Gli ultimi casi di cronaca hanno acceso i riflettori sul conflitto di alcuni diritti costituzionali e sull’interpretazione di ogni singolo giudice: quando prevale uno o l’altro? Il diritto al lavoro, il diritto alla salute, il diritto ad esprimere il proprio consenso, il diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero: solo per citarne alcuni, siamo di fronte ormai quasi quotidianamente a chi, nel chiedere il rispetto dei propri diritti, rischia di perdere il posto di lavoro.
Dal caso dell’insegnante di Rovereto licenziata per non aver voluto indossare la mascherina all’infermiera di Messina che ha rifiutato il vaccino antinfluenzale e ha vinto il ricorso; dal Tar del Lazio che accoglie il ricorso di alcune mamme contro l’uso delle mascherine a scuola da parte dei propri figli ai tanti casi di chi continua ad opporsi ai duri protocolli imposti sul luogo di lavoro: per capirne di più è intervenuto su Byoblu24 l’avvocato giuslavorista Emilio Manganiello, che senza mezzi termini ha spiegato l’importanza della tutela del consenso, pietra miliare di ogni democrazia occidentale.
L’avvocato ha sottolineato come, a suo avviso, molti ricorsi proposti da lavoratori sospesi o licenziati per non aver rispettato i protocolli imposti dal loro datore hanno tutti i presupposti per essere accolti: in uno stato di diritto certi principi non sono derogabili.
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