venerdì 9 ottobre 2020

BYOBLU - LE NUOVE ZONE ROSSE, IL RELATIVISMO E LA VERITÀ...2 ore faEmanuele Canta


Nessun lockdown generalizzato ha promesso il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, intanto a livello locale le iniziative dei governatori regionali vanno verso l’inasprimento delle restrizioni.
La zona rossa è scattata a Latina. Il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti ha firmato l’ordinanza che prevede la chiusura di pub, bar e ristoranti dopo le ore 24 mentre ai tavoli non potranno sedere più di 4 persone. E poi, divieto di assembramento davanti scuole e uffici pubblici mentre i malati ricoverati in ospedale non potranno più ricevere visite, ingressi contingentati anche nelle palestre. Il tutto per 14 giorni.
Il rischio di nuove zone rosse a macchia di leopardo in tutto il Paese è concreto, lo stesso presidente dell’Emilia Romagna e dalla Conferenza della Regioni Stefano Bonaccini ha tuonato: “Se il contagio aumenterà si dovrà essere pronti a eventuali ulteriori restrizioni”.

RISCHIO CHIUSURA TRA REGIONI

I quasi 4.500 nuovi positivi dell’8 ottobre hanno fatto alzare la voce alle istituzioni e all’orizzonte potrebbe anche concretizzarsi la chiusura tra le regioni, ipotesi che il ministro per gli Affari Regionali Francesco Boccia non ha scartato: “Dobbiamo difendere il lavoro e la salute a tutti i costi. La mobilità tra le regioni deve essere salvaguardata, ma si dovrà monitorare la situazione giorno per giorno. Non si può escludere nulla – ha detto – questo aumento dei contagi fa sì che dobbiamo insieme attivare tutte le misure di prevenzione possibili”.

“NULLA È ASSOLUTO, TUTTO È RELATIVO”

Salgono i contagi, ma è l’effetto inevitabile del numero record di tamponi. I 4.458 nuovi casi dell’8 ottobre in termini assoluti fanno pensare a un clamoroso balzo in avanti, subito il parallelismo col periodo più difficile, aprile, quando l’incremento giornaliero non era molto diverso. Era diverso però il numero di tamponi effettuati, molti di meno. Un dettaglio che non è un dettaglio. Con gli oltre 128 mila tamponi, i positivi rispetto ai soggetti testati sono il 3,48%. Lo scorso 5 ottobre con 2.257 nuovi casi, a fronte dei circa 60 mila tamponi effettuati, i positivi rispetto ai soggetti testati erano il 3,75%. Di più. D’altronde, come diceva un certo Albert Einstein, “nulla è assoluto, tutto è relativo”. Perché guardare solo al numero dei nuovi contagiati può essere fuorviante, serve capire, e soprattutto sottolineare quando lo si comunica alla gente, la percentuale rispetto ai tamponi. Potrei avere soltanto 100 nuovi casi, ma se ho effettuato 100 test forse il dato non è più significativo? Lo scorso marzo quando il virus iniziava a diffondersi in Italia molto più velocemente rispetto ad altri Paesi, il nostro governo aveva prontamente sottolineato: “Effettuiamo un numero di tamponi più elevato rispetto ad altri Stati, noi i soggetti positivi li cerchiamo e li troviamo, per questo i casi in Italia sono così tanti”. Concetto ineccepibile, che però andrebbe sottolineato tutti i giorni.

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