giovedì 26 gennaio 2017

Bersani "Io non mi bevo qualunque legge perché dobbiamo votare"

"Io non mi bevo qualunque legge perché dobbiamo votare. È un giochetto che non mi piace e io non ci sto". Lo dice, al Corriere della Sera, l'ex segretario del Pd Pier Luigi Bersani, dopo la sentenza della Consulta.
Rivendica di aver fiutato per primo l'incostituzionalità: "Per l'Italicum sono stato buttato fuori dalla commissione Affari costituzionali, ed è l'unica fiducia che non ho votato...". "La vollero approvare a tutti i costi - aggiunge - con tre voti di fiducia, le dimissioni del capogruppo Speranza e dieci deputati cacciati dalla commissione. Ma quella legge era fuori dal quadro costituzionale e democratico".
Chiede di restituire la parola al Parlamento e allontanare le elezioni: "L'aria che tira nel mondo comincia a soffiare anche qui. Stiamo attenti ragazzi a costruire tranquillamente degli appuntamenti elettorali... Andare in modo freddo e astratto verso degli showdown potrebbe essere rischioso"....
Gentiloni è al capolinea? "Per me al voto ci si può andare domani, o fra sei mesi. Ma - è la sua riflessione - vogliamo per una volta fare anche qualcosa, con tutti i problemini che abbiamo? Terremoto, lavoro, banche, scuole e magari anche una manovrina... Non ci sono solo le elezioni, c'è anche la vita vera della gente".
Quindi aggiunge: "È il Parlamento che deve scrivere la legge elettorale. Può metterci anche 48 ore, ma deve decidere. Se lasciamo il tema alla Consulta è meglio che andiamo a casa".
Quanto al merito della nuova legge, "siamo sicuri di voler cadere dall'Italicum a un sistema iper-proporzionale? In un quadro tripartito, al 40% non ci arriva nessuno". Nemmeno Grillo? "Non vorrei dirlo, ma forse neanche lui".

Nessun commento:

Posta un commento