NEW YORK - L’ultima scommessa di Facebook, una reinvenzione di bitcoin sotto il marchio della sua criptovaluta Libra, è di quelle davvero ambiziose: rivoluzionare la finanza globale, inaugurare un nuovo modello di business per l’azienda stessa meno dipendente dalla pubblicità. Nonchè mettere contemporaneamente a tacere i critici delle sue finora discutibili pratiche di protezione della privacy e superare i sospetti monopolistici. Di sicuro non sarà facile, politicamente prima che tecnologicamente: l’annuncio formale dell’ambiziosissimo progetto è stato seguito dal moltiplicarsi inviti e moniti globali alla cautela. A Washington sono piovute richieste di parlamentari sia democratici che repubblicani di vederci assai chiaro sui disegni di Mark Zuckerberg e di organizzare anzitutto una serie di audizioni sui rischi.
Per ora può però contare sugli entusiasmi degli analisti di Wall Street...
Per ora può però contare sugli entusiasmi degli analisti di Wall Street...
Jp Morgan ha celebrato la possibilità di diversificazione delle entrate e di servizi che potranno raggiungere miliardi di persone. Royal Bank of Canada hanno anticipato trasformazione fondamentali nell’economia digitale, paragonando la nuova ipotizzata «infrastruttura finanziaria» ancorata da Libra al varo del sistema operativo di Apple iOs. Facebook può anche e forse soprattutto accontentarsi della recente performance in Borsa: giugno è stato un mese all’insegna di ottimismo con pochi pari, per il re dei social network e le altri grandi tech, una riscossa da un maggio difficile e abbastanza da tenere a bada i timori di valutazioni speculative. Fb dal primo giugno è passata da 164 a 188 dollari, marciando di un 15% rappresentativo di guadagni d’insieme.
Agli inizi del mese il comparto tech ha messo a segno le migliori sei sedute in oltre sette anni - con l'S&P information technology sector salito del 9% - frutto del sostegno offerto al momento dagli investitori ad aziende considerate con fondamentali solidi e meno dipendenti da una congiuntura economica indebolita. Aiuta la prospettiva di una Federal Reserve che oggi, al termine della sua ultima riunione al vertice, potrebbe essere pronta a segnalare prossimi tagli dei tassi di interesse da qui a fine anno per stimolare l’espansione. E se si saranno schiarite sul fronte delle tensioni commerciali tra Usa e Cina, sono possibili ulteriori iniezioni di fiducia.
Agli inizi del mese il comparto tech ha messo a segno le migliori sei sedute in oltre sette anni - con l'S&P information technology sector salito del 9% - frutto del sostegno offerto al momento dagli investitori ad aziende considerate con fondamentali solidi e meno dipendenti da una congiuntura economica indebolita. Aiuta la prospettiva di una Federal Reserve che oggi, al termine della sua ultima riunione al vertice, potrebbe essere pronta a segnalare prossimi tagli dei tassi di interesse da qui a fine anno per stimolare l’espansione. E se si saranno schiarite sul fronte delle tensioni commerciali tra Usa e Cina, sono possibili ulteriori iniezioni di fiducia.
Le cinque grandi - Microsoft, Facebook, Alphabet, Apple e Amazon - soltanto in quei sei giorni menzionati hanno visto la loro market cap complessiva gonfiarsi di 346 miliardi reduci dall’aver bruciato in maggio oltre mezzo miliardo. Il recupero è poi continuato nelle giornate successive. I grafici di tutte le grandi, più in dettaglio, assomigliano a quelli di Facebook: dagli albori di giugno Amazon è in rialzo del 12%; Apple prende il 14%; Microsoft, re della market cap, oltre il 13%; anche Alphabet, la società forse più nel mirino delle autorità antitrust, è lievitata di più del 6 per cento. Questi rialzi rappresentano oggi una componente significativa della marcia di oltre un quarto del valore messa a segno dall'hi-tech in Borsa da inizio anno.
Le sfide per il settore non sono però archiviate, a cominciare dalla percezione o realtà di un loro strapotere mentre cercano nuove espansioni e diversificazione sulle frontiere digitali e dell'innovazione. E a cominciare da Facebook. Gli obiettivi del suo ultimo progetto sono drammatici anche dal punto di vista sociale, con Libra usata dai suoi 24 miliardi di utenti mensili attivi, la prima criptovaluta popolare e di massa buona per acquisti al dettaglio come per biglietti del trasporto pubblico, capace di penetrare in regioni del mondo dove mancano conti in banca, facendo risparmiare 25 miliardi agli immigrati di commissioni pagate adesso sulle loro rimesse. Ma è difficile immaginare carta bianca su una simile iniziativa dopo gli scandali e le polemiche che hanno scosso il settore tech americano. Negli Stati Uniti un coro di esponenti di entrambi i partiti ha chiesto audizioni in Congresso sui progetti di Facebook e la leadership della Commissione sui Servizi Finanziari della Camera ha già espresso l'intenzione di orchestrarle. La presidente della Commission e Maxine Waters ha chiesto a Facebook di congelare ogni piano «finchè il Congresso non avrà avuto modo di esaminare questi problemi e agire di conseguenza». Dal Senato sono arrivate dichiarazioni quali quelle del democratico Sherrod Brown dell'Ohio, vicepresidente della Commissione bancaria: «Facebook è già troppo grande e potente e ha usato quel potere per sfruttare i dati degli utenti senza proteggerne la privacy. Non possiamo permettere a Facebook una pericolosa nuova criptovaluta da un ente in Svizzera senza supervisione».
Una recente lettera inviata da Brown e dal chairman repubblicano della sua Commissione Mike Crapo ha chiesto se l’azienda abbia «contattato le autorità di regolamentazione per verificare come rispettare ogni requisito legale», e non ha ricevuto risposta.
Proprio chi regolamenterà e con quale severità una simile criptovaluta resta un nodo da sciogliere. La Sec è l'agenzia principale e più preparata oggi sulle criptovalute, ma queste sono considerate alla stregua di securities e Libra ha intenzione di smarcarsi da questa etichetta. La Commodity Futures Trading Commission è a sua volta giurisdizione, ma solo se ritenute commodities e per reati di truffa e manipolazione. Libra potrebbe quindi non dover rispettare i loro requisiti. Ci sono poi preoccupazioni che possa diventare uno strumento enorme di riciclaggio di denaro, con qualcuno che ha paragonato la potenziale esplosione di simile attività a quella già avvenuta delle fake news attraverso i social media.
In Europa esistono solide regolamentazioni nel settore dei pagamenti e trasferimento di denaro con ulteriori regole anti-riciclaggio in arrivo. Ieri il ministro della Finanza francese Bruno Le Maire ha inoltre detto di non essere contrario all’iniziativa di Facebook ma ha aggiunto che dovrà avere chiari limiti. Non può diventare, in qualità di strumento di un’azienda che risponde ai suoi interessi, una divisa sovrana, capace ad esempio di agire da divisa di riserva. Con la Francia presidente di turno del G7, Le Maire ha indicato di aver chiesto alle banche centrali dei sette di preparare un rapporto sulle tematiche coinvolte entro metà luglio, che evidenzi requisiti e grazie necessarie per proteggere i consumatori quando si tratta di criptovalute.---
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