lunedì 24 giugno 2019

(Adriano Scianca – La Verità) - Il centurione Fubini contro i ribelli:"Al mio segnale ... scatenate l’infern



(Adriano Scianca – La Verità) – 
Al segnale di Federico Fubini, scatenate l’inferno.
Sembra di vederlo, il vicedirettore del Corriere della Sera nelle vesti di Massimo Decimo Meridio, mentre va alla conquista dei marcomanni nelle foreste germaniche per ordine dell’ imperatore Marco Aurelio/Jean-Claude Juncker.
Gli imperi, del resto, sono così: ogni tanto c’ è una provincia ribelle in cui andare a riportare disciplina col ferro e col fuoco. Solo che nella visione di Fubini, i marcomanni siamo noi. Ecco quindi il nostro affezionatissimo andare a Omnibus su La7 e lasciarsi sfuggire un eloquente lapsus, anche se «sfuggire» e «lapsus» non sono forse le parole giuste, dato che l’ espressione è reiterata: «Non è la prima volta», ha detto Fubini alla trasmissione di La7, «che l’ Unione europea ha una provincia ribelle, c’ è stata la Grecia, la Gran Bretagna, l’ Ungheria, la Polonia, nel tempo ci sono state delle province ribelli. Oggi l’ Italia è la provincia ribelle...

La differenza è che nei casi precedenti, i leader delle province ribelli andavano al centro del sistema, si confrontavano, conoscevano anche sul piano umano gli altri leader, capivano quello che gli altri pensano, come gli altri ragionano, le regole del gioco, si assumevano le responsabilità degli impegni che prendevano e poi si arrivava o non si arrivava, ma per lo più si arrivava, a delle soluzioni». Capito? L’ Italia è la provincia ribelle dell’ Ue. Anzi, doppiamente ribelle, perché non solo vuole fare di testa sua, ma poi i suoi governanti, a differenza dei vari Alexis Tsipras, non si fanno neanche convincere dall’ atmosfera ovattata dei meeting europei.
Il lessico militare scelto da Fubini la dice lunga sul modo in cui l’ editorialista intende i rapporti fra Ue e Stati membri. L’ Europa, pare di capire, non è per Fubini un terreno in cui possano scontrarsi visioni alternative, un luogo dialettico, aperto al cambiamento. Macché, è un blocco, un moloch, o sei allineato o sei un eretico. L’ idea della diversità di indirizzo come «ribellione» rispetto a un cammino unico già tracciato è in effetti piuttosto inquietante, almeno quanto il fatto di degradare uno Stato sovrano, peraltro tra i fondatori dell’ Unione europea, a mera «provincia».
Ma provincia di quale impero, poi? Chi ci capisce è bravo.
Di sicuro c’ è che, nei confronti del suo impero, Fubini è un servitore zelante ma assai poco efficace, proprio per la tendenza a rilasciare parole in libertà che rischia di mandare in malora anni di propaganda. Poche settimane fa, presentando su Tv2000 il suo nuovo libro, il vicedirettore del Corsera si lasciò sfuggire di non aver voluto scrivere un articolo sull’ aumento di mortalità infantile in Grecia a causa dell’ austerity per non fornire armi alla propaganda sovranista, mostrando così la sua, di vocazione propagandistica.
Sempre negli ultimi tempi, la sua intransigenza filo Bruxelles ha causato una sorta di terremoto interno in via Solferino, con il corrispondente Ivo Caizzi che ha accusato il suo vicedirettore di inventarsi le notizie al solo scopo di rendere omaggio all’ Ue e di bastonare la provincia ribelle italiana. La buona volontà non manca, e del resto sedere nel board europeo della Open society foundations di George Soros fornisce sicuramente i dovuti stimoli. Ma la tendenza a strafare sembra sortire spesso risultati opposti a quelli desiderati, smascherando gli altarini e portando acqua al mulino sovranista. Insomma: fai anche meno, Federico. Anche meno.

Nessun commento:

Posta un commento