umberto marabese
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- Lavoro, il Pil che arretra si fa sentire nei dati: frenata della crescita (tutta tra gli over 50)
A luglio 2025 il numero degli occupati si attesta a 24 milioni e 217 mila, lontano dai 24,32 milioni stimati per giugno. Una differenza che ridimensiona la traiettoria complessiva dell’occupazione, “riportandola a una crescita molto più contenuta e meno vigorosa di quanto apparisse”. L’onda lunga del rimbalzo post-Covid pare ormai esaurita. La crescita dell’occupazione, osservata su base annua, si è stabilizzata su ritmi deboli, inferiori all’1 per cento.
La revisione mette fine all’anomalia per cui i posti di lavoro continuavano in apparenza ad aumentare nonostante l’economia stagnante. Il nuovo quadro restituisce coerenza tra andamento del pil e dinamiche occupazionali, al prezzo di un ridimensionamento che riporta indietro le lancette.
Resta invece immutata la dinamica per cui la salita degli occupati si concentra solo nella fascia over 50: è frutto insomma della legge Fornero, che il governo Meloni tradendo le promesse elettorali ha confermato rendendo ancora più severi i requisiti per le uscite anticipate. La premier continua in ogni caso a intestarsi l’incremento dell’occupazione sostenendo che conferma “l’efficacia delle misure messe in campo”.
Venerdì il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, in un’intervista a Repubblica ha detto che il governo deve restituire 1000 euro in media a ogni pensionato e lavoratore: sono “le tasse in più pagate in questi anni per effetto del drenaggio fiscale, 24 miliardi di maggiore Irpef”.
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