mercoledì 18 gennaio 2017

Maurizio Blondet - Una Maidan contro Trump? I preparativi in corso....

Il transition team presidenziale ha smentito tutto. Il generale Schwartz, che è un “non career status  political appointee”, ossia un nominato politico a quella carica e non di carriera, ha offerto le sue dimissioni, come è regola per i nominati politici. La scelta di scadere alle 12 del 20 è  stata scelta sua. Anzi, “l’Amministrazione Trump gli ha offerto di mantenere il comando fino  a dopo l’inaugurazione, ma lui ha rifiutato”. Nemmeno un minuto sotto Trump. Poi è andato a lamentarsi col Washington Post, facendo credere di essere stato licenziato  in tronco.....

Scoperta la falsità, Schwartz ha rifiutato  le richieste di interviste dei giornalisti (e blogger) che gli hanno chiesto di spiegarsi. Il transition team ha comunicato che non ci  sarà un vuoto nel comando delle Guardie Nazionali durante la cerimonia, perché è stato provvisoriamente nominato al posto di Schwartz  il generale di brigata  William J. Walker.
Ma certo il cambio di comando  della Guardia Nazionale (ed anche della Guardia Nazionale Aerea)  mentre  la cerimonia è in corso, con le folle e le masse di dimostranti che da  giorni vengono pagate e mobilitate per andare a Washington a protestare  e saranno in piazza, un vuoto di comando anche di  pochi minuti può essere pericolosissimo. In quei minuti tutto può succedere.
E la menzogna del generale Schwartz (un negro di Obama), insieme con la sua scelta di abbandonare la scena e le  sue responsabilità durante i fatti su cui doveva vegliare, è altamente allarmante.

Putin ha avvertito

Tanto più che Vladimir Putin ha appena avvertito pubblicamente Donald Trump di guardarsi da un colpo di  stato “stile Maidan”  –  cioè con i disordini di piazza sapientemente organizzati,  con tanto di franchi tiratori appostati ad ammazzare sia manifestanti sia poliziotti, che hanno dato il  potere alla giunta di Kiev.
“Ho l’impressione che hanno fatto pratica a Kiev e  sono pronti ad organizzare una Maidan a  Washington, per non lasciare che Trump entri in carica”,  ha detto Putin   un un’intervista televisiva martedì. Prima, aveva accusato l’Amministrazione Obama di spargere “fake news”  (come quella delle prostitute russe e  della loro “Pioggia d’oro”) per “legare mani e piedi il presidente eletto  onde impedirgli di attuare le  sue promesse elettorali”.
Gioverà ricordare che “Maidan” in Ucraina fu organizzata dal Dipartimento di Stato dell a Clinton, a cura della signora Nuland, celebre neocon, che per organizzare il caos spese (sua ammissione) 5 miliardi di dollari. Non si dimentichi che la NATO ha dato il suo  apporto tecnico alla “Primavera colorata” ucraina, ed a piazza Maidan ha fornito i cecchini – franchi tiratori polacchi che sparavano  proiettili standard  NATO  uccidendo sia dimostranti sia agenti anti-sommossa    –  e neonazi ucraini addestrati  in Polonia alla guerriglia urbana  più violenta, che si sono prodotti in linciaggi e omicidi.
Dunque sono i neocon (ebrei, ma non si deve dirlo) che  Putin ha indicato; e lo dimostra il fatto  che  il solo vero e patentato neocon italiano, de’noantri Giuliano Ferrara, scrive articoli contro Trump e pro UE a tutto spiano.  Un ausiliario  di secondaria importanza, rispetto a ciò che si sta scoprendo in questi  giorni a Washington: non dalla polizia,  ma da cittadini comuni.
Lungo il fiume della capitale, Potomac, in una zona boscosa   poco frequentata anche dagli amanti del jogging, una donna ha scoperto due armi da fuoco, nascoste in una custodia di violino, con munizioni; ha avvertito  la polizia, che sul luogo ha scoperto “diverse”  altre armi: non viene comunicato il numero, né la data del ritrovamento.
Ma si sa che gruppi “di sinistra” hanno promesso  fuoco e fiamme per rovinare la festa inaugurale. Un organizzatore del gruppo  dal nome programmatico DisruptJ20, ha detto a Reuters che non hanno alcuna intenzione di dimostrare pacificamente: bloccheranno strade e metrò fin dall’alba, si scontreranno  con gli agenti, impediranno  il grande ballo serale…”Vogliamo che i  titoli del giorno  dopo raccontino: l’inaugurazione di Trmp è stata un caos, non che Trump è entrato in carica fra gli applausi”:
Planned Violence: Organizer of Trump Inauguration Mass Riots doesn’t believe in “Peaceful Transition of Power”
Pedofili anti-DonaldUna”Anti-Fascist Coalition” s’è riunita di nascosto per organizzare la sua parte di caos,  al Comet Ping Pong: sì, nella pizzeria  venuta alla luce come centrale della pedofilia dei potenti della Capitale, e  il cui padrone, James Alefantis, grande amico dei fratelli Podesta  ed amantidelle “Pizze”, ha raccolto i fondi per  Hillary.   Un blogger di “Project Veritas” è riuscito  a infiltrarsi  nella pizzeria ed ha assistito  ai   progetti dei congiurati.  Nulla di estremamente grave – parlano di lanciare una buttiglia di maleodorante acido butirrico nei ventilatori della Casa  Bianca –  ma è interessante  l’identità dell’”antifascista-capo”: Si tratta di Luke Kuhn (ovviamente ebreo) , già noto come membro, negli anni ’90, di un Utopian Anarchist  Party; ma ancor più noto come promotore del libero sesso coi bambini . Lui stesso si definisce un adult  child-sex advocate.  Ha avuto guai giudiziari per sesso con bambini.   Inoltre, è anche esperto di esplosivi.
John Brennan, il capo della CIA, ha sfidato apertamente  Trump, intimandogli minacciosamente di “tener la bocca  chiusa” , dimostrando di non accettarne la legittimità. E’ solo uno dei molti fatti che mostrano una sorta di preparazione di Maidan in Washington?

Spagna:  trovate 12 mila armi da guerra

Non posso tacere una notizia che sembra – sembra – non  aver rapporto col caos  che si organizza a Washington: in Spagna, in quattro differenti località,   Olot (Girona), Liendo (Cantabria), Galdácano e   Guecho  (Vizcaya.), la polizia ha scoperto depositi clandestini di armi da guerra; vecchie armi  non più in uso all’esercito, inattivate,    che un’organizzazione criminale comprava “legalmente”   attraverso una ditta di  materiale sportivo, e poi riattivava in una grande officina  “molto sofisticata”.   Il numero di queste armi  – essenzialmente fucili d’assalto – è impressionante: 8 mila già pronte  ed aggiustate,  in tutto 12 mila, fra cui almeno una trentina di mitragliatrici anti-aeree.
Come nota  il sito francese Stratediplo, gestito da militari, 12  mila armi d’assalto bastano “ad equipaggiare metà della fanteria francese attuale, o la metà della fanteria spagnola”.
Quelle armi sono troppe per  la fornitura clandestina di semplici malavitosi comuni.
Messe  in mano a terroristi islamici anche mal addestrati, “dispiegati ed impiegati   in modo decentrato in zona urbana in paesi come la Spagna o la Francia, sono l’equivalente in volume di 100 compagnie, o 200 compagnie armate in modo  incompleto:  possono  bloccare e incapacitare l’esercito regolare immediatamente”.  Il continuo, incessante e indomabile  ribollire della banlieues, dove poliziotti vengono picchiati e feriti con la volontà di ucciderli, attaccati persino con mortai fatti in officine clandestine, , preoccupa ben a ragione i militari di Francia.

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