Il video girato dall’agenzia Frontex mostra uno dei trucchi utilizzati dagli scafisti per far arrivare i migranti sulle coste italiane.
di Salva Toscano
PALERMO — La «nave madre» aveva sganciato il barchino carico di migranti 60 miglia a sud di Lampedusa. Poi, il peschereccio aveva fatto dietrofront, facendo rotta verso la Libia. Ma le operazioni sono state filmate da un velivolo di Frontex, l’Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera. E così sono scattate le procedure per bloccare il motopesca, poi raggiunto e sequestrato. Guardia di Finanza e Capitaneria di Porto sono intervenute in acque italiane sul barchino trovando a bordo 81 profughi, tra cui tre minori. Sono stati trasferiti nell’hot spot dell’isola, riferiscono di arrivare da diversi Paesi africani e asiatici. Il peschereccio, inseguito e intercettato dalle autorità italiane, giungerà invece stamattina a Licata, nell’Agrigentino. Sette membri dell’equipaggio, sei egiziani e un tunisino, sono stati fermati per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. L’operazione è stata coordinata dalla Procura di Agrigento guidata da Luigi Patronaggio. Altri due presunti scafisti sono stati fermati su ordine della stessa Procura perché considerati responsabili di un altro sbarco di 43 persone avvenuto in settimana...
Quello delle «navi madre» che trasborda migranti su imbarcazioni più piccole portate a traino sarebbe ormai un sistema collaudato per gli scafisti. Nelle ultime ore sono in tutto cento i migranti sbarcati a Lampedusa. Subito dopo l’episodio del barchino sganciato dal motopesca, infatti, ci sono stati infatti altri due mini-sbarchi che hanno coinvolto dodici e sette persone, tre delle quali si sono lanciate in acqua una volta intercettate. Un fenomeno, quello degli sbarchi di piccole dimensioni che non si sono arrestati sull’isola, su cui ha chiesto più volte attenzione negli ultimi mesi il sindaco di Lampedusa Totò Martello.
Restano invece in mare i 43 migranti a bordo della nave Sea Watch, ormai da giorni in acque internazionali a 15 miglia da Lampedusa. E ieri, intanto, il tribunale dei ministri di Catania, accogliendo la richiesta delle Procura distrettuale, ha archiviato le posizioni del premier Giuseppe Conte, dei vicepremier Matteo Salvini e Luigi Di Maio e del ministro delle Infrastrutture, Danilo Toninelli, sullo stop allo sbarco della Sea Watch nel porto di Siracusa lo scorso gennaio. Il reato ipotizzato era il sequestro di persona. Secondo i giudici la nave della Ong olandese «è entrata in Italia in maniera unilaterale e senza le necessarie autorizzazioni della Guardia Costiera», caso diverso, sottolineano i magistrati, da quello della Diciotti che era una nave militare italiana. «Sono felice che anche la magistratura confermi che si possono chiudere i porti alle navi pirata. Continuerò a difendere i confini», ha commentato Salvini.
21 giugno 2019 (modifica il 21 giugno 2019 | 22:01)
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