“casi gravi sono stati 809, e 198 i morti”.
2019, idem:
Il lettore Alessandro S. ha dato un contributo interessante:
Seguo tutti i giorni con grande interesse i Suoi interventi sul web e vorrei inviarLe alcuni dati sull’influenza, facilmente reperibili su internet, ricercando un po’:
1-Anche nel 2015 c’è stata una influenza più forte del solito e 50 mila morti in più rispetto all’anno precedente (non 50 mila morti in totale, 50 mila morti "in più" rispetto al 2014)
Era dai tempi della IIa guerra mondiale che nel nostro paese non si verificava un simile aumento della mortalità, eppure non ricordo né mascherine. né distanziamenti o divieto di assembramenti (per tacere della sospensione della Costituzione coi Dpcm…)
Eppure siamo sopravvissuti lo stesso…
2-Nella stagione 2016/2017, l’ultima per cui ci sono i dati, l’influenza e la similinfluenza (ovvero: stessi sintomi, ma tampone negativo) hanno fatto 5 milioni e mezzo di malati (malati veri, a letto con la febbre, per intenderci) e 43 mila morti. Studio pubblicato sull‘ International Journal of infectious diseases fra i cui autori figura anche Walter Ricciardi, consigliori del “ministro della paura” Roberto Speranza
Dell’influenza di quell’annata diede conto, ad esempio, anche “Repubblica” del 18/3/2017.
3)Sulle mascherine ecco cosa dice sempre il succitato Ricciardi, Ordinario di Igiene e Sanità pubblica all’Università Cattolica di Roma, certo non un pericoloso nazista-negazionista-terrapiattista:
“Le mascherine non servono alle persone sane, servono solo ai malati e al personale sanitario
Ecco, invece un altro esperto o pseduo tale del governo, intervistato dal Corriere della Sera:
“L’obbligo di indossare la mascherina all’aperto è un richiamo. Non importa se scientificamente ha senso oppure no. È un segnale di attenzione per noi stessi e per la comunità»”
E’ solo un richiamo, un segnale…non importa se hanno senso…
Beh, se la Fiat ne produce 27 milioni al giorno, a qualcuno dovranno pur venderle, o no? (E proprio a noi devono venderle?)
4) Le persone decedute e risultate positive al covid 19 (la prassi è la seguente: una persona muore, fanno il tampone, se è positivo viene inserito nel conteggio “a prescindere”, per dirla con Totò)si concentrano in alcune zone del Nord (il 71% dei casi è compreso nella zona Lombardia-Emilia-Piemonte) hanno un’età media di 80 anni, la metà stavano nelle rsa, solo il 4% non aveva già gravi malattie croniche, il restante 96% aveva in media 3/4 gravi patologia croniche, solo in meno di 100 casi si trattava under 40, e comunque nella grande maggioranza dei casi questi giovani presentavano malattie pregresse (si vedano i report dell’Istituto superiore di sanità)
5) I tanti virus influenzali e parainfluenzali circolano tutto l’anno, estate compresa, tant’è che negli anni scorsi si potevano leggere titoli del tipo “Arriva l’estate, torna l’influenza” o “Settembre nero degli italiani, 120 mila a letto con la febbre” e il rischio zero non esiste, perché se si vuole il rischio zero, paradossalmente, non si dovrebbe nemmeno andare in ospedale, posto che nel 2016 in Italia quasi 50 mila persona sono morte a causa di infezioni contratte proprio in ospedale, per tacere delle vittime degli errori medici (diagnosi sbagliate, terapie sbagliate, operazioni sbagliate: quest’anno la malasanità è evidentemente sparita, si muore solo di covid ed i medici sono tutti eroi…)
6) Essere positivi non vuol dire niente se non si hanno sintomi, il positivo non è malato e i dati diffusi non hanno alcun valore statistico, in quanto le statistiche si fanno su un campione rappresentativo della popolazione, non a casaccio.
7) Nel nostro paese ogni giorno muoiono in media 1700 persone (dati ISTAT 2017) la maggior parte per malattie del sistema circolatorio e cancro, ma anche 14mila l’anno per malattie infettive (scoop: si moriva di malattie infettive anche 3 anni fa e la sola AIDS fa più vittime degli omicidi, ovvero 465 contro 335)
8) Se, come indica il presidente dell’ISTAT Blangiardo, prendiamo come parametro di riferimento sul covid-19 i morti per malattie respiratorie, sempre nel 2017 abbiamo avuto 53 mila decessi certificati in Italia e 6 milioni a livello mondiale (con riferimento al 2016)
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