, Gran Bretagna, Finlandia, Unione Europea e Nato sono stati accolti dal Presidente e hanno dovuto aspettare la fine dell’incontro fra lui e Zelensky prima di partecipare a una breve tavola rotonda a favore di telecamere.

Un incontro in cui i leader europei si sono contraddetti tra loro e i cui risultati, almeno per il momento, si limitano a un po’ di aria fritta. Von Der Leyen ha auspicato “il ritorno dei bambini ucraini alle loro famiglie”, Trump le ha risposto: “siamo qui per un altra ragione”, ricordandole beffardamente “il grande accordo” siglato due settimane fa in Scozia. Friedrich Merz ha riproposto “la necessità di un cessate il fuoco”, Trump ha ribattuto che sarebbe auspicabile, ma si può fare anche senza. Meloni è tornata sulla proposta italiana di estendere all’Ucraina l’articolo 5 della Nato, senza che Kiev entri a farne parte, ma sembra che la Casa Bianca non consideri nemmeno una tale acrobazia giuridica. Nello Studio Ovale campeggiava una grande mappa dell’Ucraina, con le regioni orientali sotto il controllo russo evidenziate in rosa, a sottolineare la determinazione dell’amministrazione statunitense di confrontarsi con la realtà sul terreno.

Durante l’incontro Giorgia Meloni l’ha sparata grossa, dicendo che “dopo tre anni e mezzo in cui la Russia non dava alcun segnale di dialogo, oggi si aprono degli spiragli per via dello stallo sul campo di battaglia”. Ma come la Presidente del Consiglio sa bene, la verità è un’altra: dopo l’amministrazione Biden – ostile ad oltranza nei confronti del Cremlino – quella guidata da Trump non solo ha aperto un dialogo con Mosca, ma sembra considerare Vladimir Putin un interlocutore più affidabile e credibile dei partner europei. Un dato emerso emerso chiaramente ieri Casa Bianca: il nome del “president Putin” è risuonato più volte, nominato ripetutamente da Trump, mentre sottolineava che l’incontro con il leader del Cremlino “è andato molto bene” e mentre si diceva convinto che “Vladimir Putin vuole mettere fine a questo conflitto”.

A conclusione dell’incontro, è stato lo stesso Trump ad annunciare su Truth una telefonata a Mosca: “Abbiamo iniziato a discutere dell’incontro tra il Presidente Putin e il Presidente Zelensky. Dopo che quell’incontro avrà luogo terremo un trilaterale che potrebbe svolgersi con i due presidenti più me”. Un modo per gettare la palla in calcio d’angolo e prendere tempo. Come è ormai noto, il presidente russo non nutre alcuna fiducia nel suo attuale omologo ucraino e, ob torto collo, sarebbe disposto ad incontrarlo soltanto se quest’ultimo accettasse le condizioni comunicate a Trump in Alaska. Un incontro non per apparire di fronte alle telecamere ma per firmare un accordo di pace che è ancora scritto da nessuna parte, anche grazie all’intervento dei cosiddetti “Volenterosi”.

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