di Franco Stefanoni
Il Senato ha negato l’autorizzazione a procedere nei confronti di Matteo Salvini su cui l’Aula era stata chiamata a esprimersi a proposito del caso Diciotti scoppiato la scorsa estate. «La mia relazione ha ottenuto finora 232 voti favorevoli», ha detto il presidente della Giunta per le immunità, Maurizio Gasparri, scendendo in sala stampa subito dopo la votazione dell’Assemblea. Si tratta, ha fatto notare, «di un numero ben superiore ai 160 necessari». Il dato finale verrà annunciato dopo le 19. È passata dunque la linea, più volte ribadita dal governo, secondo cui la scelta di non far sbarcare oltre 170 migranti tratti in salvo dalla nave militare italiana per circa una settimana era stata una scelta politica governativa e, come tale, non sindacabile e non un abuso di un ministro per ottenere un personale vantaggio politico.
La difesa di Salvini in Aula
Poche ore prima, Salvini era intervenuto pubblicamente in Senato, dicendo: «Non lascerò mai morire nessuno in mare. E non ho mai pensato di intervenire per sequestro di persona. Per andare a processo dovrei dire una bugia»...
Il ministro dell'Interno, intervenuto dai banchi della Lega e non da quelli del governo, si era mostrato commosso. «Scusate», aveva detto, «non mi emoziono quando parlo ma quando c’è di mezzo un reato e di solito vado a braccio ma... in questo caso me lo sono scritto perché se mi si accusa che, col mio lavoro ho fatto privatamente qualcosa che ho fatto e farò per difendere la sicurezza del Paese e dei miei figli, allora perdonate, un po’ di emoziono». Secondo il ministro e leader leghista: «La decisione sulla Diciotti è stata una iniziativa del governo coerente con gli interessi pubblici del Paese. Il governo ha sviluppato misure e azioni per la lotta al contrasto dell’immigrazione clandestina e ringrazio i colleghi 5 Stelle perché le cose si fanno in due, evidentemente». Questa mattina il ministro dell’Interno era arrivato in Aula al Senato intorno alle ore 9 e 30, mentre l’avvio delle procedure di voto era iniziato intorno alle 13. Accanto a Salvini, il ministro delle Politiche agricole Gian Marco Centinaio e la ministra della Pubblica amministrazione Giulia Bongiorno, che ha seguito pagina per pagina, annuendo, il testo letto da Salvini. Unico ministro presente del M5S, Riccardo Fraccaro, titolare dei Rapporti con il Parlamento. Entrando in Aula, il premier Giuseppe Conte aveva invece detto: «Sono sereno e confidente».-«Salvate migliaia di vite»
«Più che porti aperti, qualcuno era sostenitore di “cimiteri aperti”». Salvini aveva rivendicato la più generale politica dei porti chiusi presentando alcune cifre: «I numeri dicono che così facendo, abbiamo salvato migliaia di vite. Nel 2015 immigrati sbarcati 153 mila, vittime recuperate in mare 296. Nel 2016 migranti sbarcati 181 mila, vittime recuperate 390, nel 2017 119 mila sbarcati, 210 le vittime recuperate, nel 2018 sbarcati 23 mila e 370, vittime recuperate 23. Nel 2019, a ieri, 348 sbarcati e vittime una. Quindi meno partenze, meno sbarchi, meno morti».
«Infiltrazioni terroristiche»
Poi era tornato sulla Diciotti. «Si legge nella ricostruzione del tribunale che il dirottamento, si parla addirittura di dirottamento imposto dai maltesi, ha comportato un allungamento della traversata invece di 50 miglia e non 100», aveva proseguito Salvini davanti ai senatori, «e ogni riferimento alla vicenda della nave Mare Jonio mettendo a rischio le persone, è esattamente la fattispecie simile». Salvini aveva raccontato di essere una persona a cui «viene male dire le bugie», aggiungendo che «la procura di Catania, in conformità con il tribunale dei ministri, ha chiesto l’autorizzazione a procedere nei miei confronti trasmettendo gli atti relativi. Sottolineo che non sono stato io a sollecitare la trasmissione degli atti, forse qualcuno non ha capito che, per andare a processo, dovrei mentire». «Cinque diversi uffici giudiziari, cinque, hanno autonomamente ravvisato la natura ministeriale delle condotte attribuitemi». «Io e il governo a cui mi onoro di appartenere non saremo mai complici dei trafficanti di droga e di armi. Dedico la mia vita a questo splendido Paese». Salvini si è appellato anche al rischio di infiltrazioni di gruppi terroristici sulle imbarcazioni alla deriva. «Non va sottovalutata la possibilità che i flussi migratori siano veicolo per l’arrivo in Italia di soggetti infiltrati a scopo di azioni violente».
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Caso Diciotti: l’attesa, l’emozione e il caffè di Salvini in Senato
Nugnes (M5S): «Voterò sì»
«Per forza, che altra possibilità c’è?». Così la senatrice del Movimento 5 stelle Paola Nugnes aveva in precedenza risposto alla domanda sull’autorizzazione a procedere nei confronti del ministro dell’Interno Matteo Salvini, sul caso Diciotti. Come annunciato, Nugnes ha votato sì all’autorizzazione nell’aula del Senato. «Mi attengo a questo caso e alla richiesta del tribunale», aveva aggiunto la senatrice, una delle dissidenti del Movimento, spiegando che «non c’era un preminente interesse pubblico che potesse essere raffrontato all’interesse calpestato dei 177 migranti a bordo ma anche dell’equipaggio, quindi credo che (Salvini, ndr) non possa valersi dell’immunità e che debba andare a giudizio. Chiaramente non andrà a giudizio ma questo è un peccato per lo stesso Salvini, perché, per essere dichiarati innocenti, bisogna essere processati. La magistratura è la magistratura, le altre istituzioni sono altre». Anche Gregorio De Falco, ex senatore del M5S, era intervenuto dicendo:«Non posso non fare un appello ai colleghi del Movimento. In questo caso si tratta di un odioso privilegio svincolato da qualsiasi criterio obiettivo. Spero che loro votino da donne e uomini liberi».
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Meloni: «M5S surreali»
«È assolutamente surreale che un pezzo significativo della maggioranza di governo prenda in considerazione l’ipotesi di votare contro il ministro Salvini». Aveva detto prima del voto il presidente di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, ospite di Non Stop News, su Rtl 102.5. ««Con l’autorizzazione a procedere non si vota l’indagine nel merito ma si risponde a una domanda: il ministro ha agito nell’interesse della nazione e del governo o contro gli interessi della nazione e del governo? Se i 5 stelle dovessero votare per l’autorizzazione a procedere nei confronti di Salvini dovrebbero mandare a casa il governo perché non ti puoi tenere un vicepremier e ministro che agisce contro gli interessi della nazione».
20 marzo 2019 (modifica il 20 marzo 2019 | 15:08)
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