venerdì 29 gennaio 2021

La Senatrice a vita...Liliana Segrè, quando bocciò la ...Vita è bella...di Roberto Bennigni con un :"UN FILM FALSO".

 

Leggo da un post di un amico ( R. D. ) ...Copio incollo!
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LILIANA SEGRE, QUANDO BOCCIÒ LA VITA È BELLA: "UN FILM FALSO"

A Liliana Segre non è piaciuto il film La vita è bella di Roberto Benigni, che considera falso e pieno di inacuratezze storiche: la sopravvissuta al campo di Auschwitz ne parla nel suo libro.
NOTIZIA di EVA CABRAS - 26/01/2020
Liliana Segre è una donna che non ama i giri di parole. Con la stessa sincerità ha affermato che La vita è bella non le è piaciuto. Nel suo libro del 2015, La memoria rende liberi, scritto insieme a Enrico Mentana, c'è un passaggio in cui Segre commenta due dei più famosi e osannati film sull'Olocausto della storia del cinema: Schindler's List e, appunto, il film di Benigni. Su quest'ultimo si sofferma maggiormente e lo definisce un film con "un bel finale, un inno alla vita, ma "è tutto falso".
La storia personale di Liliana Segre va presa in considerazione per mettere in prospettiva i commenti fatti. Nel 1943, a 13 anni, fu arrestata mentre tentava di raggiungere Lugano per sfuggire alle leggi razziali fasciste. Dopo poco più di un mese si trovava al campo di concentramento di Auschwitz-Birkenau, e fu messa ai lavori forzati in una fabbrica di munizioni. Nel '45, con l'evacuazione del campo, è costretta alla tristemente famosa marcia della morte per raggiungere uno dei lager tedeschi. Il 1° maggio fu liberata dai russi, era una dei 25 ragazzi con meno di 14 anni sopravvissuti ad Auschwitz.
La conoscenza dell'Olocausto di Liliana Segre quindi va oltre la formazione sui libri, le ricerche, le idee e le riflessioni a posteriori. Non sorprende più di tanto che gli "elementi romanzeschi" di Schindler's List l'abbiano infastidita, e sorprende ancora meno la sua reazione nei confronti del film di Roberto Benigni. Probabilmente avrebbe da ridire già sul titolo.
La vita è bella, considerato uno dei migliori film per la Giornata della Memoria, si prende un sacco di licenze storiche e le inserisce in una favola giocosa che tenta di alleggerire il dramma dell'Olocausto. "Alleggerire" rischia però di diventare "semplificare" e magari ci sono occasioni in cui farsi una risata non è più utile che farsi un pianto. La storia generale magari è la stessa, ma il Diavolo sta nei dettagli. In maniera brutale ma onesta Segre scrive: "Era impossibile tenere nascosto un bambino nel lager, appena sceso dal treno le SS lo avrebbero giudicato inadatto al lavoro e l'avrebbero mandato direttamente al gas."
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