di Maurizio Vezzosi*
Lo scorso 18 giugno un attacco ucraino condotto con i droni in territorio russo ha in buona parte distrutto gli impianti di “Azovprodukt” : l'azienda è attiva dal 2010 sulle sponde del Don - presso la località di Azov, regione di Rostov - si occupa di stoccaggio e trasporto intermodale di carburante e prodotti chimici: “Azovprodukt” è parte del gruppo italiano Decal, con sede a Soresina (Cremona).
Almeno due serbatoi da 5000 metri cubi sono stati distrutti: l'attacco non ha prodotto vittime.
Dal 24 febbraio 2022 i depositi di carburante e prodotti chimici sono diventati uno dei principali obiettivi sia per le forze ucraine che per quelle russe.
Secondo il governatore della regione di Rostov sul Don Vasilij Golubev nelle operazioni di spegnimento sono stati coinvolti circa 200 vigili del fuoco ed è stato fatto arrivare sul posto anche un treno speciale antincendio. La vicenda, riportata dall'agenzia russa Interfax, è stata informalmente confermata a chi scrive da una dipendente del gruppo alla condizione di restare anonima: alla richiesta di rilasciare dichiarazioni sull'accaduto sia gli uffici russi di “Azovprodukt” che gli uffici italiani del gruppo non hanno risposto.
Considerando le attività di ricognizione e di raccolta preliminare di informazioni necessarie per condurre un attacco di questo genere è altamente improbabile che le forze ucraine non fossero al corrente della proprietà dell'azienda che sarebbe stata attaccata. Ciò porta ad avvalorare l'ipotesi di un attacco pienamente consapevole. Se questa ipotesi trovasse conferma, si tratterebbe di un precedente molto significativo, trattandosi di un attacco deliberato contro una delle migliaia di aziende straniere rimaste attive nella Federazione russa dopo il 24 febbraio 2022: le implicazioni di questo precedente rischiano, soprattutto in mancanza di provvedimenti adeguati, di mettere a repentaglio gli interessi economici e la sicurezza dei cittadini italiani e degli altri paesi dell'Unione Europea.----
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