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Sergey Lavrov, il ministro degli esteri russo, è il diplomatico più importante del mondo. Figlio di padre armeno e madre russa, è decisamente ad un altro livello. Qui, ancora una volta, potremmo essere in grado di capire il perché.
Iniziamo parlando della riunione annuale del Valdai Club, il principale think tank russo. Qui possiamo seguire la presentazione, tutta da guardare, del rapporto annuale del Club, dal titolo “L’utopia di un mondo diverso,” con la partecipazione, tra gli altri, di Lavrov, John Mearsheimer dell’Università di Chicago, Dominic Lieven dell’Università di Cambridge e Yuri Slezkine dell’UCLA/Berkeley.
È una rarità poter condividere ciò che equivale ad un picco himalayano in termini di dibattito politico serio. Abbiamo, ad esempio, Lieven, che, per metà scherzando, ha definito il rapporto Valdai come “tolstoiano e un po’ anarchico,” concentrandosi sulle attuali, prime due grandi e indissolubili sfide: il cambiamento climatico e il fatto che “350 anni di predominio occidentale e 250 anni di quello anglo-americano stanno volgendo al termine.”
Mentre vediamo “l’attuale ordine mondiale dissolversi davanti ai nostri occhi,” Lieven nota una sorta di “vendetta del Terzo Mondo.” Ma poi, ahimè, il pregiudizio occidentale riprende il sopravvento, dal momento che si riferisce alla Cina in modo riduttivo, definendola una “sfida.”
Mearsheimer ricorda chiaramente che abbiamo vissuto, uno dopo l’altro, sotto un mondo bipolare, unipolare ed ora multipolare: con Cina, Russia e Stati Uniti, “la politica da grande potenza è nuovamente in campo.”
Afferma correttamente che, dopo la terribile esperienza del “secolo delle umiliazioni, i Cinesi faranno di tutto per essere sicuri di essere veramente potenti.” E questo preparerà il terreno al dispiegamento, da parte degli Stati Uniti, di una “politica di contenimento altamente aggressiva,” proprio come avevano fatto contro l’URSS, politica che “potrebbe portare ad uno scontro armato.”
“Mi fido di Arnold più che dell’UE”
Lavrov, nelle sue osservazioni introduttive, ha spiegato che, in termini di realpolitik, il mondo “non può essere gestito da un unico centro.” Ha sottolineato quanto sia importante il lavoro “meticoloso, lungo e talvolta ingrato” della diplomazia.
È stato in seguito, in un altro dei suoi interventi, che ha lanciato la vera bomba (a partire da 1:15:55; in russo, doppiato in inglese): “Quando l’Unione Europea parla sentendosi superiore, la Russia vorrebbe sapere, possiamo commerciare con l’Europa?”
Ha anche maliziosamente citato Schwarzenegger, “che nei suoi film diceva sempre ‘Fidati di me’. Quindi mi fido di Arnold più che dell’Unione Europea.”
E poi è arrivata la battuta finale: “In Occidente le persone responsabili della politica estera non comprendono che in un dialogo è necessario il rispetto reciproco. È probabile che, per qualche tempo, dovremo smettere di parlare con loro.” Dopotutto, il presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, aveva dichiarato pubblicamente che per l’UE “non esiste una partnership geopolitica con la Russia moderna.”
Lavrov è andato anche oltre in una incredibile ed ampia intervista con le stazioni radio russe, la cui traduzione merita di essere letta attentamente e per intero.
Ecco uno dei passaggi più importanti:
Lavrov: “Qualunque cosa facciamo, l’Occidente punterà i piedi cercherà di frenarci, minando i nostri sforzi in economia, in politica e nella tecnologia. Questi sono tutti gli elementi del [loro] approccio.“
Domanda: “La loro strategia di sicurezza nazionale afferma che faranno proprio così.”
Lavrov: “Certo che faranno così, ma in maniera articolata, e le persone perbene potranno anche non accorgersene, ma [è una risposta che] viene implementata in un modo a dir poco oltraggioso.”
Domanda: “Anche lei è in grado di articolare un argonento con parole diverse da quelle che le piacerebbe veramente pronunciare, giusto?”
Lavrov: “È il contrario. Per fare chiarezza su qualche punto potrei anche usare un linguaggio che, di solito, non uso. Tuttavia, vogliono chiaramente farci perdere l’equilibrio e non solo con attacchi diretti alla Russia in tutte le sfere possibili e immaginabili: attraverso una concorrenza senza scrupoli, sanzioni illegittime e cose simili, ma anche sbilanciando la situazione vicino ai nostri confini, impedendoci così di concentrarci su attività creative. Tuttavia, a prescindere dagli istinti umani e dalla tentazione di rispondere nella stessa maniera, sono convinto che dobbiamo rispettare il diritto internazionale.”
Mosca rispetta incondizionatamente il diritto internazionale, in contrasto con il proverbiale blablabla delle “regole dell’ordine internazionale liberale” ripetuto a pappagallo dalla NATO e dai suoi scagnozzi, come il Consiglio Atlantico.
Ed ecco di nuovo [il consiglio Atlantico con] un rapporto che esorta la NATO a “Dilagare verso la Russia,” mentre tuona contro “l’aggressiva disinformazione e le campagne di propaganda nei confronti dell’Occidente e l’avventurismo incontrollato in Medio Oriente, Africa e Afghanistan” di Mosca.
Il Consiglio Atlantico continua chiedendosi come sia possibile che quei pestiferi Russi abbiano ancora una volta sfidato “la comunità internazionale usando un’arma chimica illegale per avvelenare il leader dell’opposizione, Alexei Navalny. L’incapacità della NATO di fermare il comportamento aggressivo della Russia mette a rischio il futuro dell’ordine internazionale liberale.”
Solo uno sciocco o un cieco che si fa guidare da un altro cieco non sa che queste “regole” dell’ordine liberale sono stabilite solo dall’Egemone e possono essere cambiate in un batter d’occhio in base ai capricci dell’Egemone.
Non c’è quindi da meravigliarsi se una delle battute più in voga a Mosca è: “se non ascolti Lavrov, dovrai ascoltare Shoigu.” Sergey Shoigu è il ministro della difesa russo, che comanda tutte quelle armi ipersoniche che il complesso industriale-militare statunitense può solo sognare.
Il punto cruciale è che, di tutta questa isteria generata dalla NATO, Mosca, proprio per la sua effettiva supremazia militare, se ne frega altamente. E questo fa impazzire Washington, e Bruxelles ancora di più.
Ciò che resta sono le erudizioni sulla Guerra Ibrida, secondo i dettami della RAND Corporation, sulla necessità di continue provocazioni e “sbilanciamenti” nei confronti della Russia in Bielorussia, nel Caucaso meridionale e nel Kirghizistan, completi di sanzioni a Lukashenko e ai funzionari del Cremlino per l’”avvelenamento” di Navalny.
“Non si negozia con le scimmie”
Ciò che Lavrov ha detto in maniera abbastanza esplicita era in gestazione da molto tempo. La “Russia moderna” e l’UE sono nate quasi contemporaneamente. Personalmente, l’avevo vissuto in modo straordinario. “La Russia moderna” era nata nel dicembre 1991, mentre ero in viaggio in India, Nepal e Cina. Quando ero giunto a Mosca con la Transiberiana, nel febbraio 1992, l’URSS non esisteva più. E poi, atterrando a Parigi, ero arrivato in un’Unione Europea nata in quello stesso mese di febbraio.
Uno dei leader del Valdai sostiene correttamente che l’audace concetto di una “Europa che si estende da Lisbona a Vladivostok,” coniato da Gorbaciov nel 1989, subito prima del crollo dell’URSS, purtroppo, “non ha alcun documento o accordo che lo sostenga.”
E sì, “Putin aveva diligentemente cercato un’opportunità per attuare una partnership con l’UE e per un ulteriore riavvicinamento. Questo dal 2001 fino al 2006.”
Ricordiamo tutti quando Putin, nel 2010, aveva proposto esattamente lo stesso concetto, una casa comune da Lisbona a Vladivostok, solo per essere categoricamente respinto dall’UE. È molto importante ricordare che questo era successo quattro anni prima che i Cinesi finalizzassero il proprio concetto delle Nuove Vie della Seta.
Dopodichè le cose erano andate sempre peggio. Il vertice finale Russia-UE si era svolto a Bruxelles nel gennaio 2014, un’eternità in politica.
La favolosa potenza di fuoco intellettuale riunitasi a Valdai è assolutamente consapevole che la Cortina di Ferro 2.0 tra Russia e UE, semplicemente, non scomparirà.
E tutto questo mentre il FMI, l’Economist e persino i sostenitori del fallace concetto della Trappola di Tucidide ammettono che la Cina è già, di fatto, la prima economia mondiale.
Russia e Cina condividono un confine estremamente lungo. Sono impegnati in una “partnership strategica globale” complessa e multi-vettoriale. Questa non si è sviluppata perché l’allontanamento tra Russia e UE/NATO aveva costretto Mosca a riorientarsi ad est, ma perché l’alleanza tra la massima economia mondiale e la massima potenza militare ha un senso eurasiatico totale, geopoliticamente e geoeconomicamente.
E questo corrobora in pieno la diagnosi di Lieven sulla fine dei “250 anni di predominio anglo-americano.”
È dell’inestimabile analista militare Andrey Martyanov, il cui ultimo libro consiglio assolutamente di leggere, l’ultima valutazione, deliziosamente devastante, del “ne abbiamo abbastanza” di Lavrov:
“Qualsiasi discussione professionale tra Lavrov e l’ex ginecologa [in realtà epidemiologa] von der Leyen, aggiungendoci anche il ministro degli esteri tedesco, Maas, che è un avvocato e un mero esecutore di ordini nella politica tedesca, è una perdita di tempo. Le “élite” e gli “intellettuali” occidentali sono semplicemente ad un livello diverso, molto più basso, di Lavrov. Non si negozia con le scimmie, le si tratta bene, ci si assicura che non subiscano abusi, ma non si negozia con loro, così come non si negozia con i bambini piccoli. Vogliono Navalny come loro giocattolo, lasciamoglielo pure. Chiedo alla Russia di iniziare a chiudere, e per un lungo periodo, le attività economiche con l’UE. Comprano idrocarburi e alta tecnologia russa, bene. Oltre a questo, qualsiasi altra attività dovrebbe essere drasticamente ridotta e la necessità di una cortina di ferro non dovrebbe più essere messa in dubbio.”
Se Washington non è “capace di accordi,” secondo le parole del presidente Putin, lo è anche l’UE; secondo Lavrov: “dovremmo smetterla di orientarci verso i partner europei e di preoccuparci delle loro valutazioni.”
Non lo sa solo Russia, lo sa anche la stragrande maggioranza del Sud del mondo.
Pepe Escobar
Fonte: unz.com
Link: https://www.unz.com/pescobar/russia-and-the-eu-business-as-usual-is-over/
21.10.2020
Scelto e tradotto da Matkus per comedonchisciotte.org
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