Un soldato iracheno sulla diga di Mosul (Lapresse) Iraq
IL CASO DIGA DI MOSUL, L'IRAQ SMENTISCE RENZI: "NESSUN ACCORDO PER L'INVIO DI 450 SOLDATI ITALIANI"
Il portavoce del governo iracheno nega che sia stata raggiunta l'intesa di cui ha parlato il premier Matteo Renzi. Il ministro della Difesa Pinotti: prima l'assegnazione della commessa, poi la pianificazione per l'invio dei militari -
Militari italiani a Mosul, jiahdisti sul web: sono forze di occupazione, ne faremo "maccheroni" Scheda, Trevi: l'azienda italiana che 'sistemerà' la diga di Mosul Iraq, Gentiloni: "Strategico" l'invio dei nostri soldati a Mosul Iraq, Renzi: 450 militari italiani a difesa della diga di Mosul Baghdad 22 dicembre 2015 "Fino ad ora non c'è nessun accordo tra governo iracheno e italiano per l'invio di truppe italiane a protezione della diga di Mosul". Il portavoce del governo di Baghdad, Saad al Hadithi, citato dall'agenzia irachena Nina, frena sull'invio di 450 militari italiani di cui aveva parlato la scorsa settimana il presidente del Consiglio, Matteo Renzi. Fonti diplomatiche: "Contatti in corso" Fonti diplomatiche hanno detto all'Ansa che "contatti sono in corso per valutare la necessità di un eventuale accordo" se la società italiana Trevi dovesse aggiudicarsi l'appalto per il consolidamento della diga. A questo riguardo, il ministro per le risorse idriche iracheno, Muhsin al Shammary, si è limitato a dire che la Trevi ha "presentato i documenti per partecipare alla gara". Il ministro Al Shammary: l'Iraq non ha bisogno di stranieri per difendersi Il ministro Al Shammary, ricevendo ieri l'ambasciatore italiano in Iraq, Marco Carnelos, ha affermato che l'Iraq "non ha bisogno di alcuna forza straniera per proteggere il suo territorio, i suoi impianti e la gente che ci lavora". "La diga di Mosul - ha aggiunto il ministro delle Risorse idriche - è già protetta da forze irachene, che saranno sufficienti".......
L'ambasciatore Carnelos ha risposto che "ogni eventuale dispiegamento di truppe italiane, a Mosul o in qualsiasi altra parte del territorio iracheno, potrà avvenire solo d'intesa con il governo iracheno". Il leader sciita Sadr contrario Sull'annuncio del premer Renzi è intervenuto anche il leader radicale sciita Moqtada Sadr, già uno dei protagonisti dell'insurrezione contro le truppe americane d'occupazione. "L'Iraq è diventato una piazza aperta a chiunque voglia violare i costumi e le norme internazionali", ha affermato Sadr, rispondendo ad una domanda sull'invio dei 450 soldati italiani. Il leader sciita, citato dal sito Alahed.net, del suo Esercito del Mahdi, ha quindi chiesto al governo di Baghdad ad adottare "iniziative decise per rafforzare l'indipendenza e la sovranità dell'Iraq, per evitare che si arrivi all'inizio della fine". Il ministro Pinotti: prima l'assegnazione della commessa, poi la pianificazione Secondo il ministro della Difesa, Roberta Pinotti, sentita in audizione dal Copasir, ci dovrà essere prima l'assegnazione formale della commessa per la ristrutturazione della diga di Mosul all'azienda italiana Trevi; poi ci sarà la pianificazione per l'invio dei 450-500 militari italiani chiamati a presidiare il cantiere e tutelare la quarantina di tecnici italiani che vi lavoreranno. La partenza della missione, ha spiegato, è programmata per primavera. --------
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Il portavoce del governo iracheno nega che sia stata raggiunta l'intesa di cui ha parlato il premier Matteo Renzi. Il ministro della Difesa Pinotti: prima l'assegnazione della commessa, poi la pianificazione per l'invio dei militari -
Militari italiani a Mosul, jiahdisti sul web: sono forze di occupazione, ne faremo "maccheroni" Scheda, Trevi: l'azienda italiana che 'sistemerà' la diga di Mosul Iraq, Gentiloni: "Strategico" l'invio dei nostri soldati a Mosul Iraq, Renzi: 450 militari italiani a difesa della diga di Mosul Baghdad 22 dicembre 2015 "Fino ad ora non c'è nessun accordo tra governo iracheno e italiano per l'invio di truppe italiane a protezione della diga di Mosul". Il portavoce del governo di Baghdad, Saad al Hadithi, citato dall'agenzia irachena Nina, frena sull'invio di 450 militari italiani di cui aveva parlato la scorsa settimana il presidente del Consiglio, Matteo Renzi. Fonti diplomatiche: "Contatti in corso" Fonti diplomatiche hanno detto all'Ansa che "contatti sono in corso per valutare la necessità di un eventuale accordo" se la società italiana Trevi dovesse aggiudicarsi l'appalto per il consolidamento della diga. A questo riguardo, il ministro per le risorse idriche iracheno, Muhsin al Shammary, si è limitato a dire che la Trevi ha "presentato i documenti per partecipare alla gara". Il ministro Al Shammary: l'Iraq non ha bisogno di stranieri per difendersi Il ministro Al Shammary, ricevendo ieri l'ambasciatore italiano in Iraq, Marco Carnelos, ha affermato che l'Iraq "non ha bisogno di alcuna forza straniera per proteggere il suo territorio, i suoi impianti e la gente che ci lavora". "La diga di Mosul - ha aggiunto il ministro delle Risorse idriche - è già protetta da forze irachene, che saranno sufficienti".......
L'ambasciatore Carnelos ha risposto che "ogni eventuale dispiegamento di truppe italiane, a Mosul o in qualsiasi altra parte del territorio iracheno, potrà avvenire solo d'intesa con il governo iracheno". Il leader sciita Sadr contrario Sull'annuncio del premer Renzi è intervenuto anche il leader radicale sciita Moqtada Sadr, già uno dei protagonisti dell'insurrezione contro le truppe americane d'occupazione. "L'Iraq è diventato una piazza aperta a chiunque voglia violare i costumi e le norme internazionali", ha affermato Sadr, rispondendo ad una domanda sull'invio dei 450 soldati italiani. Il leader sciita, citato dal sito Alahed.net, del suo Esercito del Mahdi, ha quindi chiesto al governo di Baghdad ad adottare "iniziative decise per rafforzare l'indipendenza e la sovranità dell'Iraq, per evitare che si arrivi all'inizio della fine". Il ministro Pinotti: prima l'assegnazione della commessa, poi la pianificazione Secondo il ministro della Difesa, Roberta Pinotti, sentita in audizione dal Copasir, ci dovrà essere prima l'assegnazione formale della commessa per la ristrutturazione della diga di Mosul all'azienda italiana Trevi; poi ci sarà la pianificazione per l'invio dei 450-500 militari italiani chiamati a presidiare il cantiere e tutelare la quarantina di tecnici italiani che vi lavoreranno. La partenza della missione, ha spiegato, è programmata per primavera. --------
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