Non c’è niente da fare: ogni volta che si muovono interessi colossali, si perde di vista la questione fondamentale. E la questione è: se una cosa si può fare, è giusto farla? E’ una domanda che abbiamo già incontrato molte volte, in molti campi.
La fisica e la tecnologia, ad esempio, ad un certo punto potevano costruire la madre di tutte le bombe: la bomba H. Ma era giusto sganciarla? La ricerca e la tecnologia genetica hanno reso possibile la clonazione, ma sarebbe giusto clonare un essere umano? Grazie alle tecniche di inseminazione artificiale e di impianto si può far crescere un feto in un utero diverso da quello materno (parliamo della pratica che passa sotto al nome di utero in affitto), ma è giusto strappare un bambino appena nato dal ventre che lo ha cullato per nove mesi, e allontanarlo, scaraventandolo in una dimensione a lui aliena, proprio quando avrebbe invece bisogno di stare a contatto con il corpo che gli ha dato la vita?
E potremmo continuare ancora… I vaccini ad esempio possono essere incredibilmente utili, o in qualche caso estremamente dannosi. La tecnologia è in grado di produrne miliardi di dosi e la politica può invocare il monopolio legittimo della forza dello Stato per imporre a tutti una terapia invasiva, che rappresenta una violazione del corpo fisico, giustificandosi dietro a numeri e statistiche, ma… può farlo? Intendo, “eticamente”: è giusto imporre ai genitori di correre un rischio di stato invece di un rischio naturale?...
La risposta a questa domanda sembra interessare molte poche persone.
Un altro degli ambiti in cui stiamo per fare le cose, senza chiederci prima se sia giusto farle è il 5G. L’ultimo secolo di fisica quantistica ci ha rivelato che tutta la nostra concezione dell’universo e della vita era sbagliata. Le creature viventi non sono mere casualità apparse in una distesa inanimata, fredda e priva di scopo. Non è la materia che genera la vita: la materia non esiste di per sé. Gli esperimenti hanno stabilito con certezza che in assenza di un osservatore esterno, cioè di una coscienza, il mondo fisico esiste solo in uno stato potenziale, probabilistico. Gli stessi concetti di spazio e di tempo non sono altro che il modo in cui la coscienza si organizza per interpretare il cambiamento, ma tutto avviene sotto forma di energia, e avviene dentro di noi, nella nostra mente. Che non coincide con il cervello. Questa nuova visione unificante è stata racchiusa in una teoria che ha basi scientifiche incontestabili, e che prende il nome di biocentrismo. (leggi: “Oltre il Biocentrismo”, di Robert Lanza, considerato tra gli scienziati contemporanei più influenti in assoluto – cfr: “who is Robert Lanza“)
Ma allora, se sostanzialmente siamo fatti di energia e se tutto esiste solo in quanto vibrazione energetica (e questo l’aveva già anticipato Einstein che aveva scoperto che materia ed energia erano due facce della stessa medaglia), cosa succede se bombardiamo noi stessi con campi energetici di potenza sempre più elevata?
Il 5G di per sé è una grande promessa: è l’internet delle cose, gli oggetti che interagiscono, le informazioni che viaggiano… Chi ama la rete non può essere contrario. Però il 5G significa anche moltiplicare a dismisura la densità delle antenne intorno a noi, così come il numero di oggetti in casa che emanano onde. Sappiamo ad esempio da molte sentenze che anche un uso eccessivo del cellulare può essere causa di tumori. Sappiamo che ci sono molte persone sensibili ai campi elettrici… E sappiamo anche che chi vive in prossimità dei grandi ripetitori delle compagnie telefoniche è soggetto a disfunzioni anche importanti, che vanno dal mal di testa all’insonnia, fino alla possibile sterilità.
Insomma: è stato adottato il sacrosanto principio di precauzione? Sono stati condotti esperimenti in misura sufficiente ad escludere ogni possibile effetto negativo sulla nostra salute? Per tornare all’inizio di questo articolo: il fatto che siamo pronti per realizzare reti senza fili adatte alla realizzazione di interconnessioni pervasive, significa che è giusto farlo?
Il ruolo di Byoblu è quello di mostrarvi l’altra faccia della medaglia, quella che non trova spazio nei media, perché si scontra con gli interessi di chi muove miliardi e vede solo il lato economico di ogni cosa. Per questo, oggi siamo andati a Vicovaro, per trasmettere in streaming e registrare per voi il primo meeting nazionale “#Stop5G: emergenza politica di precauzione”, dalle 10 alle 17.30.
Almeno, dopo avere capito che il 5G si può fare, possiamo ininziare a chiederci se si deve fare.
Magari sì! …ma è sempre meglio deciderlo dopo un ampio dibattito dei cittadini, per i cittadini, e non basandosi solo su un facile entusiasmo o sulla convenienza economico-commerciale.
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