giovedì 14 agosto 2025

14 Agosto 2025 07:00 Pepe Escobar - Scontro Orso-Aquila in Alaska: Addio Ucraina, benvenuto Artico

 

Tutti gli occhi puntati sull'Alaska. Lo scontro Orso-Aquila fa parte di un’accelerazione sbalorditivo della storia nell'estate del 2025.

 14 Agosto 2025 07:00  di Pepe Escobar – Sputnik

[Traduzione a cura di: Nora Hoppe]

Due settimane dopo l'Alaska, si svolgerà il vertice annuale dell'Organizzazione per la Cooperazione di Shanghai (SCO) a Tianjin, in Cina. L'indiano Narendra Modi e l'iraniano Masoud Pezeshkian si uniranno, tra gli altri, a Xi Jinping e Vladimir Putin allo stesso tavolo. Un tavolo BRICS/SCO.

Il 3 settembre, a Pechino, ricorre l'80mo anniversario di quella che viene ufficialmente definita come la vittoria della "Guerra di Resistenza del Popolo Cinese contro l'aggressione giapponese e la guerra mondiale antifascista". Putin è l'ospite d'onore. Le prove, con 22.000 partecipanti, si sono svolte lo scorso fine settimana in piazza Tian'anmen.

Lo stesso giorno, a Vladivostok, in Russia, inizia il Forum Economico Orientale, che discute tutto ciò che riguarda la spinta della Russia a sviluppare l'Artico e la Siberia orientale – l'equivalente della campagna cinese "Go West" iniziata alla fine degli anni '90. I principali attori eurasiatici saranno in casa. Putin si rivolge alla sessione plenaria il 5 settembre.

I principali leader BRICS di Cina, Russia, Brasile e India, nel frattempo, sono attivamente coinvolti in una raffica di telefonate per coordinare una risposta collettiva alle guerre tariffarie – parte della guerra ibrida dell'Impero del Caos contro i BRICS e il Sud Globale.

Come Trump punta a una vittoria mediatica

Vediamo come l'Alaska sta preparando il terreno per qualcosa di molto più grande.

Il vertice è stato annunciato a seguito di quella che il consigliere di Putin Yuri Ushakov ha definito in modo conciso "una proposta da parte americana che riteniamo abbastanza accettabile".

Questa frase era il massimo che il Cremlino avrebbe commentato – in contrasto con l'assalto verbale senza sosta proveniente da Washington. Il fatto che il Cremlino abbia anche solo preso in considerazione l'offerta americana significa un implicito riconoscimento di ciò che la Russia sta ottenendo sul campo di battaglia e nella sfera geoeconomica.

Tempismo. Perché proprio ora? Soprattutto dopo che Trump aveva minacciato gli acquirenti di petrolio russo con le tariffe? Essenzialmente, perché l'intelligence militare in alcuni silos dello Stato profondo ha fatto i conti e ha finalmente ammesso che la lunga guerra per procura in Ucraina è persa.

Inoltre, Trump personalmente vuole farsene una ragione per concentrarsi sui prossimi capitoli delle Guerre per Sempre – compreso quello che conta davvero: contro la "minaccia esistenziale" della Cina.

Dal punto di vista di Mosca, condizionato dai risultati positivi della sua calibrata guerra di logoramento, i fatti sul campo di battaglia indicano che l'operazione militare speciale è in corso – e nessun cessate il fuoco; nel migliore dei casi una pausa "umanitaria" di qualche giorno. Gli americani vogliono un cessate il fuoco di almeno qualche settimana.

Riconciliare l'ottica di entrambe le parti sarà un compito di Sisifo. Tuttavia, l'Alaska è solo l'inizio: il prossimo incontro è già in programma nella Federazione Russa, secondo Ushakov.

Le motivazioni di Trump sono chiare: creare l'illusione che gli Stati Uniti stiano uscendo dal caos, ottenere una sorta di tregua e riprendere gli affari con la Russia – soprattutto nell'Artico.

Parallelamente, supponendo qualsiasi tipo di accordo, lo Stato profondo non riconoscerà mai le nuove regioni russe, nemmeno Donetsk e Lugansk; e cercherà di riarmare l'Ucraina, "guidando da dietro", per una replica della guerra guidata dalla NATO più avanti.

Dunque l'abisso USA-Russia rispecchia l'abisso interno americano – e soprattutto l'abisso Trump-NATO/UE. Il branco di chihuahua senza denti d'Europa, mentre cerca di salvare il suo pietoso attore di Kiev, fa salti mortali – con annessi possibili cigni neri – per affossare il vertice ancora prima che abbia luogo.

Non c'è modo per Trump di vendere qualsiasi tipo di accordo al branco rabbioso della NATO/UE. Ma nulla lo renderebbe più felice che scaricare loro la guerra – per intero. Con il vantaggio che, in questo caso, lo Stato Profondo non si lamenterà – perché intascherà profitti mostruosi dal racket delle vendite di armi. Risultato finale: una classica vittoria mediatica per Trump.

 Addio Ucraina, benvenuto Artico

L'Ucraina, però, non sarà il tema principale in Alaska. Il sempre perspicace viceministro degli Esteri russo Sergei Ryabkov è andato dritto al sodo: ciò che conta davvero è che "i primi segni di buon senso stanno comparendo nelle relazioni Russia-Stati Uniti, che erano assenti per diversi anni prima".

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