
PS : Questo post regalotoci da " iL F. Q. " può servire anche a "tutti noi"...specialmente ad un certa età. "costa niente e vale moltisssimo".
umberto marabese
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La scomparsa di una vera e propria istituzione televisiva come è stato Pippo Baudo ha innescato, tra le varie cose, alcune ipotesi e speculazioni sulle cause del suo decesso. Come quella di una lunga malattia; o di un presunto incidente domestico, che renderebbe il fatto ancora più drammatico proprio per la banalità della causa. Ipotesi però respinta dal suo avvocato e amico intimo, Giorgio Assumma, che ha dichiarato al Corriere che Baudo “ha avuto un indebolimento neurologico alle gambe che lo ha condizionato molto”. Una condizione aggravata anche da un forte abbassamento della vista: “Vedeva poco e cercava di nascondermelo, mi individuava attraverso la provenienza della mia voce” ha sottolineato ancora Assumma. Che ha aggiunto: “Tutte le volte che andavo a trovarlo, uscivo con un senso di angoscia. Gli ultimi mesi li ha passati chiuso in casa, non è quasi mai uscito se non per andare al compleanno di Pingitore del Bagaglino, aveva difficoltà a incontrare la gente”.
Il parere dell’esperto
In ogni caso, la morte di Baudo ha riportato al centro dell’attenzione un tema medico spesso sottovalutato: la debolezza neurologica degli arti inferiori. Abbiamo chiesto al professor Giovanni Frisullo, Responsabile UOSD Neurologia d’Urgenza all’Ospedale Gemelli di Roma, di aiutarci a capire meglio questo quadro clinico.
• esami neurofisiologici (elettroneurografia, elettromiografia),
• risonanza magnetica dell’encefalo o del midollo,
• altri esami mirati in base al sospetto clinico.
“Prima si arriva alla diagnosi – sottolinea Frisullo – più mirato ed efficace sarà l’intervento terapeutico, con un impatto importante sulla qualità di vita. In alcune situazioni, come la stenosi del canale vertebrale, l’intervento chirurgico di decompressione può riportare il paziente a una condizione quasi normale. Non sempre si parla di guarigione, ma di recupero funzionale sì, e questo cambia radicalmente la quotidianità delle persone”. In definitiva, la regola è non trascurare i sintomi, parlarne con il proprio medico e rivolgersi allo specialista. Perché, come ricorda Frisullo, “non è mai troppo tardi per migliorare la qualità della vita”.----
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