domenica 2 giugno 2019

Bartolomeo Prinzivalli - Generale dietro la collina…



 …Ci sta la boria, brutta e assassina. Non è passato inosservato (ma hanno fatto di tutto perché non lo fosse) il rifiuto all’invito a presenziare alla parata del 2 giugno, in occasione della festa della Repubblica, di tre ex generali, lesti a dichiararsi delusi dal trattamento che l’attuale governo (a parer loro) stia riservando alle forze armate in difesa della Patria, riferendosi in particolare al ministro preposto, Elisabetta Trenta, alla quale non intendono stringere la mano. Ma le reali motivazioni sono ben altre e trapelano tra le righe delle loro dichiarazioni divulgate a mezzo stampa, tradendo l’assoluta mancanza di diplomazia prevedibile per il ruolo espletato, pregno di decisionismo senza obiezioni: si parla infatti di “disattenzioni” verso i militari per poi focalizzarsi sulle reticenze governative contro l’acquisto di mezzi strategici come gli F-35, quei trabiccoli difettosi universalmente riconosciuti che di straordinario hanno solo il costo (le cui commesse in atto purtroppo non possono essere più bloccate), ma la vera pietra dello scandalo, il peccato mortale, l’onta insanabile, è il taglio sostanzioso alle loro pensioni, considerate “d’oro” e trattate alla stregua di un furto più che di un privilegio invece che il giusto compenso per anni di onorata carriera al servizio ed a protezione del popolo; che poi questi tagli servissero per dar sostegno proprio al popolo a cui hanno giurato fedeltà e difesa a scapito delle proprie vite pare non fregargliene granché...
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Ad essi si accoda l’ex ministro La Russa, il signor “digiamolo”, famoso per il timbro di voce più che per meriti politici, i cui apici sono stati senza ombra di dubbio l’imitazione di Fiorello e l’aver partecipato come doppiatore ad una puntata dei Simpson. Che perdita.
Da anni ormai le nostre forze armate rappresentano sul campo un’eccellenza riconosciuta a livello mondiale, eccellenza ripagata con una certa “discrezionalità”, in termini di impunità ed autonomia nella spartizione delle risorse, da parte dei precedenti ministri, erroneamente confusa per rispetto. Ed è proprio come mancanza di rispetto che è stata interpretata l’ingerenza della ministra Trenta mediante l’apertura di inchieste a tutela dei soldati per accertare le responsabilità sull’uso dell’uranio impoverito (e relative malattie) e dei suicidi in caserma. Forse più che di parate è di pararsi il culo che certe dichiarazioni danno l’impressione, ma forse è solo un cattivo pensiero di chi scrive, chissà.
La parata ci sarà comunque, ed avrà come tema l’inclusione, affiancando ai militari anche rappresentanti dei dipendenti civili, dei feriti, degli ammalati in servizio e dei caduti, per evidenziare la necessità di marciare compatti ed a tempo, allineati e coperti, facendo volentieri a meno di chi non riuscendo a nascondere la boria fra le stellette ed i lustrini ha paura che gli si pestino i piedi…---

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