LA NOTA DELLA JUVENTUS
"Juventus Football Club conferma che in data odierna è stata notificata a Fabio Paratici un’Informazione di garanzia e sul diritto di difesa. Il reato ipotizzato dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Perugia è esclusivamente l’articolo 371 bis c.p. La Società ribadisce con forza la correttezza dell’operato di Paratici e confida che le indagini in corso contribuiranno a chiarire la sua posizione in tempi ragionevoli".

LE ACCUSE AI DIRIGENTI DELLA JUVENTUS
I reati contestati sono "rivelazione del segreto d’ufficio finalizzata all’indebito profitto patrimoniale e plurime falsità ideologiche in atti pubblici". Oltre a Fabio Paratici, direttore dell’area tecnica, sono indagati anche lo storico legale bianconero Luigi Chiappero e la collega Maria Turco. Il direttore sportivo della Juventus contattò il ministro dei Trasporti Paola de Micheli, sua amica di infanzia, "per velocizzare la pratica ministeriale di riconoscimento della cittadinanza italiana nei confronti di Suarez". E' quanto emerge dalle carte dell'inchiesta della procura di Perugia e del Nucleo di polizia economico finanziaria della Guardia di Finanza secondo le quali il ministro diede a Paratici il contatto del capo di gabinetto del Viminale Bruno Frattasi. De Micheli, si legge ancora, "ha ammesso" di aver procurato il contatto. I "meticolosi approfondimenti investigativi", e' scritto nell'ordinanza del Gip di Perugia Piercarlo Frabotta, hanno consentito "di comprendere come nei primi giorni del mese di settembre 2020 la dirigenza della Juventus si sia mossa ai massimi livelli istituzionali per velocizzare la pratica ministeriale del riconoscimento della cittadinanza italiana nei confronti di Suarez". E vanno visti in quest'ottica i contatti tra Paratici e la ministra delle Infrastrutture e dei Trasporti. "Paola De Micheli - si legge - ha ammesso di aver procurato all'amico d'infanzia Paratici il contatto di Frattasi Bruno, capo di gabinetto del ministro dell'Interno". Per effetto della segnalazione, prosegue il giudice, ci sono state "successive interlocuzioni tra l'avvocato Chiappero ed il vice prefetto Dinacci Antonella, sempre afferenti la problematica del conseguimento della cittadinanza italiana da parte del calciatore Suarez".

LA RICOSTRUZIONE DELL'INDAGINE
Erano stati "preventivamente comunicati" a Luis Suarez i contenuti della prova "farsa" per la conoscenza della lingua italiana sostenuta all'Università per Stranieri di Perugia, "giungendo a predeterminare l'esito ed il punteggio d'esame, per corrispondere alle richieste che erano state avanzate dalla Juventus, con la finalità di conseguire un positivo ritorno di immagine, tanto personale quanto per l'Università". Questo quanto è emerso dagli ulteriori accertamenti condotti dalla Guardia di Finanza coordinata dalla procura del capoluogo umbro. Per il momento gli inquirenti hanno predisposto la sospensione per otto mesi della rettrice dell'Università Giuliana Grego, del direttore Simone Olivieri e dei professori che esaminarono il calciatore uruguayano per i reati di rivelazione del segreto d’ufficio finalizzata all’indebito profitto patrimoniale e plurime falsità ideologiche in atti pubblici. Sotto indagine invece i dirigenti della Juve che si sono "attivati" per “accelerare il riconoscimento della cittadinanza italiana" a Suarez.

IL COMUNICATO DELLA PROCURA DELLA REPUBBLICA PRESSO IL TRIBUNALE DI PERUGIA
In data odierna, su delega di questa Procura, militari del Nucleo di Polizia Economico - Finanziaria della Guardia di Finanza di Perugia hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di applicazione della misura cautelare interdittiva della sospensione, per otto mesi, dall’esercizio del pubblico ufficio rispettivamente ricoperto dal Rettore prof.ssa Giuliana GREGO, dal Direttore Generale dott. Simone OLIVIERI, dalla prof.ssa Stefania SPINA e dal componente della commissione “Celi Immigrati”, prof. Lorenzo ROCCA dell’Università per stranieri di Perugia, per i reati di rivelazione del segreto d’ufficio finalizzata all’indebito profitto patrimoniale e plurime falsità ideologiche in atti pubblici.

Dopo le perquisizioni e sequestri del 22 settembre 2020, le indagini - proseguite senza soluzione di continuità e nel rigoroso rispetto del principio di riservatezza – hanno significativamente corroborato il quadro probatorio che già si era delineato in ordine all’organizzazione, da parte degli indagati, nel corso di una sessione istituita ad personam, di un esame “farsa”, che ha consentito il rilascio dell’attestato di conoscenza della lingua italiana del tipo “B1” al noto calciatore uruguaiano Luis Alberto SUAREZ DIAZ, requisito indispensabile per l’ottenimento della cittadinanza. In particolare, è emerso che i contenuti della prova erano stati preventivamente comunicati allo stesso calciatore, giungendo a predeterminare l’esito ed il punteggio d’esame, per corrispondere alle richieste che erano state avanzate dalla Juventus, con la finalità di conseguire un positivo ritorno di immagine, tanto personale quanto per l’Università.

Gli accertamenti investigativi hanno consentito, altresì, di comprendere come, nei primi giorni del mese di settembre del 2020, la dirigenza del club torinese si fosse attivata, anche ai massimi livelli istituzionali, per “accelerare” il riconoscimento della cittadinanza italiana nei confronti di Suarez, facendo, quindi, ipotizzare nuove ipotesi di reato a carico di soggetti diversi dagli appartenenti all’università, tuttora in corso di approfondimento.

Condividendo le ipotesi accusatorie, il Giudice per le indagini preliminari ha disposto le misure cautelari avendo rilevato “il concreto ed attuale rischio che gli indagati, se non sottoposti ad idonea cautela, ripropongano condotte delittuose analoghe a quelle per le quali si procede, avendo mostrato di considerare l’istituzione di cui fanno parte e che rappresentano alla stregua di una res privata gestibile a proprio piacimento.”

CARTE PER L'ESAME SOLITARIO: SIMULATE ESIGEZE CODVID
La sessione di esame che Luis Suarez sostenne all'Università di Perugia fu allestita "ad personam", per favorire il calciatore, facendo figurare che vi fossero esigenze logistiche, legate all'occupazione delle aule, e di sicurezza per la questione Covid. E' quanto si legge nelle carte dell'indagine, coordinata dalla procura presso il capoluogo umbro, nella parte in cui viene precisato il contorno dell'ipotesi di falso ideologico. Nel mirino degli inquirenti, in particolare, c'è la delibera del Cdvl (Consiglio direttivo del centro di valutazione e certificazioni linguistiche) del 9 settembre.