.jpg?width=1024)
16 Settembre 2025
Marco Tosatti
Cari amici e nemici di Stilum Curiae, mentre a Gaza è in atto uno degli atti finali dello sterminio e della pulizia etnica da parte di Israele, operazioni che hanno trovato il loro motivo scatenante nell’operazione di attacco di Hamas cinicamente permessa da Israele, segnaliamo alla vostra attenzione due elementi relativi a questa tragedia di cui l’Occidente, e il nostro Paese, sono complici. Buona lettura e diffusione.
Iniziativa internazionale. Nasce la rete dei “Preti contro il genocidio”: 550 adesioni
.jpg?width=1024)
Una torre di gaza City distrutta dalle bombe dell’esercito israeliano – ANSA
È nata la rete internazionale dei “Preti contro il genocidio” a Gaza e nei Territori occupati. L’annuncio è stato dato in una conferenza stampa «Nata dal basso – afferma don Rito Maresca, sacerdote dell’arcidiocesi di Sorrento e Castellammare di Stabia – da chi non vuole restare indifferente davanti ai massacri. Abbiamo deciso di metterci la faccia, siamo 550 sacerdoti cattolici provenienti da 21 Paesi, (220 italiani) di varie età e sensibilità. È una rete di preti non per clericalismo, ma per affermare la nostra risposta da presbiteri alla guerra».
Gli obiettivi si possono leggere nel documento fondativo pubblicato sul sito dei Saveriani. «Non parliamo come politici – dice il testo – ma come pastori e guide di comunità che credono nel Vangelo e della dignità di ogni vita umana. Non rappresentiamo solo noi stessi, ma anche le comunità affidate alle nostre cure come pastori della Chiesa cattolica. Il nostro messaggio non è contro nessuno, ma a favore della vita e della pace. Condanniamo la logica della guerra e della violenza ovunque si manifesti e chiediamo il rispetto del diritto internazionale, delle risoluzioni dell’Onu e delle sentenze della Corte penale internazionale contro coloro che opprimono e sopprimono vite umane innocenti». Poi il passaggio più forte: «Per questo, con la stessa forza con cui con cui condanniamo il massacro del 7 ottobre, gli omicidi e i rapimenti compiuti dai terroristi di Hamas, con la stessa forza condanniamo la risposta sproporzionata, l’uccisione di persone innocenti giustificata come errori involontari, i bombardamenti di Paesi terzi sovrani, i crimini di guerra, la pulizia etnica, l’uso della fame come arma di sterminio e il genocidio perpetrato dallo Stato di Israele contro la popolazione palestinese».
La rete dei presbiteri cattolici intende aiutare la popolazione palestinese e la parrocchia di Gaza, sensibilizzare i politici per fermare la guerra e chiedere «una indagine indipendente sui fatti del 7 ottobre 2023 e sulle successive violazioni del diritto internazionale da parte del governo israeliano».
Tra gli aderenti, il cardinale di Rabat, in Marocco, Lopez Romero, prelati italiani come il presidente di Pax Christi e arcivescovo emerito di Altamura Giovanni Ricchiuti, l’emerito di Mazara del Vallo Domenico Mogavero, il vicario apostolico di Anatolia Paolo Bizzeti e sacerdoti come don Luigi Ciotti, padre Alex Zanotelli, don Albino Bizzotto e don Nandino Capovilla oltre al superiore dei Saveriani padre Garcia Rodriguez. Alla presentazione hanno partecipato i padri saveriani Pietro Rossini e Nicola Colasuonno e il gesuita Massimo Nevola, rettore della comunità di Sant’Ignazio a Roma.
Tutti buoni conoscitori della situazione. Ma papa Francesco non aveva detto che occorreva investigare prima di parlare di genocidio dei palestinesi? «Sì – ammette don Rito – ma lo disse nel novembre del 2024. Da allora la situazione è ulteriormente precipitata. Del resto, lo stesso cardinale Pizzaballa ha dichiarato che per chi vede Gaza diventa impossibile parlare di neutralità». Prima iniziativa della rete sarà un incontro nazionale di preghiera e testimonianza pubblica a Roma il 22 settembre – vigilia dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite – con partenza da Sant’Andrea al Quirinale fino a Montecitorio.
***
Striscia di Gaza, commissione indipendente Onu: “È genocidio”
“Commessi quattro dei cinque atti genocidi definiti dalla Convenzione del 1948”. La presidente Pillay, “Non si può rimanere in silenzio”

Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, insieme al presidente israeliano e a un ex ministro della Difesa, hanno “incitato al genocidio” nella Striscia di Gaza.
È quanto afferma senza mezzi termini il rapporto – reso noto oggi – stilato da una commissione d’inchiesta internazionale indipendente delle Nazioni Unite che, nel testo, “conclude che il presidente israeliano Isaac Herzog, il primo ministro Benjamin Netanyahu e l’ex ministro della Difesa Yoav Gallant hanno incitato al genocidio e che le autorità israeliane non hanno preso alcuna misura contro di loro per punire tale incitamento”.
La commissione, guidata da Navi Pillay, ha concluso che le autorità e le forze di sicurezza israeliane hanno commesso “quattro dei cinque atti genocidi” definiti dalla Convenzione del 1948 per la prevenzione e la repressione del crimine di genocidio. Tra questi, “uccidere membri del gruppo; causare gravi danni fisici o mentali ai membri del gruppo; infliggere deliberatamente al gruppo condizioni di vita volte a provocarne la distruzione fisica, totale o parziale; e misure volte a impedire le nascite all’interno del gruppo”.
Gli investigatori delle Nazioni Unite hanno stabilito così che, quanto commesso da Israele a Gaza dall’ottobre 2023, è stato fatto “l’intento di distruggere i palestinesi” presenti nel territorio.
La relatrice Onu Albanese: “Contro di me sanzioni perché ho svelato l’economia del genocidio a Gaza”
Apri contenuto
“La comunità internazionale non può rimanere in silenzio di fronte alla campagna genocida di Israele contro il popolo palestinese a Gaza. Quando emergono chiari segni e prove di genocidio, non agire per porvi fine equivale a complicità”. Ha dichiarato la presidente della commissione indipendente dell’Onu, Navi Pillay, magistrata sudafricana 83enne, già presidente del Tribunale Penale Internazionale per il Ruanda e giudice presso la Corte Penale Internazionale (Cpi).
La commissione in questione non è un organo legale, ma i suoi rapporti possono aumentare la pressione diplomatica e servire a raccogliere prove da utilizzare nei tribunali dato che ha anche un accordo di cooperazione con la Corte penale internazionale (Cpi), con la quale “abbiamo condiviso migliaia di informazioni”.
Amnesty International: a Gaza un genocidio, abbiamo prove schiaccianti
Ma Israele respinge le accuse “categoricamente”, definendo il rapporto in questione come “parziale e mendace”, chiedendo “l’immediato scioglimento di questa commissione d’inchiesta”, come ha dichiarato il ministero degli Esteri in una nota.
“Tre individui che agiscono come rappresentanti di Hamas, noti per le loro posizioni apertamente antisemite – e le cui orribili dichiarazioni sugli ebrei sono state condannate in tutto il mondo – hanno pubblicato oggi un altro falso ‘rapporto’ su Gaza”, scrive su X il ministero degli Esteri israeliano dopo la pubblicazione del dossier. “Si basa interamente su falsità di Hamas, riciclate e ripetute – continua – Queste invenzioni sono già state ampiamente smentite. Israele respinge categoricamente questo rapporto distorto e falso e chiede l’immediata abolizione di questa Commissione d’inchiesta”.
Nessun commento:
Posta un commento