martedì 3 maggio 2011

Pd Provinciale: 40 Dem, nasce la corrente dei rampanti.

Capeggiata da Bragantini e Stara, punta su Lo Russo e Cassiani. L'obiettivo è isolare Placido e fronteggiare gli altri capibastone: Fassino, per ora, osserva interessato.

Stefano Lo Russo e Luca Cassiani. Sono loro i cavalli vincenti della nascitura componente in seno al Partito democratico torinese, che fa capo alla coppia formata dalla segretaria provinciale Paola Bragantini e dal consigliere regionale e presidente uscente della circoscrizione II Andrea Stara, recentemente approdato sulle rive democratiche dopo la militanza nel Pdci di Oliviero Diliberto e dopo aver contribuito in modo decisivo al risultato di Gianguido Passoni alle recenti primarie per il sindaco di Torino.

Dentro questo nuovo contenitore c’è di tutto: dagli ex irriducibili della falce e il martello ai popolari “perché non si tratta di una corrente, ma di un gruppo di lavoro formato da gente che ha voglia di dare un volto nuovo a questo partito” spiega uno di loro. Il patto è strettamente generazionale: trenta e quarantenni fino a ieri legati a un tutor politico, che oggi provano il grande salto. Per essere sicuri di riuscire a eleggere (e bene) due consiglieri hanno sacrificato il vice capogruppo uscente, Lorenzo Gentile che si è subito messo a disposizione degli (ex?) bracci destri di Gianfranco Morgando e Roberto Placido. Lo stesso dicasi di Stara, che si è già impossessato del circolo di via Giacomo Dina da dove diffonde proseliti (e santini) in favore dei suoi due candidati.

L’obiettivo dichiarato è l’emancipazione definitiva da tutor e padrini: un’operazione che la Bragantini ha messo in atto con Placido da quando è stata eletta a capo della segreteria provinciale e che Gentile ha attuato nei mesi scorsi quando disattese l’ordine di appoggiare pesantemente Davide Gariglio alle primarie contro Piero Fassino, rompendo di fatto il sodalizio con Mauro Laus.

A benedire la componente dei quarantenni potrebbe essere proprio l’ex segretario dei Ds,  il quale potrebbe così contare su un gruppo di amministratori e politici “lealisti”, che non rispondono ai tanti capibastone presenti all’interno del Pd e che lui potrebbe premiare inserendoli nei ruoli chiave della sua futura squadra di governo, con il bene placido di Morgando che si sta sempre più ritagliando un ruolo - defilato ma presente - di padre nobile.

PS: Tanto per fare chiarezza e compatezza nei dirigenti..........! Nemmeno la "rosa dei venti" ha tanti spifferi come il Pd.

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